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martedì 2 ottobre 2018

Alla mia rosa dell'alba

9 settembre alle ore 11:30
Nel mese del tramonto, quando le nuvole sono in tumulto nel cielo azzurro tragico dei fiori di cicoria, brucia il timore di non riconoscere la terra che ti partorì. Braccia avvizzite i rami, fronte solcata di rughe i canali di poca acqua che non dilava veleni. Ombre lunghe ricordano che è passata l'ora dell'anno quando umani e dèi si confondono.

10 settembre alle ore 21:37
“Noi, che sprechiamo i dolori.
Come li affrettiamo mentre essi tristi, durano,
a vedere se finiscono, forse. E sono invece
la fronda del nostro inverno, il nostro sempreverde cupo
uno dei tempi dell’anno segreto, ma non solo
tempo, – son luogo, sede, campo, suolo, dimora.”
Rilke, dalla Decima Elegia duinese

11 settembre alle ore 07:55


11 settembre alle ore 07:59


11 settembre alle ore 14:28
Occhi di ragazza
Questo viaggio prima o poi
Sarà finito
Una spiaggia vuota senza mare
Io dovrò vedere in voi

11 settembre alle ore 16:25
Il cuore è un carretto impazzito che cigola mentre corre veloce in discesa verso il mare su strade sassose e campi rossi di papaveri. Stille di sangue diventate fiori per benevolenza dell'ulivo che attende i figli suoi per donare il riposo della papaverina alle vite vissute in fretta, come non ci fosse tempo da perdere.


12 settembre alle ore 10:17
Ancora navighiamo su zattere di fortuna
con vele lacere e vento forte.
Nessuna terra in vista
ché la terra fa paura che il viaggio finisca.
Siamo abituati alla burrasca
delle onde feroci dei campi d'orto
per coltivare perle di arcobaleni
sotto serre basse, tra le anime di pietra
che affiorano in questo mare sterminato.


13 settembre alle ore 18:57
Dormi bambina che domani avremo altri voli da spiccare, a braccia aperte per sfiorare ulivi e serpi. Corri bambina, tra i campi resinosi di tabacco che la vita ti resta incollata addosso come un ricordo ostinato che torna ogni notte insonne.

13 settembre alle ore 21:07
Offri in dono il tempo nella veste bianca che tieni sollevata, fu fatta per il gran saluto quella veste ma la girandola di carta non si fermò, il mare doveva ancora trovare riparo nei tuoi occhi dietro gli occhiali da sole. La veste d'angelo fu ricucita perché non si butta via niente, bottoni sulla schiena, via le maniche, accorciamola un po'. E' perfetta per passare un giorno al mare. Dimmi, sei felice davanti al mare?
Oggi mi sanguina la memoria e non c'è medicazione a portata di mano per fermare questa emorragia di tempo. Un esercito di miserabili si accalca alla porta di casa mia, molti li conosco, di altri m'hanno parlato, vestono abiti lisi, hanno visi consumati. La porta è stretta, si passa uno alla volta. Vogliono entrare tutti, sgomitano, si spingono, si azzuffano tra di loro e restano fuori, esausti, feriti, nessuno riesce a entrare. Sanguinano i giorni e le attese, restano fuori casa, doloranti, in attesa che la ressa finisca.


13 settembre alle ore 22:30
La madre bambina tornò a casa ridendo,
sul viso cercava le rughe di anni a venire,
lasciti di un tempo ottuso che non voleva arrivare.
Barattò gli anni con un ricordo ostinato
perché non mancassero lacrime,
acqua santa per battezzare il mondo senza dèi.

14 settembre alle ore 21:29
Requiem aeternam dona eis, Domine.
Lascia che riposino Signore,
che la terra non sia fredda.
Libera nos Domine de morte aeterna
in die illa tremenda.
Da quale trono potrai giudicare, Domine?
Non hanno atteso il giorno delle lacrime per piangere,
il dolore si è riconosciuto nello specchio dei loro occhi.
Cos’altro potrai chiedere nel giorno del giudizio?

