Ieri sera a Rai 3 c'è stato uno speciale di Che tempo che fa interamente dedicato a Roberto Saviano. E' stato un appuntamento con il coraggio civile di un uomo che ha sfidato il potere criminale che deforma le coscienze dissanguandole di quanto di più nobile si possa pretendere dalla vita, la libertà di decidere della propria esistenza. Un giovane che di fatto ha dovuto rinunciare a vivere la vita che desiderava per un impegno che pure ha ritenuto irrinunciabile e di cui tutti gli italiani devono essergli grati.
E' un compito davvero ingrato per me criticare Roberto Saviano, ma in mezzo alla bufera di terribili emozioni di dolore e di rabbia che ha saputo suscitare nel suo lungo monologo c'è stato un passaggio dove alle emozioni si è aggiunto lo sconcerto. Saviano ha detto: "Nell'ultima campagna elettorale da qualsiasi parte non si è parlato di mafia perché c'era l'impressione che la gran parte della gente non fosse interessata". Sicuramente i temi che tratta Saviano meritano molta più attenzione di quanta non ne ricevano dalla stampa nazionale ma forse in questo punto lo scrittore ha dovuto rispettare il codice della cosiddetta par condicio, pagare un ragionevole tributo alle regole della casa che lo ospitava. Infatti, non posso credere completamente a quelle particolari parole di Saviano, né credo possa essergli sfuggita qualche notizia di un certo rilievo durante la scorsa campagna elettorale.
Io ho buona memoria - a questo punto chi mi conosce starà già ridendo, ma ragazzi questo blog potrebbe essere letto anche da sconosciuti e allora devo pur darmi un tono! - e la par condicio non la intendo esattamente come la intendono alcuni conduttori televisivi, ovvero una sorta di colta acquiescenza nei panni profumati della gradevole buona educazione.
Ricordo infatti che fondamentalmente alle elezioni si fronteggiavano due schieramenti principali, in uno c'era un leader (adesso non c'è più, forse fortunatamente) che durante un comizio a Napoli, rivolgendosi a camorra, mafia e 'ndrangheta, disse: "Non votate per il Partito Democratico, sappiate che con noi al Governo cercheremo di distruggervi". Nell'altro schieramento c'era un altro leader (c'è ancora, di sicuro sfortunatamente) che aveva già dichiarato che i magistrati "sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana", proponeva perizie psichiatriche per i giudici e dava sostegno ad un suo luogotenente che diceva che un mafioso era un eroe. Pensiero peraltro già anticipato diversi anni prima da un altro luogotenente.
Uno dei due leader ha vinto le elezioni!
Da notare che la fonte giornalistica che ho richiamato non può essere considerata di parte politica avversa al leader che poi ha vinto le elezioni! Un bell'esempio di par condicio, vero? Per sgomberare il campo da ogni accusa di parzialità per i due leader in questione dico anche di far parte di quel gruppo di persone che attualmente non ha rappresentanza parlamentare, per la gioia di entrambi i leader!
Poi chi proprio non resiste ad essere di parte può leggere l'articolo di Marco Travaglio o ascoltare il passaggio del leader che adesso non c'è più.
Sono assolutamente convinto che Roberto Saviano avesse perfettamente in mente tutto questo e se per qualche motivo non l'ha potuto dire resta comunque il fatto che non va taciuto.
Ad ogni modo e sinceramente, grazie Roberto.
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