Non capita tutti i millenni di assistere alla rinuncia di un pontefice. Nei prossimi secoli si discuterà febbrilmente se a travolgere Benedetto XVI sia stata la modernità o la post-modernità.
Magari adesso gli succede pure un Bonifacio X.
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
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Hai detto bene. E' davvero un caso unico. Devo dire che questo gesto mi ha suscitato simpatia e rispetto. Ci vuole coraggio per dire davanti a tutto il mondo 'Non sono più in grado di...". Per molti versi la Chiesa è il mio nemico (fecondazione assistita, omosessualità, eutanasia...), considero ingiuste le ingerenze nella politica, ma quando il nemico si piega, io lo rispetto. Rispetto anche la dignità di questo vecchio.
RispondiEliminaOra spero che siano risparmiate tante sguaiataggini tutte nostrane, speriamo che come italiani si dimostri di non essere tanti Berlusconi..
Concordando con Invecedistelle, osservo che Benedetto XVI ha fornito un esempio da seguire per tanti politici italiani abbarbicati alla poltrona: constatata la propria inadeguatezza, ne ha tratto le logiche conseguenze. Politici italiani, meditate!
RispondiEliminaCi sono dubbi circa il perchè di tali dimissioni.
RispondiEliminaSe ci sono che vengano chiariti al più presto.
La trovo una bella mossa. Subito ho pensato che volesse dimostrare la "relatività" del potere.
RispondiEliminaCiao Antonio, non posso essere molto presente ultimamente, sono passata soprattutto per un saluto.
Nou
A me invece è sembrato un atto di infinita vigliaccheria. Al di là delle motivazioni, e dei dubbi che non vengono solo ad Aldo ma a moltissimi di noi, la trovo una mossa anche profondamente in contrasto con la fede che lui professa: Cristo non scese dalla croce, si beccò le conseguenze della sua predicazione e del suo essere segno di contraddizione fino in fondo. Dante ebbe parole di fuoco per Celestino V - che perlomeno, a quanto mi consta, era, prima di arrivare al soglio papale, un umile eremita, e non un potente curiale ben avvezzo agli intrighi come Ratzinger, per anni manovratore nell'ombra come l'autentico ispiratore della rotta vetero cattolica, sia in materia di dottrina sia, per esempio, con lo scandaloso avvicinamento all'Opus Dei, presa dalla chiesa dai tempi del mai abbastanza vituperato povero reazionario preconciliare Giovanni Paolo II - il quale, con la sua rinuncia, spalancò le porte all'avvento del tremendo Bonifacio. Cosa che non è affatto da escludere nemmeno stavolta.
RispondiEliminaTutti i preti sono appositamente allevati per la conservazione e la perpetuazione della loro "associazione".
RispondiEliminaUn cardinale può aspirare al trono assoluto di cui conosce vantaggi e insidie.
Diversamente, la carriera politica di un principe della chiesa, non avrebbe senso.
Ora, sull'onda emotiva dell'ultimora, molti provano simpatia per lui, mentre le pesanti ingerenze della chiesa nella vita politica del nostro paese, restano sullo sfondo.
E non si dica che lui non c'entra, che i cattivi sono altri, perché è inaccettabile pensare che si possa aderire ad un'associazione ed esserne un capo, senza avere delle responsabilità.
Altrimenti è buona la solita scusa che tutto è avvenuto "a sua insaputa".
Non ho mai provato molta simpatia per Benedetto XVI e non comincerò a trovarlo simpatico adesso che ha abdicato cara Berica. Il suo pensiero conservatore è quanto di più immorale io possa immaginare in un ambiente che si dice fondato sull'amore. Non c'è niente di amorevole nell'arroccamento in principi che le più fallaci argomentazioni teologiche tentano di fondare sul "diritto naturale". La lotta che questo pontefice, insieme al suo predecessore, ha imbastito con la modernità nata dall'illuminismo ha qualcosa di donchisciottesco. Solitamente provo ammirazione per i Don Chisciotte, anche se la pensano diversamente da me, ma solo quando l'arroganza non erode del tutto la lotta interiore che li anima e non c’è ingerenza nell’ambito dei diritti.
RispondiEliminaLa sua rinuncia è quanto di meglio ha fatto finora, lo porta ad una dimensione umana, “laica” dice Vito Mancuso. Concordo con invecedistelle quando dice che ci vuole coraggio per dire davanti a tutto il mondo ‘Non sono più in grado di...’ e con Rainbow quando dice che il gesto rappresenta un esempio per molti politici. Rainbow a me basterebbe che si togliesse di mezzo il caimano, in qualunque modo, un espatrio, un ritiro spirituale, un suicidio, qualunque modo purché un inetto che fa l'apologia del crimine si allontani dalla cosa pubblica, ci mancava solo che le tangenti sono commissioni estere...Cetto La Qualunque in confronto è un chierichetto. Temo sia più facile assistere alla rinuncia di un altro pontefice che estirpare questo cancro. Comincio a pensare che solo un'altra guerra civile può far risvegliare questo paese...parentesi chiusa.
