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domenica 22 marzo 2020

Appunti ai tempi del covid-19

PS - (In questi tempi di ragione alla rovescia il post scriptum lo metto in cima!) Di tutta questa faccenda resterà anche l'urgenza di fare un corso intensivo di comunicazione scientifica a tutti i giornalisti. È indecente che si contino sulle dita quelli che sanno leggere e commentare una curva, che sappiano interpretare, non dico una esponenziale, ma almeno una percentuale per la miseria. Una percentuale! Le divisioni sono importanti, non fermatevi alle sottrazioni. Quando hai a che fare con una epidemia i contagi crescono. È ovvio che sia così, quello che è importante è quanto velocemente crescono. La differenza la può ignorare il pubblico ma è inaccettabile che la ignori chi fa informazione. Se il pubblico la ignora è perché la ignora chi fa informazione. Fino a quando continueremo a dare la colpa a Croce dell'ignoranza scientifica di questo Paese? Che poi compensassero l'ignoranza scientifica con la cultura umanistica. No, neanche quella.

Ci svegliammo un mattino come in un film americano degli anni '80 dove si narrava di spaventose apocalissi ed invisibili nemici, non facemmo in tempo a renderci conto che era toccato a noi vivere in quel film, era toccato viverlo proprio a noi che eravamo così lontani dal mondo e dai suoi disordini. Sì, ci avevano parlato di altre catastrofi, ci avevano detto dell'ebola, delle fatali influenze, di interminabili guerre e del morbillo che semina morte ma tutto questo accadeva in altri mondi, lontani da noi, lontani dalle nostre domeniche, dai nostri riti e dalle nostre piazze affollate. Poi toccò a noi quel film, toccò a noi l'amaro calice per "riscoprire vecchi valori", toccò a noi gridare all'untore che non era più lontano dalle nostre case ma passeggiava a poca distanza dalla porta di casa, toccava i muri e si soffiava il naso. Toccò a noi riscoprirci umani, fatti di carne e sangue, di merda e anima, i meschini santi di sempre che nessuna catastrofe aveva cambiato per sempre, nessuna epidemia delle tante che avevano lasciato cicatrici su questo granello di sabbia e sui pochi cuori solcati dal feroce aratro della storia, toccò a noi cambiare quel tanto che bastava per sentirci migliorati dalle avversità e per tornare alle nostre faccende quotidiane e alle nostre priorità. Dimenticammo tutto salvo nei giorni della memoria che istituimmo per darci un contegno e aggiungere un'altra tacca al calendario, come si dice facesse il leggendario barone rosso sul suo triplano per ogni nemico abbattuto. (dopo la lettura di un bell'articolo di Paolo Giordano, Quello che non voglio scordare, dopo il Coronavirus, sul Corriere della Sera, 20 marzo)

Se l'epidemia si diffonde non è perché le fabrighette del nord sono aperte, no. È perché qualche ramingo solitario ancora esce di casa. Se le metro sono piene non è perché c'è ancora molta gente che deve andare al lavoro, no. È perché la primavera fa uscire i milanesi nei giorni lavorativi nelle prime ore del mattino. Se un giornale come La Repubblica diffonde un video criminale inquadrando da lontano solitari cittadini che corrono o camminano non è perché l'epidemia si sta diffondendo, no. È perché la ragione è un optional, lo è sempre stato e nei tempi di crisi sono ancora meno quelli che vi ricorrono.

"Questo vi chiederemo ogni giorno quando potremo finalmente uscire e venire in tanti sotto le vostre case.
di Marco Bersani
Perché adesso si possono stanziare migliaia di miliardi e per venti anni avete sempre risposto ad ogni rivendicazione sociale che i soldi non c’erano?
Perché adesso si possono investire miliardi a sostegno di famiglie e imprese e per venti anni ci avete detto che gli aiuti di Stato erano vietati e si potevano finanziare solo le banche?
Perché adesso il patto di stabilità può saltare e per venti anni ci avete detto che era l’unica legge divina e sovrana a cui sacrificare tutto?
Perché adesso si possono requisire le cliniche sanitarie ai privati e per venti anni le avete finanziate smantellando quelle pubbliche?
Perché adesso si possono obbligare le imprese a convertire la produzione e per venti anni ci avete detto che l’unico regolatore sociale era il mercato?
Perché adesso ci chiedete di essere tutti uniti e per venti anni ci avete detto che dovevamo competere perché solo uno su mille ce la fa?
Perché adesso ci dite che siamo un’unica umanità e per venti anni ci avete detto che dovevamo mandare via chi arrivava dal mare?
Questo vi chiederemo ogni giorno quando potremo finalmente uscire e venire in tanti sotto le vostre case. Non riuscirete a fermarci. Perché dopo essere stati costretti a stare soli e distanti ora sappiamo quanto sarà bello essere tanti e vicini."

