Tempo fa in auto lungo l'autostrada ascoltavo una trasmissione alla radio in cui un paio di commentatori discutevano del favore dei mercati nei confronti dei paesi europei e dicevano che la Gran Bretagna è più affidabile dell'Italia perché quando il governo inglese dice che verrà ridotta la spesa pubblica (leggi licenziamenti in massa di lavoratori "in eccesso" nel settore pubblico) sicuramente lo farà, mentre per l'Italia questo proposito è più difficile da realizzare!
Oggi è più "affidabile" un paese che sa tagliare le sue "risorse", ovvero licenziare i lavoratori, anziché pensare a come farli produrre, questo nonostante i continui peana sulla crescita e la produttività.
Dal Governo non manca giorno che arrivi una invocazione di crescita, ci dicono che bisogna rilanciare la crescita, che bisogna fare qualcosa per la crescita, insomma questo mantra della crescita è l'assillo continuo di una squadra di "esperti della crescita economica". E che si fa per questa benedetta crescita? Persino Napolitano, che non mi sembra mal disposto nei confronti dell'esecutivo, tempo fa parlò di "invocazioni quotidiane, a volte un po' fastidiose vacuamente polemiche" a proposito del continuo riferimento alla crescita senza che vi fossero azioni concrete. Non vorrei mettere zizzania, ma secondo me il capo dello Stato si riferiva al Governo. D'accordo, ci sono vincoli europei, pareggio di bilancio, rigore e tutta quella roba lì, va benissimo. Tralascio il fatto che in queste stronzate ci si sono avvitati gli stessi personaggi che adesso in Europa non sanno come diavolo fare per dare impulso alla famigerata crescita ma è possibile che non venga in mente uno straccio di idea per far circolare i soldi che ci sono? Esperti di economia, sacerdoti del neoliberismo, cultori del capitalismo e neanche un'idea su come far ripartire l'economia? Qualche idea adesso sta circolando in Europa, forse perché la Merkel si sente isolata dalla svolta francese o forse perché ha realizzato che se crollano i paesi europei che importano merci dalla Germania crolla anche la Germania che esporta merci in quei paesi. I rapporti economici sono questioni complicate, non sempre vengono colte al volo le conseguenze!
Io non sono certo un cultore della crescita economica, anzi mi pare che il termine crescita sia intrinsecamente insensato se non accompagnato da opportuna qualifica e confini. Da biologo penso che se qualcosa cresce rispettando dei limiti, dei confini, allora è una cosa buona, se invece cresce senza rispettare dei limiti allora molto probabilmente stiamo osservando delle cellule tumorali in rapida moltiplicazione, si chiama metastasi e solitamente non è affatto una cosa buona. Quei limiti nella società si chiamano diritti, nell'ambiente si chiamano entropia. Diciamo - per farla breve - che mi sono convinto che una rigorosa qualifica al termine crescita possa contribuire a correggerne le storture, una qualifica che faccia volgere la crescita economica in crescita della qualità della vita, che sia rispettosa dell'ambiente e dei rapporti sociali. Ma noi biologi siamo gente semplice, vagamente velleitaria, ci occupiamo di esseri viventi, solitamente vestiamo anche male, non siamo come gli economisti, gente rispettabile, seria, intellettuali di rango. Noi possiamo fare analisi semplici e proposte naif.
Da inesperto in economia mi sono chiesto se non fosse possibile mettere in movimento i soldi disponibili per stimolare la crescita. Allora mi sono fatto l'idea che tentare di sbloccare il credito delle banche potesse essere un buon volano per la crescita. Il bello dell'idea è che i dati direbbero che la strada si può percorrere se si "derogasse" alla teoria che le banche hanno natura di impresa che trovano nella profittabilità la condizione della propria esistenza (teoria divenuta legge con le riforme bancarie degli anni '90), ma quando i dati non sono compatibili con la teoria quasi sempre sono i dati che hanno la peggio!
