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martedì 24 settembre 2013

Mostri giuridici

"Ai sensi della presente legge, non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all'odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente ovvero anche se assunte all'interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all'attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni".

Questo è il testo dell'emendamento approvato di recente alla Camera dei Deputati e passato al Senato nel contesto della normativa recante "disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia". Tradotto in parole povere significa che non costituiscono discriminazione aggravata dall'omofobia le opinioni assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attività politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all’attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni.

Lo ammetto, la notizia è vecchia ma ci ho messo qualche giorno prima di rendermi conto che da iscritto alla CGIL (organizzazione sindacale relativa all'attuazione ecc. ecc.) potevo tranquillamente esprimere la personale opinione che gli autori del suddetto emendamento e chi lo ha votato alla Camera sono un abominio nel firmamento del Diritto, un'offesa alla storia della lingua, una stortura contro natura della ragione, un'ingiuria alla sottile arte dell'argomentazione. Sia chiaro, da parte mia nessun intento di istigare all'odio o alla violenza nei confronti di questi sfortunati. Del resto se la natura è stata così matrigna nei loro confronti non possiamo fare altro che perdonare queste sventurate creature.

Per una analisi seria del testo di legge approvato consiglio la lettura di questo articolo di Luca Morassutto. Per quanto riguarda la mia opinione sulla repressione penale condivido l'approccio esposto da Aldo Giannuli in questo articolo. La repressione di comportamenti criminali diventa necessaria quando lo Stato non  mette in atto strumenti di prevenzione di quei comportamenti. In altre parole la repressione è, per un verso o per l'altro, l'espressione di un fallimento della società civile. Ad ogni modo quando una legge penale si fa necessaria, almeno si abbia la decenza di non scriverla con i piedi. Il rischio è che la legge scarabocchiata accresca il danno e, ironia della sorte (o degli imbecilli), lo legittimi.

4 commenti:

  1. Anto' me la sbrigo con poche parole: andiamo di male in peggio, ogni giorno in quei luoghi dove si fanno leggi si fanno anche enormi boiate.

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  2. comunque tutto questo accade perché per uno che sii informa, ci sono milioni che non sanno.
    e l'ignoranza, si sa, è funzionale al potere, in qualunque ambito si esplichi.
    ciao
    cb

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  3. C'è una in-naturale propensione di far le leggi in Italia che non dia fastidio a nessuno tranne al destinatario delle legge che da essa dovrebbe trarre protezione, così si scrivono pagine illegibili, si adottano misure inefficaci, ma si salva un pò la faccia (e che faccia!).

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  4. Quando accadono fatti come questi penso ad uno studente che scrive la tesi, in questo caso penso ad uno studente di giurisprudenza. Se scrivesse una castroneria simile sarebbe cacciato a calci dal collegio dei docenti. Dopo il titolo puoi ritornare capra e andare persino in parlamento dove scriverai tante belle leggi. Ecco, questo è lo iato tra la scuola, dove si insegna il mondo ideale e la realtà di oggi. Le università naturalmente si stanno adeguando, le lezioni saranno organizzate direttamente negli ovili.

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