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lunedì 22 ottobre 2018

La cattura del gatto [Note (68)]

"Oggi si parla molto di una crisi di fiducia dell’umanità. Di una crisi della fiducia che fino ad oggi avevamo riposto nella natura umana. Potremmo anche dire che si tratta di un panico, che sta per sostituire una vecchia sicurezza. Questa: noi siamo capaci di sbrigare le nostre faccende nella libertà e per mezzo della ragione. Ma non facciamoci illusioni! Questi due concetti etici, anzi etico-estetici, la libertà e la ragione – che l’età classica del cosmopolitismo tedesco ci ha lasciato in eredità come le stimmate della dignità umana – è almeno dalla metà dell’Ottocento, o poco dopo, che non hanno più una bella cera. A poco a poco essi sono andati “fuori corso”. La gente non sa più “che cosa farsene”. Si è lasciato che avvizzissero. Ma questo non fu tanto un successo dei loro avversari, quanto un insuccesso dei loro amici."[1]
Gli amici della libertà e della ragione, mistici di una nuova religione che, nel tentativo di scalzare quelle vecchie, dimenticano i connotati etico-estetici di questi concetti validi solo in un contesto intersoggettivo, che non vivono di vita propria e che non tocca scoprirli in qualche posto nascosto che il tempo rivelerà ma bisogna inventarli giorno per giorno, guardando con un occhio alla loro necessità e con l’altro alla loro infondatezza.

[1] Robert Musil, Sulla stupidità e altri scritti. Sulla Stupidità (1937), Oscar Mondadori, 1986, p. 252-253.

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