Anche Bertolaso ha fatto cose buone. Correva l'anno 1936 quando aprì lo Spallanzani!


Non so se mi preoccupa di più questo soggetto di cui nel sito dello Spallanzani non si fa menzione o una testata on line che pure si è data una qualche credibilità che conferma quanto scritto nel tweet. La qualità dell'informazioni in certi tempi di crisi viene meno. Fortuna che in tempi normali è alta!

I campioni delle istituzioni si rincorrono, sciacalli di ogni risma e arrivisti rampanti si danno il cambio sulle testate internazionali per screditare l'Italia, che siano all'opposizione o al governo poco importa, quando si è nati per avere il piede in due scarpe si possono indossare quelle del governo e quelle dell'opposizione, per non contare niente in entrambe."

«Io a questo fatto che oggi qualcuno cerchi di descrivere i cinesi come i salvatori che ci regalano le mascherine, diciamo, non ci casco. Diciamo pure che ci hanno portato il virus». Giorgia Meloni a “Non è l’Arena”, su La7. Per fortuna a Meloni, nota epidemiologa de noantri non sfugge nulla.

Trump tratta per avere il vaccino in esclusiva! C'è bisogno di aggiungere altro?

I buoni amministratori della Lombardia sbagliano l'ordine delle mascherine. Altrimenti come farebbe Fontana a rilasciare insieme a Zaia puntuali lagnanze che il governo non sta facendo abbastanza? Per i contagi la Lombardia è un caso particolare ma la seconda regione più colpita non è il Veneto, è l'Emilia Romagna. La differenza tra Bonaccini è Zaia è impietosa.

Non solo non fa un cazzo da mane a sera, fa pure perdere tempo a chi lavora telefonando di continuo. Ma quanto ci piace parlare?


E' partita in grande stile la retorica del solo cuor, del paese unito, degli eroi e del siam pronti alla morte (altrui). I balconi sono sempre stati un luogo speciale per gli italiani.

Un pensiero accorato a Paolo Fox quale rappresentante di chi a inizio anno pronosticava sulle reti del servizio pubblico uno zodiaco fortunato per il 2020.

Si comincia a confondere una sollecitazione contingente della società con una mutazione antropologica. Ok, questa situazione ci sta facendo "riscoprire" cose che avevamo scordato: il tempo, la socialità e il suo speculare, la solitudine, lo stare in famiglia, il prendersi cura. Ok, questa situazione ci ha cambiato, forse ci ha "raddrizzati". Ma tranquilli, appena finita ritorneremo il legno storto di sempre. Aggiungo che se per riscoprire queste cose serviva una pandemia allora va bene l'estinzione.

De Luca, noto sceriffo campano, ha approvato un'ordinanza per vietare di uscire da casa. Quest'uomo ignora i fondamentali del nostro ordinamento. Non c'è niente di meglio di una emergenza per fare passare le regole per ostacoli. Quest'uomo sta facendo una criminale pedagogia, non contro l'epidemia ma contro i diritti fondamentali e le procedure per sospenderli. Se è intelligente, come sostengono molti campani, lo è come il virus. De Luca si attenga alle prerogative che gli assegna il diritto. Se un pinco pallo qualsiasi impugna quell'ordinanza il giudice l'annulla e allora cosa fa l'eroe? Griderà contro la magistratura come troppi suoi predecessori?

Se c'è una cosa positiva del covid-19 è aver fatto capire a molti che Salvini e Meloni non sanno che senso dare alla propria vita. Lagarde ha fatto di nuovo credere che ne abbiano uno!

