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mercoledì 24 aprile 2019

Aspettando il 25 aprile.

Il giorno che si celebra, commemora, festeggia la Liberazione d'Italia dalla dittatura fascista sarebbe divisivo?
Sì, è divisivo.
Da una parte ci sono i democratici, quelli che ritengono imprescindibile il metodo democratico e costituzionale per una vita civile di pacifica convivenza e di rispetto reciproco. Dall'altra parte ci sono i nostalgici, a vario titolo, di una qualche forma di oppressione dei diritti e delle libertà.
Sì, il 25 aprile è divisivo perché fa riconoscere gli autentici democratici da quelli che si servono in maniera strumentale della democrazia e magari ricoprono cariche istituzionali ma restano i figli frustrati di un passato in cui avrebbero assunto il ruolo di oppressori e al massimo avrebbero concesso alla gente del popolo il privilegio di osannarli.
Aspettando il 25 aprile penso a questo e mi chiedo che posto avrebbero occupato ottanta anni fa quanti oggi negano il valore della Liberazione d'Italia.
Quando la libertà di espressione e i diritti venivano calpestati quale ruolo avresti avuto? Saresti stato con chi diceva che bastavano un migliaio di morti per sedere al tavolo della storia o con chi a quel tavolo ha sempre avuto gli ultimi posti? Da quale parte della storia saresti stato? Avresti immaginato e desiderato un tavolo dove ognuno avrebbe avuto il suo posto o un tavolo per pochi potenti eletti da una qualche volontà superiore? Queste sono le domande cui ogni italiano è chiamato a rispondere il 25 aprile. 
Non affrettarti a rispondere, prendi tempo per riflettere. In molti casi non basta una vita per rispondere sinceramente alle domande. Se non hai vissuto quelle condizioni in prima persona e rispondi immediatamente è solo perché sei superficiale, oppure un cretino, qualunque sia la tua risposta, e non ti rendi conto di quale "privilegio di anagrafe" ti è toccato a non essere nato sotto il giogo di una qualche dittatura per dover rispondere in fretta a quelle domande. Approfitta del tuo privilegio provando a metterti nei panni di chi è nato prima di te ma sappi che la loro "scelta" era più difficile della tua e se tu oggi scegli, perché per te oggi è una scelta a tutti gli effetti, di stare dalla parte degli oppressori allora la tua è una scelta criminale persino più grave di quella operata da chi è vissuto sotto una dittatura. In quei casi la scelta è sempre contaminata da processi che somigliano alla turbolenza di un torrente che trascina i detriti lungo due rami diversi nel suo violento fluire. Gli esseri umani spesso sono i detriti della Storia ma sono detriti pensanti, dotati di volontà e di responsabilità. Qualunque sia stato il ramo del torrente che hanno percorso e che percorreranno sono chiamati a risponderne, davanti alla propria e all'altrui coscienza. Nessuno dei nati nel dopoguerra può dire con assoluta certezza quale sarebbe stata la sua risposta alle domande se fosse vissuto durante la dittatura ma sa certamente quale risposta può dare oggi perché vive in una società che si richiama ai valori democratici, anche se si tratta di una democrazia incompiuta. Chi oggi rivendica di stare dalla parte opposta a quella che ha sancito la nascita dello stato repubblicano e antifascista è un criminale in pectore, certamente un potenziale oppressore, con l'aggravante di aver gettato alle ortiche il privilegio d'anagrafe di cui continua a godere.

lunedì 22 aprile 2019

Sbirciare nell'orinatoio

Vi siete mai chiesti perché gli orinatoi nei bagni dei maschi sono affiancati mentre niente di simile c'è per i bagni femminili? Le donne coltivano l'intimità. I maschi invece, quelli meno avvezzi a questo esercizio e più votati alla competizione, fanno anche dell'orinatoio una linea di trincea dove misurarsi! Uno sguardo di lato, furtivo e veloce, appena il tempo per capire se la propria dotazione è regolare e magari capire se c'è nei paraggi un maschio alfa. Ecco, chi ha spirito di osservazione può vedere quanto dico nella foto pubblicata da Morisi, curatore della comunicazione social di Salvini.
Da notare la sbirciatina dei sodali allo strumento del maschio alfa che nell'orinatoio dell'obiettivo fotografico riversa la propria immagine, escreto metabolico maleodorante di una società malata.
Dei due sbirciatori ammaliati quello meno barbuto è Morisi.

domenica 21 aprile 2019

Avvolti di pelle

Avvolti di pelle
e stracci di mezze verità
danziamo a piedi scalzi
per un minuto
che toglie il fiato.

