Sorprende spesso vedere con quale sprezzo del pericolo si affrontino situazioni che da un punto di vista freddamente razionale sarebbe meglio evitare, semplicemente perché il probabile danno è più alto del possibile beneficio. Ma l’uomo, si sa, non è animale esclusivamente razionale (per fortuna) e allora spesso ci si chiede: perché si affrontano tali situazioni? Cosa spinge ad imprese che possono costare la vita?
La spiegazione che trovo più fondamentale e soddisfacente è quella che più di ogni altra denota la differenza tra l’uomo e gli altri esseri viventi. Per quanto ci è dato sapere l’uomo è l’unico animale che sa di dover morire e molte delle sue imprese, così apparentemente irrazionali, così preziosamente inutili, non sono altro che una sfida alla morte. Ciò che sta al fondo di molte imprese umane, per quanto diverse esse siano, è proprio questa matrice comune.
La sfida alla morte caratterizza l’alpinista estremo e caratterizza anche chi spara i botti di capodanno, quei botti così pericolosi da essere più simili a bombe che a fuochi d’artificio. Ma, sebbene il nocciolo sia comune, c’è tuttavia una differenza sostanziale tra le due figure. Mentre l’alpinista estremo sfida la propria morte quello che spara botti sfida la morte altrui. In un caso siamo di fronte ad un eroe, nell’altro caso siamo di fronte ad un coglione, anche un po' delinquente.
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
Ci sono umani che sentono il bisogno di dimostrare qualcosa e altri che devono espiare qualche colpa (anche inconsciamente).
RispondiEliminaPer i cattolici, attraverso la confessione e il perdono, c'è la possibilità di mondare l'anima anche nei casi di coglioneria o di pura delinquenza (i mafiosi sono spesso molto religiosi).
La base è un'ignoranza senza limiti e se penso che hanno il diritto di voto....
RispondiEliminaAUGURI!
Cristiana
Ho letto in proposito anche un importante articolo di Michele Serra su "Repubblica".
RispondiEliminaAdriano, grazie per a segnalazione di questo articolo di Serra ma se mettevi il titolo e la data ne rendevi la lettura più facile.
RispondiEliminaE' vero, è un articolo molto bello. Il nesso che Serra traccia tra i botti e la corrida o la corsa dei tori di Pamplona è pertinente con quella sfida alla morte di cui parlo, avevo pensato di considerare il torrero oltre all'alpinista, ma il gusto per la battuta finale mi ha fatto preferire una figura solitaria.
Detesto i botti che mi mettono una paura esagerata fino a bloccarmi in casa, come alla mia cagnolona Sophia che li sente in lontananza e le prende il tremore.
RispondiEliminaCiao :)
Nou
A chi lo dici cara Nou, io ho una gattina (Cleo) e a capodanno devo sigillare casa perché è terrorizzata dai botti (tra l'altro pure cardiopatica!), per non parlare di me che forse li temo più di lei.
RispondiEliminaodio i bòtti di inizio e fine anno,
RispondiEliminale botti di vino piene
che si svuotano a suon di bòtti
di inizio e fine cena,
le bòtte da orbi e anche quelle da vedenti,
e anche i buttafuori non mi piacciono poi tanto ...