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martedì 24 gennaio 2012

Il pesce nella bolla

Ho sempre trovato crudele mettere un pesce in una bolla d'acqua. Lo trovo triste e sicuramente a nessuno piacerebbe stare in una bolla d'acqua e girare, girare in continuazione.
Chissà cosa prova un pesce in una bolla d'acqua? Magari penserà che il mare è tutto lì, che tutto quanto c'è da vedere è a portata di mano, o di pinna! Probabilmente il pesce pensa che la sua bolla sia il mondo intero e tutto sommato vive felice perché lo può visitare come desidera. Strano? No, non è così strano. Anche per molti esseri umani è così. Vivono in una bolla, si guardano intorno e pensano che il mondo sia tutto lì.

Oggi ho ripensato a questo quando ho sentito le dichiarazioni del sottosegretario al lavoro Michel Martone a proposito dell'età media dei laureati in Italia. Leggo nell'articolo di Repubblica: "Dobbiamo dire ai nostri giovani - dice il vice della Fornero - che se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto tecnico professionale sei bravo. Essere secchione è bello, almeno hai fatto qualcosa."
Inutile dire che la dichiarazione ha sollevato molte polemiche. Il sottosegretario avrebbe chiarito il senso del suo pensiero dicendo che ha peccato di sobrietà pur avendo toccato un problema reale.  Il problema è sicuramente reale, basta una banalissima tabella di raffronto dell'età media di laureati tra paesi europei per accorgersi delle differenze, ma quello che è mancato a Martone non è la sobrietà quanto la profondità di analisi di fenomeni sociali complessi. No, non è una questione di sobrietà quanto piuttosto di superficialità o di sindrome del pesce nella bolla, per usare la metafora che ho introdotto.
Quel che è peggio è che la scarsità di mezzi analitici è spesso compensata con osservazioni da bar dello sport, pensando magari di aver centrato il punto. "Little knowledge is a dangerous thing", diceva Alexander Pope. Sapevamo che questo è un governo di tecnici e probabilmente un tecnico è tale perché ha una buona conoscenza del proprio ambito specifico ma non sarebbe certo pretendere troppo se si chiedesse al tecnico di allargare i propri orizzonti culturali, magari considerando quelle discipline che dedicano la loro attenzione alle dinamiche sociali, ne avrebbe sicuramente giovamento. Farlo aiuterebbe, se non a trovare risposte, a formulare domande, che solitamente sono più interessanti delle risposte. Domande del tipo, perché ci si laurea tardi in Italia? Non sarà che sta cadendo la fiducia nell'istruzione superiore per trovare un lavoro degno di questo nome? Non sarà che lo status di studente rinvia quello di lavoratore? Quello sì uno status da sfigato in Italia! Quali sono le ragioni sociali e politiche dell'innalzamento dell'età media di laureati in Italia? Quali le dinamiche temporali e le eventuali responsabilità? Responsabilità del sistema universitario, delle famiglie, della politica, del mondo del lavoro.
Torna in mente una celebre citazione di Claude Lévi-Strauss: «Lo scienziato non è una persona che dà le risposte giuste, è una persona che pone le domande giuste.» Ecco, mi sarei aspettato da un membro di questo come di qualsiasi altro governo che sentisse l'urgenza di porsi delle domande più che sottostare alla foga di dare risposte da bettola. Già in precedenza, in questo post, ho avuto modo di porre delle domande al prof. Martone, tra gli altri, chissà se avrà mai avuto modo di leggerle? Può darsi, dopotutto, oltre ad essere sottosegretario e docente universitario, è anche un blogger.

Tanto per sgombrare il campo da banali accuse di "autodifesa". Visto che il sottosegretario "apprezza" chi decide di fare un istituto tecnico professionale, ebbene, ho frequentato un istituto tecnico professionale, grazie al lavoro di mio padre ho avuto la fortuna di non dover lavorare per laurearmi e l'ho fatto che avevo 24 anni, cum laude, come si dice nell'ambiente accademico, ma non mi ha mai, dico mai, sfiorato il pensiero che il valore di una persona potesse essere deciso dal tempo che ci mette a laurearsi o dalla media di voti agli esami o dal titolo di studio. Per mia fortuna sono fermamente convinto che una persona sia la propria storia, dettata da mille contingenze, e non un banalissimo libretto universitario. Ho visto delle persone straordinarie laurearsi tardi e con medie risicate e ho visto dei perfetti idioti laurearsi a pieni voti, qualcuno ha fatto persino carriera universitaria.

15 commenti:

  1. post eccellente 10 e lode, Martone 4 - - (meno, meno)

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  2. valutare le persone dal titolo di studio, dal voto di quel titolo, dall'età in cui lo si è conseguito, è per l'appunto una delle piaghe che fanno di Lobotom-italY un paesucolo troglodita, meritofobico e sottosviluppato... la vera sfiga è che certa gente occupi certi posti, e che da lì gli venga concesso di blaterare e di pontificare...

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  3. Condivido ampiamente le tue considerazioni.

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  4. "Se non sei laureato a 28 anni, sei uno sfigato. (Se non lo sei neppure a 40, fondi la Lega Nord)."
    l'incipit del blog di Gramellini mi suonava bene. e ne suggerisco la lettura: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=41&ID_articolo=1125&ID_sezione=56
    a corredo delle riflessioni di antonio.