Dura un soffio penare
per una scheggia di eternità
appesa a quell'ultima parola
ancora da dire,
abito vuoto nell'armadio,
tessuto di straziante attesa.

sabato 20 aprile 2019

Oggi Dio tace

Oggi Dio tace,
nelle chiese è silenzio
e smarrimento.
Nei campi emorragici di papaveri
attendiamo la nostra deposizione.
Torneremo il terzo giorno,
per un altro non vederci.

venerdì 19 aprile 2019

Un mese fa

Cosa vendono le stazioni? Vendono partenze, arrivi, saluti, avvisami. Non vendono più scrivimi quando arrivi. Vendono fai attenzione alla valigia. Vendono ancora attese e speranze a buon mercato, ritardi a prezzi stracciati, vendono tempo rinviato che si scalda al sole bizzarro di marzo che tira scherzi a chi si considera salvo dall'inverno. Cosa vendono le stazioni?

venerdì 12 aprile 2019

Note

Che una forma di pensiero assoluto sia il pilastro della teologia di Ratzinger non è mistero per nessuno che abbia seguito il suo magistero. Un estratto dell'articolo di ieri ne chiarisce in maniera icastica i connotati.
"Ci sono beni che sono indisponibili. Ci sono valori che non è mai lecito sacrificare in nome di un valore ancora più alto e che stanno al di sopra anche della conservazione della vita fisica. Dio è di più anche della sopravvivenza fisica. Una vita che fosse acquistata a prezzo del rinnegamento di Dio, una vita basata su un’ultima menzogna, è una non-vita. Il martirio è una categoria fondamentale dell’esistenza cristiana."
A un pensiero laico, allenato a quell'ars discutidora che è la democrazia, non sfuggono le pericolose conseguenze di simili affermazioni né le terribili origini con le annesse degenerazioni. Chi decide della posizione dei valori per stabilire il più alto in nome del quale è possibile (o doveroso) sacrificare anche la "vita fisica"?
Quanto all'origine del collasso morale che l'ex pontefice attribuisce ai movimenti del '68 mi resta la triste impressione di una miopia non solo storica, per molti versi incomprensibile. Se da un lato corre l'obbligo di ricordare che l'esortazione "si non caste, tamen caute" fu pronunciata dal pio arcivescovo Adalberto di Brema durante il Sinodo di Pasqua dell'ormai lontano 1049, dall'altro lato è inevitabile notare che il collasso morale di cui Ratzinger parla riguarda la dimensione sessuale. Una dimensione della moralità certamente importante ma angusta se la riflessione del filosofo morale deve avere come orizzonte minimo la convivenza tra i viventi, ma qui ci avventureremmo nel campo più impegnativo dell'etica pubblica.
...
Tempo fa, a tempo perso, per ragionare disordinatamente sulla crisi morale la presi piuttosto larga. Senza peraltro mai nominare quella crisi, che può stare comodamente dentro la crisi della modernità, ragionavo sull'arte contemporanea ma il soggetto e i suoi termini temporali erano e sono pretestuosi e convenzionali, giacché l'arte è sempre contemporanea e ogni epoca è nata dalla crisi dei valori sostenuti nelle precedenti epoche.
L'articolo di Ratzinger di ieri poteva essere la riflessione di un uomo maturo sulla crisi della nostra epoca. La sua età e la sua cultura, nonché l'attenzione che gli viene rivolta, potevano essere importanti fattori per una riflessione seria sulla crisi del nostro tempo. Peccato, è stata l'enesima occasione persa.

Un occhio guardava


Un occhio guardava,
l'altro vedeva.
La mano incerta raccontava
immagini di declivi montani
e solitaria vegetazione.
Il cielo aspettava.


mercoledì 10 aprile 2019

Ogni sera lancio la luna

Ogni sera lancio la luna
con la fionda delle ore,
la vedo correre
lungo la parabola del buio.
Cade infine
dove l'occhio si arrende
e il fiato,
vecchia Selene,
non ci basta.

