Il 25 aprile è una festa sobria, perché è commemorazione silenziosa e intima, anche quando implora partecipazione, anche quando invoca il canto corale della liberazione. Il 25 aprile è l'albero che celebra le sue radici, la foglia che ringrazia la terra per l'acqua che la disseta, è la terra che ringrazia il cielo per l'acqua lustrale che la benedice. Il 25 aprile è il filo d'erba che resiste al vento della barbarie che spesso indossa gli abiti della storia. Il 25 aprile si nutre di sobrietà, da sempre, nonostante i meschini inviti di oggi alla sobrietà, perché il 25 aprile è il dolore rappreso della memoria, il sangue che scorre nei 139 articoli dell Costituzione della Repubblica italiana del 1948, nelle sue 18 disposizioni transitorie. Il 25 aprile è data solenne come la Pasqua, perché è la Pasqua civile di questa nazione, la resurrezione dopo vent'anni di morte. Invitare alla sobrietà per una data solenne è ridicolo, ingiurioso, ignobile, esattamente come chi inviterebbe alla sobrietà chi desidera festeggiare la solennità della Pasqua. Il 25 aprile è la festa dei patrioti di questo e di altri Paesi, che hanno resistito e resistono, ora e sempre, ai servi volontari, di ieri e di oggi.Viva il 25 aprile, viva ogni partigiano della libertà, fieramente divisivo, com'è giusto e doveroso che sia chi sa vedere la distanza incolmabile tra pensieri diversi e volontà di sopraffazione che ogni differenza sopprime. Viva chi, ora e sempre, mette una cesura netta tra democratici e fascisti, di ieri e di oggi.
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Un'ipocrita invito alla sobrietà, ancora più ipocrita delle lacrime per Papa Francesco.
RispondiEliminaHai espresso con forza pacata e parole intense concetti e sentimenti che condivido
RispondiEliminaGrazie
massimolegnani
Il 25 aprile è data solenne come la Pasqua, perché è la Pasqua civile di questa nazione...
RispondiEliminaViva il 25 aprile, viva ogni partigiano della libertà, fieramente divisivo, com'è giusto e doveroso che sia chi sa vedere la distanza incolmabile tra pensieri diversi e volontà di sopraffazione che ogni differenza sopprime...
Grazie per queste parole.
"Cessa il vento e calma la bufera
RispondiEliminaTorna a casa il fiero partigian
Sventolando la rossa sua bandiera
Vittoriosi e alfin liberi siam
Sventolando la rossa sua bandiera
Vittoriosi e alfin liberi siam"
"Fieramente divisivo" come è il testo di Fischia il vento che non è solo l'inno del partigiano ma una sintesi sobria (ops!) del partigianato stesso... Questa sobrietà non è percepita evidentemente (e come potrebbe esserlo!) da chi ne invoca altra ancora e da chi arriva persino a vietare che si canti Bella Ciao in questa giornata. Grazie Antonio!