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giovedì 7 novembre 2019

Dati certificati e chiacchiere sulle tasse

Siccome mi sono sontuosamente rotto ...i cabasisi, direbbe Montalbano, di ascoltare ciarlatani di ogni gender parlare dell'Italia come del paese con la tassazione più alta in Europa ho deciso di fare una di quelle cose che faccio quando ho tempo. Verificare i dati. L'ho fatto per i dati del 2018 utilizzando il database Eurostat che pubblica i dati comunicati da Istat. Per le varie voci di imposte e altri contributi potete leggere il significato in questo glossario di cui ho ripreso in basso le voci più rilevanti. Le imposte sulla produzione e sulle importazioni sono state considerate al netto dei contributi sugli investimenti che di fatto sono agevolazioni fiscali.

Ebbene, sorpresa sorpresa, come si vede dal primo grafico l'Italia non è il paese con la tassazione più elevata in Europa. Nel 2018 rappresenta il 42% del PIL nazionale. Prima di noi ci sono in ordine via via più alto: Finlandia, Austria, Svezia, Danimarca, Belgio e Francia che raggiunge il 48,4% del suo PIL. Subito dopo di noi c'è la Germania con il 41,5% e salvo fare confronti con i paesi in fondo alla scala direi che siamo in buona compagnia.

Ancora più interessante è notare che nel totale della tassazione che spesso viene citato e che io stesso ho considerato sono compresi i contributi sociali, ovvero i versamenti per la pensione che a dirla tutta non sarebbero delle vere e proprie tasse anche se questa bufala piace raccontarsela un po' tutti quanti. Senza i contributi sociali, come si vede nel secondo grafico, la tassazione del 2018 in Italia è del 28,7% rispetto al PIL e prima di noi ci sono, con valori crescenti: Norvegia, Finlandia, Francia, Belgio, Islanda, Svezia e Danimarca con il 45% di imposte dirette e indirette. In Danimarca e in Svezia i contributi sociali sono molto ridotti proprio perché hanno una tassazione elevata.


Anche senza considerare i contributi sociali mi pare si possa dire che l'Italia non è il paese europeo con la tassazione più elevata. Nessuna persona seria può dirlo con i dati alla mano. Possono continuare a farlo solo i chiacchieroni arruffapopoli senza alcuna paura di essere smentiti.


PS - A proposito di evasione fiscale si veda la nota al DEF a pagina 91. Secondo i dati 2013-2015 sono circa 109 miliardi di euro evasi all'anno, quanto basterebbe per abbassare la pressione fiscale di qualche punto percentuale facendoci guadagnare molte posizioni nella classifica e molte risorse per i servizi di cui usufruiscono a ufo anche i parassiti che evadono le tasse, come sanità, ricerca, istruzione, giustizia, infrastrutture, ecc.


Glossario minimo

Imposte correnti sul reddito, sul patrimonio e altre imposte correnti (imposte dirette): comprendono i prelievi unilaterali obbligatori operati correntemente sul reddito e sul patrimonio delle unità istituzionali, nonché talune imposte periodiche che non sono basate né sul reddito né sul patrimonio.

Imposte sulla produzione e sulle importazioni (imposte indirette): comprendono i prelievi obbligatori a carico delle unità produttive effettuati dalle Amministrazioni pubbliche e dalle istituzioni comunitarie europee sulla produzione e sulle importazioni di beni e servizi.

Imposte in conto capitale: le imposte in conto capitale sono imposte percepite ad intervalli irregolari, e solo saltuariamente, sul valore delle attività o del patrimonio netto posseduti dalle unità istituzionali, ovvero sul valore dei beni trasferiti tra le unità istituzionali per effetto di lasciti, donazioni o altri trasferimenti. Rappresentano un tipico esempio di imposte in conto capitale le imposte di successione e i prelievi di carattere straordinario, come quelli relativi ai condoni.

Contributi agli investimenti: trasferimenti in conto capitale, in denaro o in natura, effettuati dalle Amministrazioni pubbliche o dal resto del mondo ad altre unità istituzionali, residenti o non residenti, allo scopo di finanziare in tutto o in parte i costi per l’acquisizione di capitale fisso. Costituiscono un sostegno all’ampliamento della capacità produttiva.

Contributi sociali: si distinguono in contributi sociali effettivi e figurativi. I contributi sociali effettivi corrispondono ai versamenti effettuati dai datori di lavoro a favore dei propri dipendenti, nonché dai lavoratori dipendenti e dai lavoratori autonomi agli enti di previdenza e di assistenza sociale destinati a garantire future prestazioni sociali ai lavoratori. I contributi sociali figurativi rappresentano la contropartita delle prestazioni sociali erogate direttamente dai datori di lavoro ai propri dipendenti o ex-dipendenti o aventi diritto.

3 commenti:

  1. Hai fatto bene a fare delle ricerche, anch'io spesso utilizzo eurostat o altre fonti certificate. L'Italia è sempre di più il paese di coloro che parlanosempre di tutto come se fossero tutti specialisti in materia. E' un bel post che chiarisce tante cose.
    Un salutone e alla prossima

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  2. Oltre alle tasse fate un confronto con i servizi degli altri e vedrete che mentre le nazioni del nord investono bene nel Wealfare come in Francia che conosco bene direttamente, noi invece siamo capaci di investire nell'assistenzialismo parassitario, la nostra spesa è dequalificata e improduttiva e stiamo diventando sempre più terzo mondo. Meno pietismo, meno assistenzialismo e più produttività se si vuole rimanere nell'Europa civile.

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    Risposte
    1. Ottime osservazioni che richiedono analisi dettagliate. Domani proverò a dare un quadro di massima almeno in termini di risorse allocate ai benefici sociali.

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