Avvicinati luna

Avvicinati luna,
svelami il destino che conosco,
lo canterò sul pentagramma delle tue rughe
e fuggirò spaventato dalla rivelazione
di mille e mille sere prima...

Scrivo parole
come quando bambino mi grattavo
la crosta dalle ginocchia,
non aspettavo che cadesse.

Il tempo è come capelli troppo lunghi,
di tanto in tanto tocca sforbiciarli.

lunedì 8 aprile 2019

Nei campi ventosi e assolati


Nei campi ventosi e assolati
ti parlerò del cardo e dell'asfodelo,
ti mostrerò la malinconica bellezza
degli araldi dei regni purpurei
dove il papavero sposa la rosa bianca
e la pietra si veste di memoria.

Cammineremo nell'antro dell'oracolo
tacendo le profezie che conosciamo.
A tempo debito attraverseremo
i sentieri tortuosi delle mani,
per ora colmiamo gli occhi di altrove,
lo sappiamo, a volte mentire è atto d'amore.

Il marchio di Caino ci segna la fronte
di cercatori d'ombra e altri tesori.
Abiteremo dimore senza nome
tra mille lacrime di tarassaco
per ritrovarci un giorno o l'altro
dove gemmano il cardo e l'asfodelo.

Qui ogni anno torna la guerra tra pietre e fiori,
l'aria si riempie di voci, la bocca di sale,
la primavera è spudorato memento mori.

sabato 6 aprile 2019

Brevi note per un'antropologia del maschio

Dai a un maschio un compito elementare e se lo considera avvilente rifiuterà di compierlo con sprezzo o malcelata indifferenza. Se si tratta di qualcosa di inevitabile, come una funzione corporale, allora porterà a termine l'impresa senza mettere attenzione come per una cosa cui è costretto ma che non gl'importa più di tanto. Il maschio è fatto per compiti più impegnativi, che richiedono forza, spirito, intelligenza. Lui è votato ai compiti straordinari, quelli ordinari lo umiliano. I mestieri ordinari li lascia ad altri. Chi sono gli altri? Domanda complessa, porterebbe lontano! Il maschio si occupa di cose straordinarie. Non di solo pane, il pane è vile materia, il maschio si leva verso le alte vette dello spirito. Lui punta al companatico!

Ma rendi il compito elementare una sfida e il maschio ritroverà la tenzone che lo sveglia dal suo torpore spirituale. Rendi anche la più umile funzione corporale un terreno di agonismo e il maschio si misurerà con le più fini doti di precisione di cui la natura l'ha generosamente fornito. Chiamerà a raccolta le recondite potenze della mente e delle sue forti membra per dare il meglio di sé di fronte al mondo e alla storia evolutiva che l'ha portato a occupare sì tanto podio. La sfida chiama il maschio al ruolo che gli compete, il ruolo  attivo, non è più passivo e succube delle incombenze fisiologiche del corpo che lo costringono a umiliarsi di fronte all'universo mondo, bensì è partecipe di un confronto con le avversità cosmiche che ignorano il suo primato e sol per questo lo insidiano e lo minacciano.

Del resto lo diceva già il maestro di color che sanno, il maschio è attivo, se invece si sottomette ai richiami della natura è passivo come gli altri. Chi sono gli altri? Domanda complessa, porterebbe lontano! Il maschio è attivo si diceva, e allora come fare a rendere una umile funzione corporale una attività degna di tanto merito? Una sfida è quello che ci vuole, perché il maschio deve avere un obiettivo da raggiungere, un podio su cui salire. Nulla di semplice si addice alla sua tempra, non può essere un obiettivo semplice ma una misura della sua bravura, altrimenti anche gli altri sarebbero in grado di raggiungere quell'obiettivo. Chi sono gli altri? Domanda complessa, porterebbe lontano! Sì, una sfida con sé stesso, con le proprie energie, fino a toccare l'estremo limite delle proprie capacità.


Ecco che una semplice pisciata può diventare un terreno di elevazione dello spirito, basta invitare il maschio a centrare l'obiettivo, sempre che non riesca a cogliere il senso dell'invito fatto da altri - chi sono gli altri? Domanda complessa, porterebbe lontano! - e si ostini a centrare il pallino nero del bersaglio!
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