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giovedì 1 agosto 2019

rivendico lo sdegno e il disprezzo


rivendico lo sdegno e il disprezzo
per chi non vale la terra
sugli stivali di gomma di mio padre
incrostati di lavoro e fango
pane del giorno dopo
rivendico lo sdegno e il disprezzo
per chi non vale la polvere
sulle mani di mia madre
pioggia di tempo sui mobili
bagnati di umili giornate
rivendico lo sdegno e il disprezzo
per le urla sguaiate senza argomenti
per l'esibizionismo untuoso da spiaggia
per la burbanza spacciata da modestia
per i tronfi servitori dello stato
che si muovono come ne fossero padroni
reclamano ignoranza e la chiamano sincerità
vomitano promesse e svendono paradisi
largiscono futuro a prezzi stracciati
voi che seminate niente e arroganza
coltivate frutti velenosi
non avete parentela con mio padre
che allevava vigne e ulivi
figli generosi di dolore e attesa
voi che cucinate pietanze putride
e le vendete al prezzo dei figli
non avete parentela con mia madre
che cucinava il cuore e la bocca
con mani antiche di pazienza
io non ho nessuna parentela con voi
che non conoscete il contegno sacro
dei miei nonni quando pestavano l’uva
per fare il vino di mille cene prima del sacrificio
non ho nessuna parentela con voi
che non conoscete le donne genuflesse
ai piedi del dio dell’olio dei vivi e dei morti
e ignorate la liturgia di chi pianta ulivi
per le generazioni di domani
che dileggiano il peso delle nuvole
non temono i segni che annunciano pioggia
e non capiscono più la lingua delle piante 
non ho più parentela con me
e con il tempo che mi irride
per me rivendico lo sdegno e il disprezzo
che qui attendo altri domani
impiccato sempre allo stesso ieri
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