Consapevole delle enormi responsabilità che comporta la carica di Presidente di Regione e dei delicatissimi equilibri che è necessario governare, mi preme sottolineare che io ricordo bene quel video che, oggi sappiamo, l'ha fatta ridere per un quarto d'ora.
Lo "scatto felino", come lei lo definisce, di Archinà fu per me un atto di arroganza insopportabile e, per quanto scaturito in una situazione tesa per l'addetto alle relazioni istituzionali dell'Ilva, poco divertente. Aggiungo che non mi sembrò e, rivedendo l'episodio, non mi sembra tuttora di ravvisare un atteggiamento provocatorio nel giornalista "senza arte né parte", come da lei etichettato, che rivolgeva la domanda a Riva e anzi trovo più provocatorio, per i miei nervi e per la democrazia, un giornalismo che accondiscende al potente di turno, di qualunque provenienza. Indubbiamente la differenza di vedute risponde a differenti sensibilità, oltre che diverse posizioni e nella sua posizione può accadere che la necessità di conciliare interessi economici e sociali venuti in contrasto, per dolo o insipienza, rischi di determinare un insanabile conflitto con il parlar cortese professato nella propria attività politica, fino a trovare sommamente spassosa una soverchieria. Questo è agire politico per la sua "intenzione alta", direbbe Machiavelli, oppure una docile trasfigurazione della "banalità del male", avrebbe detto Arendt? Anche qui la differente sensibilità può decidere la strada da imboccare.
Io non credo che spanciarsi di risate per un atto di prepotenza, per quanto sgradevole, giustifichi la richiesta di dimissioni dalla Presidenza della Regione, la mia regione. Non mi unirò al coro delle dimissioni, canto tanto intonato in Italia quanto inascoltato, da parte mia rivolgo un invito a considerare le dimissioni dalla presidenza di SEL, per affrancare il partito da un immagine personalistica che è un punto debole per qualunque partito si identifichi con il proprio leader e, di conseguenza, destinato a tramontare al tramonto del leader.
Cordiali saluti
Un ex elettore
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
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Condivido quello che hai scritto in questo post. Con dispiacere ma condivido. Della telefonata non mi è piaciuta la risata mal posta e neanche il tono del linguaggio "deferente". Ho cercato un aggettivo della lingua italiana e mi pare che sia appropriato "deferente". Leggo sul dizionario Treccani: che si rimette rispettosamente alla volontà, al giudizio, alle decisioni di un’altra persona o di una autorità: essere, mostrarsi d. a (o nei riguardi, nei confronti di) un superiore, verso le persone anziane; anche di atto o espressione che mostri o dichiari ossequioso rispetto. ciao
RispondiEliminaIo, invece, son più d'accordo con questo: http://leonardo.blogspot.it/2013/11/ma-il-fatto-cosa-pensa-di-te.html
RispondiEliminaPer me la notizia è stata la telefonata, così come l'ho ascoltata, e il fatto che ritengo rilevante, anche se penalmente inesistente, è l'unico di cui parlo nella lettera, Francesco coglie il punto. Trovo indecente come il Fatto abbia confezionato la faccenda, solo un coglione può pensare che si ridesse dei morti e, dato il lettore medio italiano, la fiducia del confezionatore non deve essere stata disattesa. In quanto al Giornale, citato dal blog che mi indichi Cri, che avrebbe già dato la notizia un anno fa, ebbene intanto era una non notizia perché è del tutto normale che un presidente di regione telefoni al pr di una ditta e poi non leggo giornali porno, normalmente. Ripeto, ciò che mi ha infastidito è il tono compiacente accompagnato dal disprezzo per il giornalista, da qui a dire che si tratta di strategia, come scrive il blogger che mi consigli, beh o è Machiavelli, come faccio notare io o, più prosaicamente è una banale arrampicata sugli specchi.
RispondiEliminaE' difficile questo mondo dove si vorrebbe andare d'accordo con tutti. Non è possibile neanche da politico. Meno male che non lo sono in forma pubblica, già che anche nel privato e nel "vicinato" ho le mie difficoltà. Nel vicinato ho scoperto che molti sono per la pena di morte se dovessero istituirla: mi hanno raggelata! L'ipocrisia e la compiacenza sono letali sul piano dei rapporti. Che dire di Vendola...non so veramente che dire. Forse era in un momento di stanchezza e non ha reagito al meglio. Forse doveva agire con deferenza per non compromettere un discorso già iniziato in precedenza, mi dispiace per lui vorrei che non gli succedessero guai perché credo sia una brava persona. Già ho avuto modo di dire quanto penso sulla manipolazione delle informazioni.
RispondiEliminaUn abbraccio
Nou
Cara Nou, sul fatto di voler andare d'accordo con tutti non mi trovi d'accordo, ad ogni modo ho capito il messaggio. Alla manipolazione delle informazioni ormai siamo abituati e forse dovremmo rivolgere l'attenzione ad una cosa altrettanto vecchia come la manipolazione della manipolazione, una sorta di manipolazione di secondo grado che poi sarebbe che le notizie le leggiamo secondo la "disposizione d'animo", diciamo così. La risata di Vendola (di cui lo stesso ha chiesto scusa) la leggo come la trita espressione del classico "forte con i deboli e debole con i forti". Stanchezza? forse. Stragemma? forse. Sono convinto del sincero impegno di Vendola per la difesa dei posti di lavoro e della salute ma resto anche convinto che non ci sia bisogno di quel tipo di "deferenza" per portare avanti una contrattazione. Mi si dirà che non farò mai politica, bene, non farò mai politica ma se è diventato luogo comune che fare politica significa "ingraziarsi" l'interlocutore esprimendo apprezzamento per un gesto indegno allora dico che ce la meritiamo questa politica.
EliminaQualcuno dice che è un'inezia, troppo chiasso per una risata, vero, troppo chiasso ma sono segnali importanti e io non li considero trascurabili. Un saluto.
Antonio, sottoscrivo quanto scrivi, ma la sintesi di questo mio intervento è sproporzionata rispetto alla delusione di cittadino elettore.
RispondiEliminaCondivido la tua delusione caro Vincenzo.
EliminaMi soffermo solo sulla parte finale
RispondiEliminaper affrancare il partito da un immagine personalistica che è un punto debole per qualunque partito si identifichi con il proprio leader e, di conseguenza, destinato a tramontare al tramonto del leader.
Una parola. Stiamo assistendo a un passaggio genetico dei partiti. Così, con il capo carismatico che sparito lui sparisce il partito, non vanno. Ma non vanno nemmeno più com'erano nel passato. Come però dovrebbero essere trasformati non saprei.
ancora una volta si verifica che il potere dà alla testa e sostituisce gli ideali con il protagonismo.
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