È importante, limitare gli spostamenti è una misura necessaria, ne va della salute di tutti ma non è vietato uscire di casa per fare due passi. È un obbligo, questo sì, tenersi a distanza di almeno un metro, evitare assembramenti, lavarsi spesso le mani, ecc. Non passiamo dalla criminale superficialità dei giorni scorsi al coprifuoco forzato. Siamo dotati di buon senso, usiamolo. Gli inviti a stare a casa sono sacrosanti ma ricordo che sono indirizzati a limitare i contatti, non a creare uno stato di prigionia. Ho timore sia di chi prende alla leggera queste prescrizioni, sia di chi coglie l'occasione per esercitare un potere che sfocia nell'illecito.

"Anche chi va a piedi deve portare l'autocertificazione." Borrelli, capo della Protezione civile. Le emergenze sono sempre l'occasione per sospendere la ragione!

Ormai non si fa che ripetere "state a casa". Si è persa la ratio, resta l'obbligo. Perché? Perché lo dico io!

Il virus è un complotto dell'INPS per ridurre la spesa previdenziale delle pensioni oppure è una variante del disegno Kalergi degli africani per fare spazio ai migrant, oppure è un virus programmato dagli antichi egizi per eliminare le ingerenze italiane sul caso Regeni e Zaky.... crea anche tu il tuo complotto, non scegliere tra i complotti altrui.

Salvini, 27 febbraio, "aprire tutto, andare in giro, aprire fabbriche, musei…" Abbiamo rischiato che si occupasse lui dell'emergenza.

Il mondo sarebbe un posto migliore se ci fosse un virus che uccidesse solo questi scarti "Rischiano gli anziani, noi siamo giovani, abbiamo le difese immunitarie alte - ripetono Nicole e Valentina, 25 e 26 anni, al bancone del bar del Cinque - stanno facendo terrorismo psicologico, non possiamo mica smettere di vivere"

Appena saputo della zona rossa si riversano a tarda sera nelle stazioni per tornare a sud! No, non siamo capaci di fronteggiare questo rischio, non perché siano insufficienti le misure prese ma per insufficienza di senso civico. Non basta chiedere responsabilità? Cosa dovrebbero fare le autorità, sparare sulla folla? E' la manzoniana fuga di notte.

Zingaretti è positivo. Pochi giorni prima si faceva riprendere durante un aperitivo per infondere serenità. Quando la smetteremo di usare questi cliché retorici sarà sempre troppo tardi.

Supermercati presi d'assalto alle prime avvisaglie di emergenza. Cosa abbiamo imparato da questi comportamenti irrazionali? Che le penne lisce non piacciono agli italiani.

Zaia dice che i cinesi mangiano i topi. Quando si dice la memoria dei pesci rossi!
Luca Zaia, 26 novembre 2018 - Topi messi ad essiccare a Belluno durante "l'an de la fam", l'anno della fame. Questa straordinaria immagine è esposta, insieme a moltissime altre, nella straordinaria mostra documentaria, iconografica e multimediale su Belluno durante la Prima guerra mondiale appena inaugurata a Palazzo Crepadona.
La foto è di Pietro De Cian ed appartiene alla collezione Massenz Baldini della Biblioteca civica. La mostra è visitabile fino al 20 gennaio tutti i pomeriggi dalle 15 alle 18, i mercoledì venerdì sabato e domenica anche dalle 10 alle 12.30 (chiusa il lunedì, il 24-25-31 dicembre e 1° gennaio).#VenetoDaAmare

Un sentito pensiero alla sanità privata che fin dai primi segni di sovraccarico del sistema sanitario pubblico si è precipitata a dare aiuto indispensabile, secondo il consolidato modello lombardo!

