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sabato 11 luglio 2020

ancora oggi ride

La partita finisce con la vittoria dell'Italia. Il partigiano non trattenne la sua gioia, esultò fuori dal protocollo. Non sono mai stato tifoso ma a 13 anni fui travolto dall'onda che investiva tutto il paese, non quello di oggi, con la P maiuscola, proprio il paese, quello dove sono cresciuto. Fuori dai suoi confini c'era il mare e allora è lì che si va per festeggiare. Tutti in auto, papà e mamma davanti, io dietro. Altre auto lungo la strada, tutte con una sola destinazione, il mare, tutte strombazzanti clacson eccitati. Corri papà, corri, supera, supera, suona, suona, suona. Non poteva superare ma suonare il clacson sì e allora suona papà e papà suonava il clacson all'impazzata,  suona di più, suona di più, mamma che rideva, suona ancora, ancora, non ti fermare, suona ancora. La fila di auto incolonnate... suona ancora. Arrivammo a destinazione con il clacson dell'auto sfiatato che dava gli ultimi rantoli di un raglio senza forza, papà sconsolato e mamma che rideva che a raccontarla ancora oggi ride.

2 commenti:

  1. ricordi meravigliosi... ed un presidente che ha unito tutta la nazione.

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    1. non ricordo se ti ho dato il benvenuto in questo blog, lo faccio ora e mi scuso del ritardo, grazie per i tuoi commenti, grazie per aver apprezzato le mie parole anchilosate. Questo blog, nato per essere una tavola rotonda di temi pubblici, sta diventando sempre più un taccuino di interiorità, non troppo intima perché quella parte veramente sta solo nei miei taccuini. A presto.

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