"Vedete, io mi sono rotto la schiena, mi sono mondato della mia colpa di essere nato ricco. Ora posso passare al contrattacco, posso dirlo. Lavorare non significa sempre essere pagati. Cosa dite? Che è facile dirlo con il conto di mamma! Ma cosa c'entra? Sempre con questa invidia, bastaaaa. Io ho lavorato e anche gratis. È questo quello che conta. Dopo il diploma all'American Overseas School of Rome da 20.000€ di retta all'anno mi sono imbarcato sulle navi da crociera per tre anni. Mica pensavo al conto dei miei! Mentre lavoravo avevo altro per la testa. Non è colpa mia se non siete nati con i soldi. Non è colpa mia se voi lavorate per campare invece di lavorare per diventare famosi, il lavoro è sacrificio. Imparatelo. Se fate come me diventerete ricchi e famosi ma dovete spaccarvi la schiena e lavorare gratis anche nei fine settimana. A proposito, se venite nel mio ristorante a Milano dove la semplicità è un lusso vi faccio mangiare un burger da €35, bevande escluse, senza farvi pagare perché lo chef è come l'artista: vi porta a tavola un'idea."
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Se il lavoro è stato svilito, sminuito, desacralizzato lo dobbiamo a personaggi come Borghese e compagnia bella. Lo dobbiamo al modello di lavoro che questi fenomeni diffondono da decenni come un virus mortale. È a loro che dobbiamo un modello sociale velenoso, di lavoro fatto per diventare celebri, per guadagnare oltre la misura della decenza. Il problema non è neanche che questa gente cerca gente da sfruttare e questo è già abbastanza grave. Il problema è che hanno creato un modello di lavoro di cui ora si lamentano. Da qui partirei per ogni seria riflessione al riguardo.
A me Borghese piace e forse non bestemmia neanche troppo.. di certo non è solo uno pieno di soldi incapace di intrattenere, e di questi tipi, invece, ce ne sono parecchi in giro.. ;)
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