Con la definitiva acquisizione del denaro come unico equivalente generale di prestigio sociale prende piede la figura del “fallito di successo”, ovvero colui che fa soldi per avere prestigio a scapito di chi si guadagnava prestigio e come non necessario effetto collaterale faceva soldi. Un tempo il prestigio sociale era legato a un ideale da perseguire, un ideale sociale o individuale, un ideale di giustizia o di rigore ma pur sempre un ideale. Poi gli ideali sono stati mandati in discarica e sale alla ribalta il parvenu frustrato dalla storia che trova finalmente modo di riscattarsi con il conto in banca. Così arriva il fallito di successo circondato da altrettanti falliti ma senza successo che aspirano a emularlo.
Per dirla in due parole il fallito di successo è convinto di poter comprare virtute e canoscenza e volentieri fa passare la sua ricchezza economica come crisma di grazia divina. Per farla altrettanto breve fisso in queste due parole il crisma dell'autentico prestigio: virtute e canoscenza.
Alla genia dei falliti di successo appartengono personaggi il cui solo merito è appunto la loro ricchezza, spesso acquisita con metodi spregiudicati e poco encomiabili. Inutile fare l’elenco, di molti di loro si parla e si scrive. L’ultimo stadio dell’ascesa del fallito di successo è la conquista della politica per farne una faccenda privata. E’ accaduto in Italia, può accadere in USA.
Il fallito di successo è il vero morto di fame che non si sazia neanche dopo aver divorato l’universo. La sua fame è insaziabile. E’ questa la gente che sta divorando il mondo ma il problema più grave è che questi morti di fame del mondo cosiddetto sviluppato sono invidiati dai molti morti di fama e di fame che nello stesso mondo aspirano a diventare falliti di successo, passando così da una fame biologica e sociale a una fame ontologica, metafisica. Una fame inestinguibile fino al disastro.
Fossi un sociologo dedicherei alla figura del fallito di successo uno studio sistematico, una disamina delle caratteristiche salienti. Una mappatura della sua diffusione.
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
martedì 26 luglio 2016
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Meno male che sono a dieta!!!! ;-)
RispondiEliminaE' tutta la parte di mondo più ricco che dovrebbe mettersi a dieta stretta, per smaltire tutto quello che s'è mangiato finora. ;-)
RispondiEliminaNon riesco ad immaginarmi come una fallita di successo, ma ne conosco e individuo chiaramente gli aspiranti falliti di successo. Io piuttosto sono una semplice fallita in quanto non so sostenere neppure il minimo successo per timore di perderlo - penso a quando ho venduto la casa nel Delta del Po e ho dovuto gestire il denaro per qualche mese prima di comprare questa in cui abito- no, no, meglio debiti che crediti:"debiti di successo!!!
RispondiElimina:-)))
Abbraccio Antonio e Vito, concordo per una dieta stretta del mondo occidentale.
Cara Nou, sarà che ho una visione rovesciata delle cose ma in tutta sincerità non penso che il fallito sia colui che non raggiunge il successo, più spesso è proprio colui che lo raggiunge per rimediare al proprio fallimento. Grazie degli abbracci che ricambiamo con affetto :-)
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