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martedì 17 dicembre 2013

Saluti e baci

Vignetta di Altan. Un uomo fuma una sigaretta:
"Mi sono rotto le palle, e non erano neanche assicurate."

Il blog è sospeso fino a quando non cambio idea.

domenica 15 dicembre 2013

Ritmi e logaritmi

E' spietatamente incongruo festeggiare il proprio compleanno con cadenza annuale. Un'incongruità che tuttavia porta un qualche sollievo, fosse anche al prezzo d'una pietà d'accatto. La cadenza annuale delle ricorrenze è espressione, forse invocazione, di una rassicurante linearità per gli eventi che ci ac-cadono (addosso).
Che senso ha contare i giri di un girotondo a giro finito se ad ogni giro il fiato si fa sempre più corto? Che il conteggio segua i ritmi del fiato allora e diventi sempre più frequente. La probabilità di compiere vent'anni è forse uguale a quella di compierne quarantacinque o ottanta? Se non è uguale, e non è uguale, che il ritmo delle ricorrenze sia logaritmico e via via che il tempo passa l'intervallo tra le ricorrenze diventi sempre più breve. Mio nonno, alla veneranda età di ottantacinque anni, ha chiaro questo concetto quando dice che per lui oggi dura tre giorni, domani durerà sei giorni e dopodomani durerà dodici giorni. Se proprio dobbiamo continuare ad ingannarci che questa implacabile progressione geometrica dei ritmi del fiato sia annullata dalla menzogna dei logaritmi anziché dall'insulso uso della regolarità lineare. Se tocca farlo questo girotondo si tenga conto che il primo giro non ha la stessa probabilità di essere compiuto del decimo, perché al nono giro, se non prima, il fiato si fa corto e ben prima del compimento del decimo giro tocca fermarsi, per prendere fiato nel migliore dei casi.
Gli auguri per il prossimo compleanno fatemeli tra un mesetto.

mercoledì 11 dicembre 2013

Sciupassicurazioni

Normalmente non sopporto la pubblicità con tutti i suoi più o meno raffinati codici di raggiro e circonvenzione, poi se contiene melliflui messaggi di cattivo gusto natalizio allora sono lì lì per considerarla molesta.
Questo è il messaggio inviatomi oggi dall'assicurazione, corredato di cupido scoccante il dardo dell'amor e di cuoricino con scritto for you!!!

Antonio,
è già passato un anno e vorremmo che la nostra storia fosse sempre bella come il primo giorno.
È per questo che curiamo tutti i dettagli e siamo al tuo fianco sempre, soprattutto nel momento del bisogno, liquidando 2 sinistri su 3 in 15 giorni.
Questa non può essere l'ultima settimana che passiamo insieme.



Direct line fattene una ragione, questa è l'ultima settimana che passiamo insieme appassionatamente e la prima volta che ti ho incontrato è stato perché in un paniere di altre offerte tu hai fatto l'offerta più conveniente (leggi più economica). Più che una botta e via è stata una relazione di interesse, se devo essere sincero non ricordo di aver provato particolari emozioni il primo giorno e anche durante l'anno, diciamoci la verità, non è che sia stato scosso da fremiti sentimentali. La storia è durata quello che è durata, adesso ognuno per la sua strada. Il nostro idillio finisce qui e quasi mi spiace aver venduto l'auto che mi priva del piacere di rifiutare le tue profferte, fosse anche per qualche euro in più.
Cosa vuoi farci, gli uomini sono fatti così!

martedì 10 dicembre 2013

Cambio verso

Ripartirà il trito refrain berlusconiano, poi grillino e ora renziano del lasciamolo lavorare, diamogli una possibilità, siete i soliti pessimisti e tutto perché non si legge non dico tra le righe ma neanche le righe più fumose, ci vuole esercizio a vedere nel fumo, scritte per annebbiare la vista a tutti per non prendere impegni con nessuno che altrimenti si dividerebbe il fronte della vittoria che conta più dell’oggetto conteso. Diritti civili? Ci pensiamo dopo. Uguaglianza? Non essere ideologico. “Tanto par bella la lode del vincere, indipendentemente dalla cagione, dallo scopo per cui si combatta!” diceva Manzoni, "Vincere e vinceremo", diceva un altro, meno letterato, tempo dopo. Già vedo un deja vu, unica lungimiranza nel paese del girotondo, mi preparo alle accuse di disfatta perché non ho tifato a sufficienza, perché non ci ho creduto fino in fondo al mirabile progetto, come se avendo l’obiettivo di percorrere la distanza da A a B mi accorgessi mio malgrado che l’errore è sempre stato voler testardamente raggiungere B e non tornare ad A, cambiando verso, appunto.
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