Kyrie eleison, Kriste eleison.
Pietà per tuo figlio che muore sempre,
ogni giorno, non solo in croce,
quasi mai innocente.
Agnus Dei que tollis peccata mundi
miserere nobis.
Miserere per i crimini
che dobbiamo compiere.

Mors stupebit et natura,
cum resurget creatura.
Lasciaci dormire Domine,
nel giorno tremendo saremo stanchi per risorgere
e altri giorni ricorderemmo da chiederti conto.
Libera eas de ore leonis.
L’antica promessa non ricordiamo più
e il pane quotidiano non è mancato
per nutrire la bocca del leone,
morte stupita per sogni e attese.

Requiem aeternam dona nobis, Domine,
et lux perpetua lucebit nobis.

15 settembre alle ore 17:51
Se non fossi un ricordo mi dimenticherei.


15 settembre alle ore 23:12
Ho una vecchia tazza che ci facevo colazione da bambino, è crepata e non tiene il latte caldo, la custodisco in una vetrina per guardarla e ricordare le colazioni che non avrò più. Non ho la colla adatta per ripararla. Mi dicono di buttarla via ma non posso farlo.
Mi si è sbreccata l'anima, caduta a terra per distrazione che ancora mi mordo le mani. La metterò nella vetrina, accanto alla vecchia tazza, in attesa di trovare la colla giusta per ripararle.


17 settembre alle ore 15:46


17 settembre alle ore 16:11
Le nostre case sono così, anche quando stanno per crollare te lo dicono strappandoti un sorriso.


18 settembre alle ore 12:06
«Accompagnamento? Quale accompagnamento? Io vi accompagno tutti. Se mi danno l'accompagnamento mi tolgono la patente. Io voglio tornare a guidare, voglio riprendermi la mia vita.»
Ho bevuto latte di leonessa che rende l'anima viva e inquieta.


18 settembre alle ore 22:18
Non è importante sapere se è a fuoco.


21 settembre alle ore 13:08
"Non ti conosco ma so a chi appartieni."

22 settembre alle ore 15:31
Videmus nunc per speculum in aenigmate


22 settembre alle ore 16:33
Sentinella, quanto resta della notte?


23 settembre alle ore 14:46
Ogni pietra ha il suo posto, ogni pietra è al suo posto, in una geometrica, metafisica precisione. Ogni pietra deve cercare il proprio posto, in armonia con le altre. Qual è il posto di una pietra quando mancano le pietre angolari che la sostengono?


23 settembre alle ore 22:38
Senza valigie partimmo per tornare dove il viaggio cominciò. Non era lunga la strada, poca mercanzia serviva, grilli e lucertole indicavano il cammino, profumo di legna e gocce di papaveri lastricavano la strada bianca, rovi ai lati, rami tesi per graffiare braccia e gambe, offerte del nostro pellegrinaggio. Attraversammo il giorno leggeri come rondini, la notte come stelle, coda di ghiaccio i desideri, appena il tempo di esprimerli e un tuffo il buio, uno sguardo fisso al cielo che avevamo nel cuore, fatica il respiro per inghiottire la vita. Qui si muore per fare dispetto al sole e alla pioggia lontana, anneghiamo nelle lacrime di dèi fuggiti, foglie argentine tra sassi e terra avara. Aspettiamo un'alba che conoscemmo per sentito dire come una promessa, come in una messa, le ginocchia si piegarono, rami di vite, e il dolore ci restò sulla pelle, resina che non si lava. I nostri morti ci hanno insegnato l'arte dell'attesa senza ritorni e le parole custodite nei forzieri di silenzio.

24 settembre alle ore 16:17
Autoritratto


26 settembre alle ore 11:07
Le nostre vite sono l'esame di coscienza di Dio.

27 settembre alle ore 10:31
Ho fatto un sogno. Una tassa sulle parole dette.

27 settembre alle ore 17:25 ·
La controra di settembre, quando il sole sanguina luce.


30 settembre alle ore 22:10
"«Io vidi i signori lì in sala d'attesa» disse K., «la loro attesa mi parve così inutile.»" Kafka, Il processo.


***

...il tempo scorre perché certi orologi continuano a tenerne il passo...


Mia rosa dell'alba,
chi ti recise troppo presto
lasciò qui il tuo profumo.

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