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domenica 4 marzo 2012

Sulla TAV sarò breve

Chi segue questo blog sa che mi piace l'argomentazione. Se uno mi dice che deve fare qualcosa mi piacerebbe sapere perché lo deve fare, quali sono le premesse e le conseguenze della decisione. Niente di complicato, si tratta di rispondere ad un po' di "perché?".
Ecco, sulla TAV a parte dichiarazioni di principio, come "la dobbiamo fare", "lo vuole l'Europa", "serve per non rimanere isolati",  "serve per lo sviluppo della mobilità", non mi è sembrato di vedere molte argomentazioni nella "letteratura" ad ampia diffusione. Mi piacerebbe venissero diffusi dati circa le previsioni di impatto (positivo e negativo) dell'opera, e mi piacerebbe si discutesse apertamente di questi dati, insomma preferirei un approccio tecnico alla questione, approccio richiesto all'attuale Presidente del Consiglio da numerosi ricercatori.
Le dichiarazioni di principio invece hanno un sapore politico, sapore piuttosto sgradevole soprattutto considerando un'insana contrapposizione che si è andata creando tra politica e tecnica. Contrapposizione che se vede i tecnici come competenti, preparati e presentabili mi evita di riportare i corrispettivi aggettivi per qualificare i politici.
A mio avviso un cittadino dovrebbe trovare i dati tecnici nei giornali ad ampia diffusione, altrimenti potrebbe cercarli nei documenti tecnici, come studi di impatto ambientale o valutazioni strategiche, con il rischio poi di trovare documenti inutilmente voluminosi, scritti malissimo, carenti di dati e laddove è riportata qualche valutazione strategica potrebbe scoprire che la riduzione del trasporto merci su gomma grazie alla TAV potrebbe essere addirittura di quasi il 2%!

Gianni Vattimo non perde occasione per presentare interrogazioni al Parlamento Europeo sulla TAV, chissà con quali argomentazioni gli risponderanno? Qualche giorno fa ho lasciato un commento sul suo blog, non ho cambiato opinione: la cosa allucinante è che nessuno osa parlare seriamente di quest'opera, come la chiamano. Intendo snocciolare dati, mettere a confronto scenari, valutare le ricadute positive e negative, stabilire quali sono i vantaggi e gli svantaggi dell'opera. Tutte cose che la tecnica ci consente di valutare. Chissà, magari potrebbero essere valutate se avessimo un governo tecnico! Invece si preferisce dipingere il movimento come un gruppo di scalmanati, si abbassa la testa e si tira dritto.

4 commenti:

  1. un governo serio dovrebbe sempre dare spiegazioni, dovrebbe ricordarsi che è li perchè lo ha voluto il popolo... Oops questo governo non lo abbiamo votato... va beh allora diciamo i parlamentari... Oops neanche quelli abbiamo votato grazie a questo sistema elettorale.

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  2. "A mio avviso un cittadino dovrebbe trovare i dati tecnici"
    Ecco il punto. Ognuno dà i suoi dati. Ma possibile che non ci siano numeri oggettivi?

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  3. Mescolano carte e non vogliono che si possa capire qualcosa. Per questo capisco che è un colossale e penoso imbroglio ai danni di chi dovrà pagarne i costi.

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  4. Non è una questione di mescolamento delle carte, è ancora più grave. Che i numeri siano soggetti ad interpretazioni non è una novità ma quando si discute di faccende tecniche, e per farla breve facciamo finta che le faccende tecniche siano riducibili a grandezze quantificabili, più importante della presentazione dei dati, dei risultati, è la presentazione e la condivisione dei metodi utilizzati. Di quanti si riempiono la bocca di tecnica e, peggio ancora, di scienza vedo pochissimi che hanno chiara questa distinzione, tutti dicono di attenersi ai dati, io dico che bisogna attenersi ai metodi.
    Io non voglio che mi si parli dei risultati che ha ottenuto questo o quel comitato, questo o quell’organo di governo, io voglio che mi si parli dei metodi che sono stati utilizzati per ottenere quei risultati. Voglio che mi si diano tutti gli elementi che renderebbero indispensabile l’opera e la valutazione sociale, ambientale ed economica delle possibili alternative.
    Qui siamo di fronte ad un’opera che è stata decisa dall’alto e non è mai stata veramente condivisa, i risultati sono venuti dopo la decisione, sono stati cercati e, ovviamente, ottenuti come di solito accade in queste faccende. Qualche giorno fa Mantovano ha detto che l’opera è stata discussa in tutti i consessi democraticamente eletti tra cui anche le Regioni dove i rappresentanti sono eletti direttamente e quindi non si può invocare la legge elettorale come argomento di mancanza di democrazia! Questa è la fine analisi dell’onorevole quando si parla di deficit di rappresentanza. Allora cambiamo la legge elettorale, facciamo scrivere i nomi dei parlamentari così i cittadini la smettono di rompere i coglioni! Che pena.

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