Ad ogni modo sappiamo che le banche italiane non concedono credito, la chiamano stretta creditizia ma credit crunch fa più paura, sappiamo che ricevono liquidità dalla BCE a tassi vantaggiosi in misura anche maggiore delle banche di altri paesi europei. "Gli interventi sono stati decisi dalla BCE soprattutto con l’intento di contrastare la restrizione creditizia", come dice Carlo Milani, invece buona parte della liquidità è stata dedicata all'acquisto di titoli di Stato, operazione che potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio. Al di là della pur non trascurabile speculazione bancaria sulla differenza tra tasso di interesse con cui le banche ricevono i soldi dalla BCE ed interessi garantiti dai titoli acquistati, diciamo che l'acquisto di titoli di Stato è un'operazione che può dare benefici sul debito perché questo resta in Italia e può essere svantaggiosa per l'esposizione delle banche al rischio insolvenza, insomma un bel loop. In economia ce ne sono tanti, anche in biologia ci sono tanti loop ma solitamente sono meccanismi autoregolativi e funzionano a feedback negativo e nonostante il termine si tratta di una cosa positiva: una ghiandola produce un ormone, la concentrazione dell'ormone nel sangue aumenta e raggiunto un certo livello la ghiandola smette di produrre l'ormone, quando la concentrazione dell'ormone diminuisce la ghiandola ricomincia a produrre l'ormone e così via, in modo da mantenere pressoché costante la concentrazione dell'ormone nel sangue, questo è il feedback negativo, un meccanismo omeostatico. In economia invece si trovano spesso feedback positivi che sono cose negative, sono i fenomeni di autoamplificazione, ad esempio una disponibilità economica consente un investimento per accrescere la disponibilità economica che viene reinvestita e così via. Regola del feedback positivo è "se le cose vanno bene andranno sempre meglio, se le cose vanno male andranno sempre peggio", la prima parte della "regola" eccita gli economisti come adolescenti alla loro prima esperienza sessuale e spesso non gli basta l'intera vita per scoprire la seconda parte e accorgersi che non può essere separata dalla prima! Scherzi a parte, ci sono tanti economisti capaci di pensare molti li trovate nel sito Sbilanciamoci!. Nessuno fa parte della squadra di esperti del governo.
Insomma, mi sono chiesto perché il Governo non interviene sull'erogazione di liquidità come è intervenuto sulle pensioni e sul lavoro? Tutto sommato questi tre ambiti non possono essere del tutto indipendenti, sembrano tre vertici di un solo triangolo: finanziamento, lavoro, pensione. Il finanziamento attiva l'investimento che permette di creare lavoro e il lavoro ha la sua conclusione nel periodo di pensionamento. Allora perché intervenire due vertici del triangolo ignorando il terzo? "Perché altrimenti si violerebbero le regole del libero mercato", risponderebbero i guru dell'economia e della finanza neolib. Qualcuno, meno aduso alle regole del libero mercato e poco avvezzo alla sobria compostezza della retorica politica, risponderebbe con "e sti cazzi" ma probabilmente chi ha maggiore pazienza potrebbe trovare tempo e argomenti per comunicare che le "regole" del libero mercato non sono leggi fisiche, che la loro "violazione" in realtà altro non è che la manifestazione di un differente paradigma cognitivo, che le "regole" del libero mercato non hanno uno straccio di dimostrazione della loro efficacia e così via, ma probabilmente questi sono argomenti che convincerebbero gente semplice, come i biologi, non gli economisti, gente dall'eloquio assai più raffinato!
Eppure di cose da fare nel settore bancario ce ne sono tante. Tutti nel governo parlano di riforme ma nessuno propone una riforma del sistema bancario. Ad esempio si potrebbe introdurre una separazione netta tra attività finanziarie ed attività commerciali delle banche. Niente di nuovo, si tratterebbe di una riforma di roosveltiana memoria, smantellata alla fine degli anni '90. Magari quella riforma potrebbe essere rispolverata dal Governo, anzi, pare ci sia un disegno di legge al riguardo presentato dal senatore Peterlini ma nessuno ne parla.
L'ho già detto, non sono un esperto in materia bancaria ma mi piace pensare che una serie di interventi sui meccanismi di credito che leghino l'erogazione di fondi alla creazione di lavoro nel rispetto dei diritti e della sostenibilità ambientale potrebbe sbloccare le energie per una crescita che sia più attenta alla massimizzazione della qualità della vita e meno attenta alla massimizzazione dei profitti. Sono appunti frettolosi e disordinati, scritti di getto durante una sosta in autostrada qualche settimana fa. A mio avviso le attività finanziarie devono essere minoritarie, marginali, con una soglia imposta dallo Stato. L'attività finanziaria e quella commerciale non devono comunicare mai, in nessun caso. Le risorse di una attività non finanziano mai l'altra, gli eventuali guadagni possono muoversi solo in un verso, dall'attività finanziaria a quella commerciale. La finanza deve avere un fine, come dice la radice del termine, il fine della finanza non deve essere accumulazione di capitale ma finanziare altre attività. E' necessario prevedere quote per prestiti che finanzino progetti che creino posti di lavoro e, strettamente connessi a questi, mutui per scopi privati. I tassi dei prestiti sono inversamente proporzionali all'intensità di lavoro (capitale umano) che attivano i progetti e proporzionali al potenziale di creazione di valore aggiunto del progetto. I progetti devono rispettare rigorosi standard di ecocompatibilità, il mancato rispetto ne pregiudica l'erogazione. Una quota significativa dei prestiti, a tassi inferiori a quelli dedicati per progetti ad alto potenziale produttivo, deve essere dedicata a progetti non strettamente produttivi, due esempi su tutti: sistema sanitario (con alta componente preventiva e non solo curativa) e tutela del patrimonio paesaggistico, artistico e culturale. I progetti devono essere vagliati e monitorati dall'inizio alla fine con attività di rigorosa e trasparente rendicontazione soggetta a verifica da parte di controllori pubblicamente riconosciuti e certificati.
