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giovedì 25 aprile 2024

Testamento del vecchio partigiano

...infine vi lascio un giorno che sembra come gli altri giorni ma non sarà un giorno come gli altri. Sarà un giorno per ricordare gli anni di parole soffocate in gola, le adunate festanti per forza, i signorsì imposti dalla tradizione dei padroni e ricorderete i documenti falsi, le tane da animali scavate con le mani per tornare finalmente uomini, ritroverete nella memoria le armi trafugate, le trepidanti attese e le imboscate, ricorderete la paura che allatta il coraggio, le notti di luna piena per pareggiare conti sul libro contabile del fango che ci fa uguali, perché l'uomo mangia pane e libertà, diventa i suoi sogni perché di questi è fatto. In quel giorno sentirete il dolore dei papaveri calpestati e i sassi torneranno a sanguinare. Vi lascio un giorno difficile ma confido che saprete sostenerne il peso.

Figli miei, se non imbraccerete la legge come io ho dovuto imbracciare il fucile, quel giorno sarà sempre più breve e diventerà uguale agli altri giorni. Fino a quando quel giorno non si confonderà con le altre ricorrenze vi servirà per riconoscere gli uomini liberi, servirà per riconoscervi liberi.


Buon 25 aprile 🌹

venerdì 8 marzo 2024

Considerazioni tardive su una tornata elettorale, forse precoci sull'altra

Supponiamo di voler campionare una popolazione per stabilire quanti sono più alti di 170 cm e quanti sono più bassi. Si prende a caso un campione della popolazione e si misura l'altezza di ciascun individuo. Alla fine delle misure le due percentuali sono molto vicine al 50%, ma una delle due è leggermente superiore. L'analisi dei dati conclude che le due percentuali non sono statisticamente significative. In altre parole, più rigorose, commetteremmo un errore statisticamente inaccettabile se dicessimo che le due percentuali sono diverse. 
Possiamo leggere con questo metro il risultato delle elezioni sarde, con circa 1500 voti di scarto che separano la coalizione vincente da quella perdente su circa 750.000 votanti effettivi. Un metro che tuttavia non può non tenere conto di differenze fondamentali: le elezioni democratiche non sono un'estrazione casuale da un campione. Chi vota si presume lo faccia per una ragione precisa, che sia informato di quella ragione. Tutti i distinguo dunque vengono meno se alle elezioni viene meno la componente razionale, informata, politicamente cosciente. La tifoseria in politica avvicina le elezioni a una estrazione a sorte tra due diversi tipi di soggetti di una popolazione. L'analisi statistica dei risultati direbbe che non ci sono differenze significative e che la prevalenza di un tipo sull'altro è dovuta a fattori casuali ma noi siamo esseri razionali(zzatori) e il caso non ci piace. È giusto che non ci piaccia e tutte le analisi del risultato sardo mi parlano di questa ostinata resistenza al caso ma tutto quello che chiamiamo post-democrazia sta portando il caso al centro del palcoscenico della storia. Facciamocene una ragione! 
Evito considerazioni di più corto respiro, altrimenti dovrei parlare di vecchi e nuovi trasformismi e quella che è celebrata come una vittoria rischierebbe di passare per una sconfitta.

lunedì 12 febbraio 2024

Note#1

"Se si aprisse un discorso serio sull'appartenenza all'Italia in senso costituzionale, si dovrebbe dire che coloro che non si riconoscono nella res publica italiana non sono italiani. Dal punto di vista della res publica, sottrarsi ai doveri di partecipazione alla vita collettiva - res publica, per l'appunto - significa rinunciare a essere italiani. Qual è il primo di questi doveri? Il dovere di onestà fiscale. Coloro che intenzionalmente, consapevolmente si sottraggono agli obblighi tributari dovrebbero essere sospettati di in-italianità con le dovute conseguenze. Per esempio, con riguardo alla fruizione dei servizi pubblici, che potrebbe essere sospesa, oppure gravata di imposte straordinarie. Il caso estremo sarebbe la revoca della cittadinanza." Gustavo Zagrebelsky in MicroMega, 1/2024.

sabato 6 gennaio 2024

Scendeva dal camino

Scendeva dal camino, per questo si lasciava, solo per la notte scorsa, qualche carbone acceso. Chissà quanto freddo avrebbe dovuto sopportare nel suo viaggio sulla scopa. Con questo vento poi, povera vecchia, avrebbe faticato più del solito per correre controvento. Non sarebbe stato facile neanche fermarsi con le raffiche alle spalle. Avrebbe trovato riposo e tepore per qualche minuto, il tempo di scendere dal camino, tenere un'assemblea speciale e ripartire per un'altra destinazione dopo aver deciso se lasciare o no un dono. La decisione dipendeva dal risultato dell'assemblea in cui avrebbe chiesto agli animali di casa se erano trattati bene, se in quella casa trovavano cura e amore. Al centro ci sarebbe stata la vecchia vestita di stracci e intorno gli animali, ognuno in attesa di riferire la sua versione dei fatti.  Per quella notte gli animali avrebbero parlato proprio come noi e ci avrebbero giudicati. La vecchia avrebbe accolto il loro responso e deciso di conseguenza. Il desiderio di assistere a quel consiglio era smisurato.
Ho desiderato tanto vedere quella vecchina ma guai a volerla scorgere, sarebbe svanita e mai più ritornata.
È quello che è accaduto. 
L'abbiamo vista, svelata, scoperta. L'abbiamo profanata con i nostri occhi, l'abbiamo violata. Da allora non l'abbiamo più vista. Gli animali restano muti tutto l'anno. Nessuno ci giudica più.
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