Non mi piace parlare di vigliaccheria Cri, anche se è utile considerare che l’accusa si giustifica in un sistema di pensiero monolitico e integralista quale è quello professa Ratzinger, un sistema che per definizione, non ammette cambiamenti. Una rinuncia al papato è un cambiamento importante ma Bonifacio VIII introdusse la possibilità di rinuncia. Quindi sebbene rara la rinuncia è prevista, come sapeva bene Nanni Moretti quando girò il suo film Habemus Papam tanto criticato dai porporati perché lo consideravano “assurdo”, loro sì che avevano studiato la storia. Se il segretario personale di Giovanni Paolo II usò l’espressione che “Cristo non scese dalla croce” io penserei ad un atto di tracotanza prima ancora che ad una esplicita dichiarazione di fanatismo e di esaltazione della personalità. Per fare una citazione ‘colta’ del pensiero relativista, tanto inviso a Ratzinger, “mai dire mai”!
(segue)
Mi piace la lettura di Nou, ha voluto dimostrare la “relatività” del potere”, la cosa è però più articolata cara Nou. Date le dichiarazioni sulle “divisioni nella chiesa”, dichiarazioni peraltro non nuove, è evidente che oltre al “relativismo” che lo ossessionava fuori dalle mura vaticane aveva un fronte aperto con il “relativismo” che serpeggia dentro la chiesa, quello fatto di potere, di carrierismo, di arrivismo. E’ rimasto schiacciato tra due relativismi. Mi pare però di poter azzardare l’ipotesi che al “relativismo” dentro le mura vaticane abbia dato una scossa tremenda con la sua rinuncia, almeno questa mi pare sia la sua intenzione. Non so se la chiesa farà tesoro di questo e non so quanto questo possa tradursi in beneficio per la collettività fuori dalla chiesa. Questo dipenderà dalla successione. Benedetto XVI era un moralizzatore dentro la chiesa, anche se in più occasioni ha adottato criteri morali piuttosto discutibili, non escludo quindi una successione che vada in questa direzione. Se poi questo si tradurrà in una apertura nel tracciato del Concilio Vaticano II mi pare azzardato dirlo, anzi tutto fa pensare ad una successione all’insegna della conservazione, sempre che l’ “intervento dello spirito” non rovesci le cose. A proposito, qualche entusiasta invoca un papa nero pensando che questo sia una novità, bene da parte mia spero proprio che non sia un papa nero, perché altrimenti Ratzinger sarà ricordato come un innovatore post-punk. Io spero in un esponente di quella teologia della liberazione di cui Benedetto XVI e Giovanni Paolo II hanno fatto scempio. Spero in qualcuno che riprenda il discorso del Concilio Vaticano II, e magari in qualcuno intenzionato ad aprire un nuovo Concilio, ma la cosa è difficile.
RispondiEliminaNon mi interessano caro Aldo gli intrighi vaticani, quelli li conosco e li do per scontati in un sistema di potere, e in un sistema così chiuso le cose ci mettono secoli ad uscire, se escono, io non ho secoli a disposizione. Mi interessa di più quello che la Chiesa significa per molte persone anche se sono un non credente, o forse mi interessa perché sono un non credente. Mi interessa perché in questo paese la Chiesa decide una graduatoria dell’amore, mi interessa perché in questo paese la Chiesa decide quali diritti sono “naturali” e quali sono “contro natura”, mi interessa perché in questo paese la Chiesa decide che non puoi nascere grazie alla tecnica ma devi continuare a vegetare grazie alla tecnica. Lo decide perché c’è una classe politica ignobile ma questo è quanto accade. E mi interessa perché penso che il nocciolo del vangelo sia nella carità e non nella verità e da questo punto di vista non ho visto grandi cose negli ultimi trentacinque anni. L’immagine che Ratzinger e il più carismatico predecessore hanno lasciato non è quella di chi ha messo l’abbraccio della carità al primo posto ma di chi ha chiesto conto della verità prima dell’abbraccio. Entrambi risponderanno di questo davanti alla storia al di là dei proclami di piazza, delle ovazioni e dei santo subito. Davanti alla storia non vale la simpatia o il carisma ma la distanza tra ciò che viene seminato e ciò che nasce e se per Benedetto XVI l’immagine è quella di una resa di fronte ad una modernità troppo liquida per un pensatore intriso di filosofia tomista, l’immagine di Giovanni Paolo II è quella di centinaia di migliaia di papaboys che dopo aver affollato le sue omelie durante il giubileo lasciano ai netturbini il compito di ripulire strati di preservativi nella spianata di Tor Vergata.
Un saluto a tutti e buon conclave!
Dimenticavo, tempo fa ho "deratzingerizzato" questo blog dopo la notizia che ha ricevuto la promotrice ugandese della legge che prevede la pena di morte per omosessuali. Visto che ormai ha provveduto a deratzingerizzarsi da sé tolgo il banner a lato!
RispondiEliminaAntonio, hai articolato nei minimi dettagli il mio pensiero: quello di una ex cattolica praticante rinsavita da decenni in virtù dell'operato di Wojtyla strettamente congiunto a quello dell'allora cardinale Ratzinger a capo del Sant'Uffizio.
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