«La complessità è il simbolo della nostra epoca, ma quella complessità si basa su combustibili fossili economici e sul clima stabile che ha permesso un’enorme sovrabbondanza di cibo. La complessità è la nostra gloria, ma anche il nostro punto debole. Con l’aumento del prezzo del petrolio e poi con la crisi del credito nel 2008 abbiamo iniziato a capire di aver legato le cose in modo tanto stretto che piccole mancanze in un punto si riflettono su tutto il sistema. Se l’ottusa decisione degli Stati Uniti di usare parte del proprio raccolto di mais per produrre etanolo può aiutare a innescare rivolte alimentari il 37 paesi, o se una serie di miopi scommesse sui mutui nel Nevada può raddoppiare la disoccupazione in Cina, allora abbiamo permesso ai nostri sistemi di intrecciarsi in modo eccessivo. Se le nostre cattive abitudini di guida possono sciogliere la calotta polare dell’Artico…Beh, avete capito.»
In:
B. McKibben,
Sconfiggere il mito della crescita. Le Scienze, Aprile 2010, pp. 53-57.
***
La teoria della complessità mette in guardia dal confondere il termine complesso con il termine complicato.
A questo punto verrebbe da chiedersi se il mondo che abbiamo costruito sia complesso o complicato.
Parafrasando il celebre aforisma di Oscar Wilde sulla Storia potremmo dire che chiunque può fare cose complicate, solo un grand’uomo può leggervi la complessità!
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