Il passato è esigente, il futuro lo è ancora di più. La memoria del dolore è salvifica, ma è ambiguamente salvifica, da un lato ci rende umani, dall'altro ci 'aiuta' a esserlo meno. Ci aiuta a esserlo meno quando guardiamo indietro nel tempo ed evitiamo di guardare in faccia il futuro mancato, le esplorazioni dell’essere che le vite interrotte non hanno potuto realizzare e mai più realizzeranno. Il passato possiamo e dobbiamo ricordarlo, è uno e non muterà mai più. Di tutti i futuri possibili non vi sarà mai più traccia e non vi sarà fantasia o immaginazione che basti. Chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo, sosteneva Santayana, ma chi ricorda il passato senza essere trafitto dal futuro assente, dal futuro che non diventerà mai più memoria, chiede dispensa dall'orrore che nuovamente si consumerà sotto il cielo.
La memoria del passato ci salva dallo schiacciamento che subiremmo di fronte a un solo sguardo al futuro che non ci sarà, ci salva dal vedere che il nostro presente è un futuro mutilato.
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