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  5. Stupendo. Hai detto tutto nelle due frasi finali.

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  6. Grazie Marina per la segnalazione, ricambio con un articolo di L'Espresso che inquadra una breve storia di Martone, per chi non la conoscesse.

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  7. A parte la riflessione un po' troppo antropomorfa del pesce vorrei fare presente le credinaziali di questo Michel Martone.

    E´ovviamente figlio di un altro Martone: e che faceva papa' Martone? l´operaio a catena alla Fiat oppure eccelleva in qualche altro campo dell´umano scibile in nessun modo connesso al diritto?

    No! era solamente Avvocato generale della Repubblica presso la Corte di cassazione fino al 2010, ex presidente dell´associazione nazionale magistrati, membro del CSM, compenente del CNEL, associato alla Sapienza e docente alla LUISS...
    e mi chiederai in che branca del diritto??? magari una che nulla a che fare con il diritto del lavoro in cui il buon Michel eccelle?? No proprio in diritto del lavoro!

    Il buon Martone figlio laureato nel 1997 diventa ricercatore nel 2000, e associato nel 2003 e nel 2005 ordinario a 31 anni...non commento il fatto che e' ammesso al concorso per l´ordinariato con due pubbicazioni di cui una non definitiva...

    Mi rendo conto che questo sia un classico esempio di argumentum ad hominem ma essere un tecnico non esime il buon viceministro un minimo di coerenza!

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  8. Mi chiedo sempre.....quando avremo la fortuna di sentire ed essere governati da gente davvero intelligente???......non se ne può davvero più!!!.....siamo ancora al circo....dal nano ai clowns passando per le soubrette...lo spettacolo continua ad essere sempre lo stesso!!! Bastaaaaaaaaaa!!!!
    P.S. Sul pesce nella bolla ho un'opinione diversa!!!...ciaooo

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  9. Il giovane secchioncello, di craxiana formazione politico-personale, ha mostrato, fino in fondo, ciò che è: un guappo, come diremmo a Napoli, giacché è solo così che è definibile chi, con sprezzo totale della Nazione che dovrebbe servire, non sa che non tutti hanno la fortuna di poter affrontare taluni percorsi con la sua stessa facilità. Che ci sia un problema in tal senso, come tu stesso scrivi, è innegabile, ma le parole pesano ed hanno un loro significato ed a nulla varranno le spiegazioni. Altrove, intendendo all'estero, affermazioni di questo peso avrebbero comportato le dimissioni immediate, perché qualunque squadra di Governo, o partito, proverebbe vergogna a stare nella stessa compagine con uno come quello.

    Tuttavia, per mia fortuna, sono solito valutare le parole in base a colui che le pronuncia e, considerata la mia storia personale, so che se non sono ancora laureato è perché ho avuto i miei problemi, non perché io abbia oziato, per cui quella frase non mi tange per nulla.

    Mi scuso dell'intrusione e del commento oggettivamente prolisso, spero non siano stati sgraditi.

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  10. Plasma solitario, non vedo alcuna prolissità nel tuo commento e nei blog, l'intrusione è la regola, peraltro gradita. Io non definirei il ragazzo un guappo quanto uno yuppie figlio degli anni '80, della Milano da bere e del successo che basta impegnarsi per conquistare. Insomma un membro perfetto di una società di sgomitanti e competitivi professionisti in cui l’insuccesso è un peccato che Dio punisce con la povertà – ne ho abbozzato i lineamenti in questo post di qualche tempo fa. Un’americanizzazione che a me proprio non va giù anche se ormai ci hanno fatto il lavaggio del cervello convincendoci che il mondo è fatto così. Ebbene io sono convinto che il mondo, il nostro mondo, è fatto come noi lo facciamo, allora la domanda resta sempre la solita. In quale mondo preferisci vivere?

    Simone, quella del pesce nella bolla è una metafora! Di solito so distinguere visioni antropomorfe e quando scrivo un post non penso ai trattati di etologia. Ad ogni modo anche qui mi chiedo se possiamo affermare con sicurezza l’esistenza di un pensiero che non sia antropomorfo.

    Intherainbow, mi piacerebbe conoscere la tua opinione riguardo al pesce nella bolla ;-)

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  11. Un viceministro tecnico ragiona per stereotipi. E quindi non ragiona.

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  12. Chissà per laurearsi magari Martone non ha avuto bisogno di lavorare, magari lo ha fatto in qualche università privata dove gli appelli ci sono regolarmente e le aule pure.
    Lasciamo perdere... Il punto è anche che un vice ministro a prescindere da tutto non dovrebbe parlare così, ma questa è l'Italia.
    Poi come dice lo Zio questi stanno ancora a guardare il titolo. :(

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  13. Martone sembra un tipo in gamba, ma sicuramente non può non essere visto sotto un'ottica pregiudiziale dato che il suo studio legale è praticamente in piazza S.Pietro, che ha potuto accedere a incarichi universitari notevoli in giovanissima età ecc. ecc. Insomma, dove inizia il genio? dove inizia la raccomandazione? Intanto, beccatevi questa vignetta http://www.ilpeggio.com/2012/01/gdb-vignetta-michel-martone-satira.html

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  14. Dimenticavo, torna quando vuoi a commentare le nostre vignette satiriche!

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