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venerdì 5 ottobre 2018

La cattura del gatto [Note (51)]

La dialettica hegeliana del servo e del padrone presenta risvolti decisamente sorprendenti nella civiltà contemporanea. A differenza della società dell’ottocento caratterizzata da confini netti in una polarità dialettica, oggi la figura del padrone da cui il servo deve emanciparsi o la figura del servo in cui il padrone può riconoscersi sono divenute così vaghe da essere spesso confuse, l’una e l’altra, nello stesso soggetto. Se adottiamo il paradigma della classe sociale, appare evidente che nell’ottocento servo e padrone appartenevano a classi sociali differenti, mentre oggi le due figure sono confuse e spesso coincidenti nei soggetti appartenenti alla cosiddetta classe media. Un capolavoro di “evoluzione sociale”, per stemperare i conflitti dialettici. Farli implodere all’interno di un solo polo dell’asse dialettico.
Nella sempre più estesa classe media la dialettica coincide con la sintesi e, in un capolavoro di rovesciamenti, il servo non sa più individuare un soggetto cui indirizzare le sue rivendicazioni di emancipazione. Il padrone, nonostante alcune illusioni che da sempre rendono asimmetrica questa polarità dialettica, non sa bene verso chi esercitare il proprio dominio.
Indipendentemente da echi di rivendicazioni vi è l'impossibilità di individuare un soggetto in un contesto sistemico dove i confini di ciascuno sfumano nell’altro e le individualità sono in fin dei conti meri concetti operativi di una macchina globale che procede da sé senza troppa autocoscienza.
Nel frattempo i pochi soggetti delle classi alte prosperano!

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