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giovedì 25 ottobre 2018

La cattura del gatto [Note (71)]

Incontro l’altro, mi affaccio dagli argini della sua figura e sporgendo nel vuoto mi interrogo come attraversare la sua distanza. Per stare di fronte all’abisso che ognuno è a sé stesso e agli altri ci vuole coraggio, autentico coraggio. La vertigine può essere fatale e non tutti sono pronti per esserne investiti. Colmiamo l’abisso con montagne di carta straccia per attraversarlo con facilità, troppa facilità. Cumuli di documenti di identità, di certificati, verbali e titoli di studio, dati tanto incontestabili quanto inutili parlano di noi, ci bastano, ce li facciamo bastare per attraversare l’abisso. L’incontestabile vero, “oh, infinita vanità del vero”, sospirava il poeta triste. Quale futile inganno potrebbe portarci più lontano dall’immenso racchiuso in ogni anima? Non erano queste le illusioni che davano senso persino al vivere di Leopardi. Le illusioni del poeta guardavano l’infinito. Le illusioni cui oggi ci affidiamo scontano la loro banalità ammantandosi di verità oggettiva.

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