Posso immaginare che la cura non sarebbe indolore per le banche. Qualche tempo fa l'associazione bancari ha lamentato la proposta di azzeramento delle commissioni per i depositi, poverini! Poiché le lamentele dell'associazione bancari era "sintomo di un grande disagio nel settore bancario", Passera dixit, la proposta è immediatamente rientrata! Ad ogni modo un governo dovrebbe considerare che questo paese ha una vocazione al risparmio da parte delle famiglie più elevato di ogni altro paese in Europa e forse al mondo, nonostante la crisi stia intaccando quel risparmio. Nel 2007 la ricchezza finanziaria detenuta dal sistema bancario in Italia era più di otto volte il PIL. Non mi sembra un dato irrilevante, magari il governo potrebbe farlo pesare quando le banche manifestano il loro "disagio".
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Che bello che le soste in autostrada producano questi appunti!
RispondiEliminaCaro Antonio, condivido le tue osservazioni e credo che la crudeltà economica con la quale alcuni Stati si muovono vada riequilibrata a favore dei molti che hanno poco o pochissimo e debba interessare meglio i pochi che hanno molto (banche, politici, caste privilegiate). In Danimarca i parlamentari vanno al palazzo a piedi o in bicicletta e senza scorta. In Islanda la crisi è stata fatta pagare alle banche che l'hanno generata. Da noi, si crede che il rimbocco delle maniche e lo stringimento di cinghia sia un rimedio necessario e inevitabile, ma solo in un senso che non ha nulla di equo, moderno e naturale.
Spero che ci colga il vento della non sopportazione.
Un caro saluto.
Vincenzo Errico
Caro Vincenzo, in effetti molte volte tornando a Roma faccio fin troppe pause. Il tema delle classi sociali che contribuiscono alla soluzione delle crisi del nostro sistema economico l’aveva toccato Petrolini quando a suo tempo disse ”I soldi bisogna prenderli a chi ce li ha e cioè ai poveri che di soldi ne hanno pochi, ma sono tanti”, non mi pare che tutta la scienza dei tecnici che abbiamo al governo sia servita a spostarsi dall’assunto di Petrolini. Hai ragione a parlare di crudeltà economica, io aggiungo anche un pizzico di crassa ignoranza, magari in doppio petto, sobria, ma pur sempre crassa ignoranza. Come quella che ha fatto dire ai signori al governo che non bisogna avercela con i ricchi se i soldi sono guadagnati legittimamente e per merito perché con le loro tasse contribuiscono alla spesa sociale. Questo fu l’argomento che tirarono fuori quando pubblicarono le loro dichiarazioni dei redditi. Per carità, operazione di apprezzabile trasparenza quella di pubblicare i propri redditi e francamente non amo fare i conti agli altri ma sulla retorica ingannevole non transigo. Intanto mi chiedo come una persona che guadagna un paio di milioni di euro all’anno possa avere una qualche sensibilità sulle esigenze quotidiane del 90% delle persone di questo paese ma facciamo finta di niente. Il problema non è soltanto quanto il ricco contribuisca con la quota di tasse che paga, le tasse sono sicuramente una politica redistributiva ma sono altre le domande che vengono ormai ignorate da tutti, pena l’anatema di comunismo, ed è “Il reddito del super ricco da quali meriti di mercato proviene? Se non è possibile individuare meriti di mercato, e avrebbero molte difficoltà a farlo, il differenziale rispetto al reddito medio rappresenta una sottrazione di risorse alla società?” Leggi questo articolo di Maurizio Franzini uscito sull’ultimo numero di MicroMega e capirai che queste domande hanno ancora senso.
RispondiEliminaPer quanto riguarda gli altri paesi è sicuramente complicato portare l’esperienza islandese in Italia ma per le scorte direi che fanno bene i politici nostrani a dotarsene, senza rischierebbero di non tornare a casa. Un saluto a te.
