"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
In un'atmosfera rarefatta, ogni cosa sembra essere al suo posto, niente turba un ordine quasi impalpabile. Ogni nota trova il suo tempo in un disegno preciso. Una volta ascoltata la prima nota è inevitabile la successiva e così di nota in nota. L'ascolto di un suono fa desiderare il successivo che inevitabilmente si mostra esattamente nel tempo immaginato fino a quando le dissonanze rompono la simmetria che si è imposta e le note attese non arrivano più. In principio appena accennate, le dissonanze si infittiscono a metà del brano. Quelle dissonanze, che ormai sono disseminate lungo tutto il movimento, stanno a ricordare che il tempo è un desiderio mancato.
Maurice Ravel, Concerto in sol maggiore per pianoforte e orchestra.
2° movimento, Adagio assai.
Arturo Benedetti Michelangeli al piano.
Orchestra diretta da Sergiu Celibidache.
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