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venerdì 1 dicembre 2023

Occultati messaggi?

Qualche giorno fa ho visitato per la prima volta l'aula gotica nella basilica dei Santi Quattro Coronati. Scoperta nel 1995 l'aula ha rappresentato un terremoto nella storia dell'arte, dopo un restauro decennale è accessibile al pubblico con prenotazione. La straordinarietà di quel documento pittorico potete leggerla nelle parole di chi è più qualificato di me per parlarne.
 
Io farò un breve cenno al ciclo pittorico della cosiddetta Constitutum Constantini nell'oratorio di San Silvestro, sotto l'aula gotica. Ho visitato l'oratorio altre volte ma in quest'ultima occasione ho potuto osservare con attenzione particolari che in precedenza non avevo notato.

Che la donazione delle insegne imperiali di Costantino a papa Silvestro sia un falso storico è cosa assodata da tempo, almeno dal 1440, sebbene messa in dubbio fin dal tempo di Ottone III di Sassonia (1001). 
Il ciclo pittorico della donazione di Costantino è datato 1248 e la mia supposizione è che la falsità del documento che gli era stato commissionato di rappresentare non fosse ignota al pittore che ha affrescato le pareti dell'oratorio o che comunque ha diretto i lavori delle maestranze al suo seguito. Quei pittori non lasciavano nulla al caso e i loro dipinti sono intrisi di simboli e rimandi che oggi passano inosservati.
Naturalmente la mia è solo una congettura, al massimo un'ipotesi, ma senza documentazione resta solo una suggestione favorita dall'espressività dei volti rappresentati in quei dipinti in transito tra la fissità bizantina e l'espressionismo gotico che vedrà la sua piena realizzazione diversi decenni dopo con Giotto. 

Di seguito una breve descrizione dei primi otto riquadri secondo l'ordine di lettura. Il ciclo pittorico ha altri riquadri, qui non considerati, in cui ormai Costantino scompare dalla scena. Le immagini le ho prese da questo blog perché le mie foto sono abbastanza brutte!

Costantino è colpito dalla lebbra, i suoi medici gli suggeriscono di fare un bagno nel sangue di fanciulli sacrificati, le madri implorano che il sacrificio non si faccia;

Costantino rinuncia al sacrificio, due personaggi gli appaiono in sogno e lo esortano ad invitare papa Silvestro a rientrare a Roma. Il papa è rifugiato sul monte Soratte per fuggire le persecuzioni dei cristiani;

I messi imperiali vanno al monte Soratte per incontrare Silvestro;

I messi di Costantino salgono sul monte Soratte;

Silvestro rientra a Roma e mostra a Costantino le effigi di Pietro e Paolo, Costantino riconosce i due personaggi che gli sono apparsi in sogno;

Costantino, spogliato delle vesti regali, riceve da Silvestro il battesimo per immersione, i dignitari dell'imperatore reggono l'abito imperiale;

Silvestro siede in trono di fronte a Costantino che indossa l'abito imperiale e piega il ginocchio. L'imperatore offre al papa la tiara, un messo dell'imperatore offre a Silvestro l'umbraculum, un ombrellino a strisce rosse e gialle. Costantino non ha la corona, tenuta dal personaggio sul torrione: il papa avrebbe infatti rifiutato la corone che l'imperatore gli offriva;

Silvestro sul cavallo bianco è in corteo, accompagnato a piedi da Costantino che indossa la corona. Due dignitari portano la croce e la spada, simboli dei due poteri spirituale e temporale. E' ragionevole supporre che il messo con la spada sia di Costantino, mentre quello con la croce sia di papa Silvestro.

Detto questo la mia congettura, come anticipato, è che il pittore fosse a conoscenza del falso storico e che volesse in qualche modo lasciarne traccia. Perché dico questo? Perché il dignitario che porta le insegne dell'imperatore negli ultimi tre riquadri a partire dal battesimo è insolitamente accigliato, direi quasi irato se confrontato con le espressioni degli altri personaggi dello stesso pannello e dei pannelli precedenti. Ho messo in evidenza i volti in questione con un cerchio rosso. Un accenno di quell'espressione è visibile anche nei riquadri dei messi imperiali diretti al monte Soratte. Il terzo messo in entrambi i pannelli appare corrucciato ma direi in maniera non così accentuata come negli ultimi tre riquadri.

Forse in quei volti il pittore ha voluto lasciare un messaggio in attesa di essere decifrato. Non è raro che i pittori si siano presi licenze che esulavano dalla committenza, certamente quei volti non sono passati inosservati in secoli di storia e neanche agli stessi committenti. Probabilmente il volto del dignitario più che disappunto esprime sussiego e prima della guarigione prevaleva una espressione addolorata. Chissà! 

Una cosa è certa, quel dignitario sa cose che noi non sappiamo e forse aveva il volto di un pittore che  simpatizzava per Federico II.


mercoledì 29 novembre 2023

Collassi da evitare


Una renault twingo bianca fa retromarcia,
non guardo la targa, è bianca e mi basta.
Il sangue ingrana la marcia, tempo e ragione sospesi.
Calma, a piedi ho tutto il tempo di capire chi guida.

Aspetta, non voglio vedere,
se non saprò tutto è possibile.
Passo avanti senza voltarmi,
lascio irrisolta l'equazione,
mi consola evitare un collasso probabilistico.

sabato 25 novembre 2023

Origine

Quando soffiasti nella tromba di sangue

la particella di terra divenne viva,

alte note riempirono l'universo di musica e pianto.

Voltò lo sguardo il nato dal volto solcato di dolore

in cerca di nuvole dorate e luce tre volte santa.

Millenni inutili non cancellarono il volto che urlava.

...............

Presto la terra viva fu raggelata

perché conobbe la morte.

Donna madre, quando sarai perdonata

per aver dato la vita?

Forse solo quando saprai perdonarti

un peccato mai commesso.

Nella foto: Cruor di Renata Rampazzi, al museo Bilotta, 25 novembre 2020.

martedì 14 novembre 2023

Qui si tessono altri cieli

Qui si tessono altri cieli, tele di ragno reggono muri cadenti e cardi fanno guardia a fortezze inesistenti. Tra una pozza e l'altra, deriva di ignoti continenti, passano i fantasmi con il cuore in mano e una bestemmia rimasta tra i denti.



 

Il contorno degli eventi

Tracciare con le mani il contorno degli eventi,
questo serve quando il cielo si fa scuro.
Mettere ordine nel tumulto silenzioso,
parlare con la parte più profonda di sé
con l'ostinata certezza di essere un altro,
sentire le dita del vento sulla pelle
e distogliere in tempo lo sguardo
da una foglia che muore
per non svelare la propria assenza.
Questo è esserci, nonostante tutto.
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