I paesi europei sottovalutano il rischio epidemia. Il principio di precauzione è un altro di quei principi a cui si richiama l'Europa e come per gli altri principi viene invocato in proporzione inversa a quanto è applicato. Se così non fosse oggi avremmo il plauso degli altri paesi europei invece del giudizio di sufficienza per l'allarme.

lunedì 16 marzo 2020

Covid-19

In questi giorni si rincorrono ipotesi su ipotesi sulla differenza della letalità (decessi su casi positivi) da Covid-19 tra noi e altri Paesi. Certamente ci sarà tempo per elaborare i dati quando la pandemia rientrerà. Lo faranno gli epidemiologi, i virologi in parallelo con esperti di altri settori della ricerca. La differenza del dato nazionale (7,3% al 15 marzo) e quello della Korea del sud (0,8%) è sorprendente. Considerando che questa patologia colpisce in maniera fatale le fasce d'età più alte la struttura per età è uno dei fattori che spiega la differenza ma ancora più determinante è il criterio con cui sono eseguiti i tamponi, da noi solo per chi manifesta sintomi, in Korea anche per gli asintomatici. Lo scarto di letalità tra noi e la Korea del sud fornisce informazioni sui casi asintomatici e positivi che potrebbero esserci al momento in Italia (circa 230.000 al 15 marzo, secondo questo calcolo), motivo in più per evitare spostamenti che facilitano la diffusione del contagio.
Una delle ipotesi emerse per la differente letalità riguarda la possibile correlazione con la concentrazione di polveri sottili nell'aria. Ipotesi da testare quando ci sarà un quadro più completo. Al momento, considerando che i criteri di esecuzione dei tamponi in Italia sono simili per le diverse regioni e che nelle regioni del sud i numeri sono fortunatamente bassi e quindi suscettibili di enormi variazioni, emerge una differenza della letalità tra le regioni che merita molta attenzione.


PS - con dati aggiornati al 16 marzo, ore 18:00

Non è tempo di cantare vittoria. I contagi non si fermeranno se si allenta la presa sui comportamenti da rispettare. Nulla dice che nei prossimi giorni non ci sarà un effetto negativo dei recenti "viaggi" nelle regioni del sud, per tacere del rischio che il contagio rientri dagli Stati europei che finora hanno preso troppo alla leggera il rischio.
La Protezione Civile comincia a dare qualche segnale positivo ma questi segnali, ancora timidi, non vanno considerati come un messaggio di emergenza finita. Non è così.
Aggiorno il precedente grafico. Ho preferito mettere il numero dei decessi invece del numero dei positivi. Faccio notare quanto dicevo prima a proposito della suscettibilità al cambiamento dei numeri bassi; in Molise si registra un decesso che ha fatto schizzare la letalità da 0% a 4,8%.


Quanto ai segnali positivi sto seguendo da giorni l'andamento ma mi ero autocensurato per non essere responsabile, neanche in minima misura e indipendentemente dalla mia volontà, di suscitare comportamenti irresponsabili come hanno fatto colpevolmente alcuni politici e cosiddetti intellettuali.
Nei grafici è riportato l'andamento della media mobile di tre giorni del rapporto tra positivi del giorno x e positivi del giorno (x-1). E' una statistica semplice, dice quanti nuovi contagi ci sono in un giorno. Se in un giorno il rapporto è uguale a 1 vuol dire che non ci sono nuovi contagi rispetto al giorno prima. L'avvicinamento a 1 è quindi una buona notizia, anche se non bisogna fare l'errore di pensare che 1,1 sia molto vicino a 1, c'è una distanza enorme! Significa che in un giorno c'è il 10% in più di contagiati rispetto al giorno prima e siccome stiamo viaggiando su numeri alti quel 10% significa più di 3000 nuovi contagiati, fino a ieri. Il numero dice che il contagio sta decelerando, non che si sta fermando.
Ho fatto tre grafici diversi, per la Lombardia, per il gruppo di regioni con più contagi (Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Marche) e per tutte le altre regioni.


Su ogni punto è riportata la media dei contagiati per tre giorni. Le curve stanno continuando a crescere, fanno paura ed è se avere paura ci fa evitare i contagi è meglio avere paura, ma la loro velocità sta diminuendo.


Un ingrandimento del grafico con le medie mobili dall'inizio di marzo rende chiara la diminuzione della velocità anche se ci sono ancora preoccupanti differenze del valore assoluto tra le diverse regioni. Sebbene i numeri assoluti al Sud siano bassi si registrano incrementi giornalieri maggiori rispetto alle aree del Nord.

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