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mercoledì 25 dicembre 2024

Auguri insoliti

Auguro il dono di leggere segni, di sapere che non vedremo mai niente di definitivo, nessun testo chiaro e evidente. Auguro che lo sconforto non faccia mai smettere di tracciare linee, unire punti, ostinatamente, per far emergere forme che svaniscono in un lampo che illumina la strada per i passi che dovremo fare al buio, fino al prossimo lampo di luce. Auguro costellazioni davanti agli occhi e spazi siderali tra le mani, storie scritte in geroglifici di pietra che tessono geometrie di muri a secco sulle fiancate di golgota profani. Auguro il dono dell'incertezza e la grazia del dubbio, culle di sapienza, dove ognuno è ospite, nessuno indesiderato. Auguro terreno fertile dove crescano alberi che mostrano la differenza tra quello che si sa e quello che si sente. Infine, auguro che ognuno sappia rispondere delle proprie azioni, perché nessun bambino o bambina debba nascere per l'altrui sacrificio. Questo auguro a me e a tutti.

sabato 21 dicembre 2024

Note di costume a margine

Tony effe, un trapper che scrive testi che trasudano violenza sessista, espressione dell'impotenza maschile.  Il soggetto ha un notevole seguito, suppongo nella fascia post adolescenziale, prepuberale, suppongo anche di numerose ragazzine che ambiscono ad essere "corteggiate" da tanto galantuomo; la sindrome di Stoccolma ha un'ampia trattazione in ambito psicanalitico. Il senso estetico, chiamiamolo così, ha eletto artista il trapper in questione, così è appellato nei circoli dei colleghi. Niente di nuovo, la sfilza di miracolati dalla stitichezza estetica è lunga. Il  trapper è stato invitato al concerto di capodanno di Roma ma l'amministrazione, dopo essersi prontamente accorta dei testi dell'artista, ha annullato l'invito. È partito il delirio della censura e la solidarietà dei colleghi. Pare che a capodanno il trapper si esibirà al Palasport, mentre il concerto ufficiale rischia di essere disertato. È un sogno recondito di molti dirsi censurati per poi organizzare un concerto parallelo dopo aver chiesto il permesso che le autorità accordano senza battere ciglio. 

Se le esibizioni del trapper siano arte o no, non mi interessa. Se l'amministrazione romana sia fatta di peracottari non mi interessa. Di queste belinate si parla. Forse merita attenzione quello di cui non si sta parlando affatto. Centinaia di migliaia di ragazzine vanno in visibilio per i testi di questo trapper. Questo mi interessa e mi preoccupa. Forse il discorso sulla prevenzione della violenza sulle donne va riletto alla luce di questo.

martedì 10 dicembre 2024

Libertà e crimine

Ieri sera a La torre di Babele, il programma di Corrado Augias su La7, è andata in onda l'ennesima mistificazione della storia, in maniera sottile, garbata. Un amabile colloquio tra Augias e lo storico Giordano Bruno Guerri ha riproposto il comune afflato espiatorio con la classica "macchia" di piazzale Loreto che resterà sulla Resistenza. Ancora una volta torna, opportunamente dissimulata, la visione romantica e spirituale della lotta partigiana, vista come l'angelo divino che, puro di luce, combatte il male dell'oscurità! Nessuna macchia è permessa in questa visione farsesca. La Resistenza l'hanno fatta uomini e donne fatti di carne e sangue, rabbia e sputi e merda, fatti di libertà soppresse per due decenni e una guerra, per finire in bellezza. Quale angelo aspettavano i puri di cuore che vanno cianciando oggi di macchie sulla Resistenza? Quella macchia, se macchia è, la poteva condannare Cesare Pavese che viveva quel tempo, era lì, era il giudizio di un intellettuale, di un individuo ma non è consentito a uno storico che esprime un giudizio su un fenomeno che fu collettivo, che vale per la collettività e per il tempo storico. In questo iato enorme tra giudizio soggettivo e analisi storica si annida la mistificazione, il vizio che torna, il perenne fascino per il fascismo che infetta la carne in maniera insidiosa. 
Non è solo un episodio, sono talpe, numerosissime, che scavano da decenni e che in questi anni stanno mettendo in rete tutte le loro gallerie per fare crollare il suolo su cui camminiamo. 
Edmondo Cirielli, viceministro degli affari esteri di Fratelli d'Italia, durante la presentazione del libro "Perché l'Italia è di destra" di Italo Bocchino, afferma: "il tratto distintivo più profondo del fascismo era uno spirito di libertà straordinaria". La frase si commenta da sé se consideriamo gli atti di violenza e prevaricazione che hanno rappresentato atti fondativi, strutturali del fascismo, non atti accidentali, non episodi transitori ma costitutivi. Il fascismo è nato all'insegna di atti violenti, eseguiti in maniera sistematica, programmati e orditi dal capobranco, eseguiti con chirurgica precisione dai suoi fedeli. L'assassinio di Matteotti (1924), i pestaggi programmati nei confronti degli oppositori Gobetti Amendola e molti altri (1925 ma cominciano già nel 1920, prima della marcia su Roma), l'arresto di Gramsci (1926), il confino per decine di prigionieri politici (dal 1926), la soppressione di sindacati e partiti (1925), gli incendi delle case del Popolo (dal 1920). Sono atti fondativi del fascismo. È nato così, perché era ed è così. Voleva essere così, non poteva essere altro.
La libertà di cui parla Cirielli è la libertà di sopprimere le altrui libertà. Questa non è libertà, è crimine. La libertà che rivendica il fascista, latente o manifesto, è la libertà del mascalzone di fare qualsiasi cosa gli passi per la testa. È questa specie di libertà "il tratto distintivo più profondo del fascismo."
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