Poi scarti a sinistra, per uno dei tanti vicoli leggermente in discesa che partono da via Garibaldi e ti immergi nel cuore della città vecchia, tra stradine strette, dove basta aprire le braccia per toccare i muri che le costeggiano.
Qui il sole del buon Dio non dà i suoi raggi, come cantava De André. Tra questi carruggi ti accorgi che il patrimonio dell'umanità poco distante, per quanto bello è un patrimonio senza umanità perché l'umanità la trovi qui, in questo intreccio di viottoli dove incontri i dannati della terra che parlano le lingue di Babele e popolano le città di mare, crocevie del mondo.
A via della Maddalena Princesa si nasconde nell'uscio di casa se fai una foto e chiederle scusa non basta per far svanire dal suo viso la paura. Una targa su un muro di via del campo ti ricorda che dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior. A pochi passi da qui una porta socchiusa lascia intravedere un letto e un sorriso, sulla porta c'è scritto un invito e una richiesta di aiuto: difendi la tua lucciola di quartiere. Nancy è seduta in un angolo di strada: "avvicinati, non ti mangio", "lo so, barcollo perché ho bevuto un bicchiere di troppo", "hai fatto bene", ha pochi denti ormai ma è sempre generosa e ti invita a tornare per averle dato una monetina, "torna quando vuoi bella gioia".
Tra questa gente col fiato pesante e i denti anneriti ti riconosci, a volte puoi illuderti di non somigliargli affatto ma se guardi fino in fondo ti accorgi che è un inganno. Qui, insieme a loro, stai scontando cinquemila anni più le spese. Qui, tra gente avvolta nella propria storia, chiusa come questi carruggi, il dolore degli altri cerca continuamente la sua metà.
Tra questi vicoli la meraviglia è perdersi.
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