Io mi occupo male persino della mia economia domestica, figuriamoci se dovessi affrontare i grandi problemi dell'economia della Nazione o del mondo intero. La crescita poi credo sia un tasto dolente, certe volte mi sorprendo in atteggiamenti identici a quando ero bambino e facevo i capricci. E' la parola "crescita" che mi suona proprio male; se si trattasse di espansione della nostra consapevolezza sarei nel mio ambito e tutto sommato ho esperienza che non è dannosa, tutt'altro. Ma in economia spesso "crescita" equivale a consumo, ad espansione, ad arricchimento materiale, alla movimentazione frenetica e spesso sconsiderata di beni e capitali per aumentare il pil (i pomodori siciliani vengono trattati e confezionati a Brescia prima di essere immersi nel mercato nazionale, anche nei supermercati del sud ... quindi ci tornano indietro come boomerang ad un prezzo molto maggiorato). Non mi piace questo modello economico, costruito perché pochi si possano arricchire vergognosamente, possano accumulare beni oltre ogni consumo, oltre ogni godimento diretto, tesi soltanto al godimento perverso, quello per cui non si gode delle cose, ma del fatto che qualcuno possa invidiarmi il possesso di quelle cose.
RispondiEliminaEro passato per un saluto.
Caro Garbo sono molto contento del tuo passaggio, spero sia un ritorno. Il termine crescita dato in mano agli economisti, anzi peggio, agli invasati dell’accumulo è pernicioso. Ci vorrebbero sicuramente più psicologi per tentare una qualche correzione dell’abominevole confusione che è stata operata tra crescita del benessere e acquisto degli oggetti che darebbero il benessere. Qualche tempo fa, Luigi Zoja scrisse un bel libro sulle implicazioni psicologiche della crescita economica, te lo consiglio vivamente, si chiama Storia dell'arroganza. Psicologia e limiti dello sviluppo, del 2003. L’assurdità del cosiddetto modello di sviluppo in corso è palese, la vedono anche i sassi ormai, per qualche tempo la faccenda tiene e il benessere “contagia” le fasce sociali più povere poi però si vedono i dissesti sociali nella distanza tra ricchi e poveri, i dissesti ambientali dell’inquinamento. Oggi passando in mezzo a due auto rombanti m’è venuto da pensare che in una qualche metropoli affollata sarà già nato il primo “umano” anaerobio. Chissà magari qualche genetista potrebbe pure pensarci! Tanto ormai la prevalenza del cretino, come dicevano i compianti Fruttero e Lucentini, caratterizza tutti i campi.
RispondiEliminaTornando al nostro discorso francamente sono nauseato dal modo in cui si sta affrontando questa crisi. Mi dirai che Monti è retto dalla stessa maggioranza che ha votato per Ruby rubacuori nipote di Mubarak e questo basterebbe per un ricovero forzato di metà parlamento, ma sinceramente mi sembra che Monti ci stia mettendo del suo. Il paradosso è ormai esponenziale, la crisi che nasce da dinamiche liberiste, in mano agli speculatori del mercato diventa crisi dei debiti sovrani, originati da dinamiche keynesiane e siccome adesso in Europa abbiamo i liberisti ecco che cancellano ogni parvenza di politica di rilancio dell’economia per creare posti di lavoro e lo fanno tagliando le spese sociali che guarda caso penalizzano i meno abbienti. Insomma è giusto tassare i poveri perché questi non investono i loro soldi mentre il ricco li investe. E’ il cosiddetto trickle down, hanno teorizzato pure questa stronzata, capisci? Già Smith mi pare accennasse alla ricchezza che “percola” dalle classi sociali alte a quelle più basse, concetto affascinante e per certi versi persino convincente se non fosse smentito dai fatti! Almeno Smith aveva un robusto corredo morale alle spalle ma i miserabili di oggi cos’hanno? Mi piacerebbe sapere come spiegano i devoti del trickle down l’allargamento della disuguaglianza tra fasce più ricche e face più povere. Mi piacerebbe capire che spiegazione danno alla concentrazione delle ricchezze, evidentemente il filtro si è tappato e la ricchezza non percola! Adesso non sanno più come farla percolare la ricchezza, il governo non trova 300 milioni di euro per gli ammortizzatori sociali e le banche ricevono dalla BCE 250 miliardi di euro per fare prestiti che facciano ripartire l’economia ma quei prestiti non li fanno perché le condizioni economiche di un possibile rientro del prestito sono precarie. E grazie al cazzo che sono precarie, se non fossero precarie la BCE non dava denaro a buon mercato proprio con lo scopo di rendere meno precaria l’economia. Nessuno sa come uscire da questo loop. Vabbè la smetto che mi sto alterando e ho qualche problema di tachicardia ultimamente quando parlo di questi argomenti, abbi pazienza se interrompo così.
Ti abbraccio forte.
C'è una inesattezza, l'attuale maggioranza non è la stessa del precedente governo ma una grossa fetta della maggioranza è fatta dagli stessi mentecatti. A presto.
RispondiElimina