Conferenza Episcopale Italiana - Linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti dei minori da parte dei chierici.
Da pagina 8 delle linee guida: "Nell’ordinamento italiano il Vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l’obbligo giuridico di denunciare all’autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti oggetto delle presenti Linee guida."
Da Wikipedia alla voce Denuncia:
"...l'obbligo di denuncia vige anche nei confronti del cittadino in tre ipotesi:
- chi, ai sensi dell'art. 364 del codice penale "... avendo avuto notizia di un delitto contro la personalità dello Stato, per il quale la legge stabilisce l'ergastolo, non ne fa immediatamente denuncia all'Autorità indicata nell'art. 361, è punito..."
- chi venga a conoscenza di fatti e circostanze riguardanti il sequestro di persona, anche solo tentato, ai sensi dell'art 630 del Codice Penale e dell'art. 3 del decreto-legge n. 8 del 15 gennaio 1991
- chi venga a conoscenza di detenzione di armi o di esplosivi da parte di persone che non possiedono l'autorizzazione della questura del luogo in cui le armi sono tenute."
Per quanto riguarda gli obblighi penali il vescovo non ha obbligo di denuncia e per quanto riguarda gli obblighi morali?
Mi risulta che la CEI non perda occasione di spacciarsi per una delle agenzie morali più accreditate!
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
Quando leggo certe dichiarazioni non so proprio che pensare, siamo alla giustificazione dell'omertà. E' assurdo che si invochi l'alibi del non essere pubblico ufficiale, è assurdo che si parli di "obbligo giuridico" quando l'unico obbligo dovrebbe essere morale ed educativo. E' assurdo questo ipergarantismo verso il colpevole quando gli unici a dover essere garantiti dovrebbero essere le vittime degli abusi. E' mostruoso che ci si presenti come innocui educatori perché "i pargoli" vengono a loro in totale fiducia, per poi lavarsene le mani in maniera così vergognosa quando qualcuno all'interno della stessa chiesa, qualcuno che è davvero difficile non sospettare perché il pedofilo difficilmente nasconde in maniera ermetica le proprie tendenze, abusa o tenta di abusare dei bambini che gli sono affidati. La chiesa per ritrovare credibilità dovrebbe fare prevenzione attraverso la pulizia interna di tutti quei pedofili che si sentono protetti sotto il suo ampio e omertoso mantello, dovrebbe rendersi trasparente, dovrebbe recuperare quella limpidezza che ha caratterizzato alcuni suoi momenti storici e alcuni suoi uomini straordinari.
RispondiEliminaCiao
Su questa vicenda, come su molte altre, la chiesa ha un atteggiamento indecente, ignobile, criminale. Del resto tutto discende da un atto ufficiale delle alte sfere, un atto che in altri contesti bollerebbe un mafioso ma è noto che, come disse un noto delinquente, la chiesa non può essere governata con le ave Maria. "Lasciate che i bambini vengano a me", tutti ricordano dell'esortazione riportata da Matteo ma hanno la memoria debole su quella terribile sentenza riportata da Marco "Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare." Ecco, chiudo qui perché queste faccende mi fanno perdere facilmente il mio atteggiamento pacifico (per niente pacifista). Dico soltanto che non esiterei un solo momento a mettere la macina al collo di chi offende i bambini.
RispondiEliminaLa chiesa e' una delle agenzie morali piu' screditate
RispondiElimina