Vent'anni fa cadeva il muro che divideva in due una città, specchio di un mondo diviso, un mondo separato da un muro alto non più di tre metri e mezzo.
Il muro cadde, le sue pietre si spostarono altrove, parte andarono ai confini del benessere, dove oggi abita il benavere, lì fu realizzato un muro che lasciava fuori una umanità affamata di pane e diritti, l'altra parte del muro si annidò dentro ciascuno di noi dove il muro poteva essere al riparo dal vento di cambiamento che invochiamo.
I muri sono ancora in piedi, adesso. Quello che cadde vent'anni fa, e che doveva cadere, era una prova generale di una umanità che non sa rinunciare ai suoi muri. Salvo pensare che la libera circolazione di merci inutili sia sufficiente a testimoniare della caduta dei muri.
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