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sabato 11 settembre 2021

Del ricordo e delle rimozioni


Da anni gira questa foto intorno al ricordo delle foibe e poco si è ragionato perché sia proprio questa foto ad essere fino ad oggi la più usata, anche da parte di importanti esponenti nazionali della destra. La foto, usata per dire dei crimini dei partigiani di Tito, è di un plotone di soldati italiani, di fascisti per essere chiari, che fucilano cinque abitanti del villaggio di Dane presi in ostaggio qualche giorno prima. Il fatto avviene a Loska Dolina, Slovenia meridionale, il 31 luglio 1942 ed è stato ampiamente documentato da Nicoletta Bourbaki, gruppo di lavoro sul revisionismo storiografico.

C'è qualcosa di drammaticamente simbolico in questa scelta iconografica, chiamiamola scelta, che non può essere solo frutto di ignoranza, in questo caso la destra potrebbe appellarsi a una qualche sgangherata attenuante. No, nessuna attenuante. 
La scelta di questa foto è la storia che si fa viva proprio là dove se ne invoca il tradimento. Si trattasse di buona fede si potrebbe dire di essere di fronte a una plateale ammissione di colpa, quasi una rimozione che volente o nolente riaffiora.

4 commenti:

  1. Credo che esista un revisionismo universale che si morde serenamente la coda. Tu accusi me, io accuso te, ma tutti e due insieme siamo bastardi e basta. E la Storia del Mondo sta lì a testimoniarlo.
    Senza alcuna revisione.

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    1. Un discorso serio non è fatto di reciproche accuse. È fatto di fatti, uno dietro l'altro. Senza saltarne uno. Il ricordo si sostanzia di analisi, di riconoscimento di colpe, di autoanalisi, di pentimento se vogliamo usare categorie religiose. Senza pentimento, che non c'è mai stato, sono proprio i fascisti a infangare le vittime delle foibe e gli esuli. Non è barando sul numero di morti che si rende giustizia alle vittime delle foibe, non è equiparando surrettiziamente quell'eccidio alla Shoah che si rende giustizia alla storia. Non c'è nessun "tutti e due insieme siamo bastardi e basta" in un discorso serio.

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  2. Condivido il commento di Franco Battaglia. Sembra una sorta di legge del taglione: "Occhio per occhio". Ma, come diceva Gandhi, "Così il mondo diventa cieco" e ho idea che il mondo sia pieno di "ciechi".
    Un salutone

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  3. Al mondo di ciechi, che non mi piace, si sta preparando un mondo di chi ha avutu avutu avutu chi ha dato dato dato, scurdammuce o passato simm e Napule paisà. Un saluto a tutti.

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