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venerdì 26 giugno 2020

Nella terra assetata...

Nella terra assetata dei suoi morti mettiamo le parole tra i sassi dei muretti a secco, preghiere nel muro del pianto. Ossa bianche di terra secca affiorano da altre epoche, dove ieri è davanti agli occhi e altri domani abbiamo alle spalle, il presente è un piatto di pasta, una sedia impagliata, un cesto di vimini intrecciato da mani assenti, aghi di un filo che cuce l'una all'altra vite per un abito da sposa da indossare una sola volta.
È negli occhi questa terra rossa, negli ultimi occhi che guardano mondi ancora giovani e da rifare. Fuori dagli occhi ci sono ancora cose in attesa di un nome.
Non basti terrasanta, non ci bastano le braccia dei cippi di vite, dannati imploranti perdono per una redenzione che non verrà, non ci bastano i nodi alla gola nei rami degli ulivi morti, non ci basta la stoppia bruciata del grano di domani, non ci basta il mare salato di storia. Non basta assentarsi, allontanarsi, dimenticarsi. Non bastano le vecchie foto per continuare a riconoscersi. Non bastano. Non bastiamo alla martellante domanda che davvero sia già accaduto tutto.


lunedì 22 giugno 2020

Si posa l'anima sull'orizzonte


Si posa l'anima sull'orizzonte,
dopo una giornata di vento,
cenere su cenere, terra nera
dopo l'incendio delle stoppie.

La sentinella attende
sulla linea d'acqua che separa i giorni,
santuario di cani randagi.
In questo mare sono nato mille volte
da metà unite per necessità senza disegno,
in questo mare sono venuto al mondo
prima del mio nome.

Sui sentieri delle mie mani,
indecisa la rosa
tra l'ulivo e la pietra,
non sa come tornare a casa.




sabato 6 giugno 2020

Riflessioni irriverenti

L'edificio etico di Kant che non ammette la benché minima menzogna, neanche per salvare un innocente inseguito da assassini e di cui conosce il nascondiglio ma non può mentire alla domanda dove sia nascosto il fuggitivo, pena il crollo dell'intero edificio del diritto che sulla verità ha le sue fondamenta, ha vaghe somiglianze con le manie ossessivo-compulsive dello stadio infantile quando, scoperto il senso del limite, si immagina il crollo dell'universo qualora si attraversi un limite scelto a caso oppure, a seconda della natura del soggetto, non lo si attraversi. Il possente pensiero di Kant non poteva non trovare argomentazioni razionali al suo disperato tentativo di stabilire un limite invalicabile che fosse universalmente valido. Resta tuttavia, anche alla luce del "più grave dei suoi uffici", dirà lo stesso Kant a proposito della conoscenza di sé che la ragione può avere, il dubbio che l'argomentazione sia il risultato di un processo di razionalizzazione di quella che invece è una mania infantile, una disperata e innocente mania infantile.
E oggi? C'è ancora qualcuno che oggi stabilisca limiti invalicabili? Quali sono le colonne d'Ercole di oggi?
Kant erige le sue colonne d'Ercole con i possenti bastioni della verità. La prima manciata di sabbia nel motore di Kant la gettò Constant. Se la verità è un diritto che diritto rivendica chi vuole uccidere un innocente? La fissità ontologica del suo sistema fu scossa dall'impietoso attacco che già Hegel gli mosse. Altri attacchi vennero. Schopenhauer rivendicò il diritto alla menzogna quando questa servisse alla legittima difesa. Nietzsche, irriverente per davvero ma che riconobbe il tragico eroismo di Kant, tolse le fondamenta all'edificio e mostrò le crepe della morale. Jaspers aprì una fessura nelle mura del castello, da una parte il dovere oggettivo dall'altra quello esistenziale e perché la fessura non si richiudesse ci mise il cuneo dell'eccezione. Feyerabend mostrò il lato mostruoso del castello kantiano.
Innocente mania dicevo, ma l'innocenza è dell'infanzia. Possiamo dire incolpevole un pensiero sostenuto in età adulta che in nome della verità farebbe morire un innocente? Feyerabend non avrebbe dubbi nella risposta.
Kant costruisce un sistema internamente coerente ma Gödel ci ha insegnato che nessun sistema internamente coerente può dirsi completo, lascia sempre fuori qualcosa. Nel sistema ci saranno sempre proposizioni indecidibili e il sistema di Kant lascia fuori quel legno storto che lui stesso riconobbe ma che ostinatamente voleva raddrizzare.
Terribile e commovente il sistema di Kant. Un sistema che oggi, con superficiale espressione, si direbbe superato. Goodbye Kant, dice Ferraris, eppure si sente la mancanza oggi di un simile tragico eroismo. Si sente la mancanza di un Fichte, solo tra i grandi, lancia in resta, a prendere le difese di Kant, come un Alonso Chiasciano della filosofia pronto a morire per difendere anche il povero fuggitivo innocente pur di non mentire.
Da parte mia, amando e temendo quel castello le cui stanze mi resteranno ignote, so esserci più verità nelle mani di mio padre e di mia madre di quanta non ne contengano le tre critiche.

PS irrilevante - Sulla gaffe di Conte, di cui tutti parlano, che ha chiamato il suo programma "piano rinascita", come quello della P2 di Licio Gelli, torna in mente la feroce ironia della storia che con i suoi più grandi pensatori chiamò illuminismo quel movimento del risveglio della ragione, riecheggiando uno dei nomi di quel primordiale menzognero che lo voleva  portatore di luce! 😊
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