Jamie |
Signore, il suo sentiero
quando a te la sua anima
e al mondo la sua pelle
dovrà riconsegnare
quando verrà al tuo cielo
là dove in pieno giorno
risplendono le stelle.
Quando attraverserà
l'ultimo vecchio ponte
ai suicidi dirà
baciandoli alla fronte
venite in Paradiso
là dove vado anch'io
perché non c'è l'inferno
nel mondo del buon Dio.
Fate che giunga a Voi
con le sue ossa stanche
seguito da migliaia
di quelle facce bianche
fate che a voi ritorni
fra i morti per oltraggio
che al cielo ed alla terra
mostrarono il coraggio.
Signori benpensanti
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi
Dio, fra le sue braccia
soffocherà il singhiozzo
di quelle labbra smorte
che all'odio e all'ignoranza
preferirono la morte.
Dio di misericordia
il tuo bel Paradiso
lo hai fatto soprattutto
per chi non ha sorriso
per quelli che han vissuto
con la coscienza pura
l'inferno esiste solo
per chi ne ha paura.
Meglio di lui nessuno
mai ti potrà indicare
gli errori di noi tutti
che puoi e vuoi salvare.
Ascolta la sua voce
che ormai canta nel vento
Dio di misericordia
vedrai, sarai contento.
Dio di misericordia
vedrai, sarai contento.
Fabrizio De André, Preghiera in gennaio, 1967.
"Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio", diceva Camus.
Sarà per via di vecchie memorie ma quel problema filosofico mi ha sempre devastato. Non ho mai imparato nulla di quel problema ma una cosa la so, di una cosa soltanto sono sicuro. Quando una persona si suicida, sia perché tormentata da un futuro incerto a 27 anni sia perché vittima dell'omofobia a 15 sia per qualunque altro motivo a qualunque età, chi resta deve reggere un pezzo di cielo più grande sulle proprie spalle, ha un peso maggiore da sopportare. Questo soltanto so.
bye flying squirrel
Conosco questo tema e il peso di quel pezzo di cielo rimasto senza sostegno. Uno zio ha voluto annegare nel Po. Io, piccina, sentivo l'angoscia delle ore precedenti e non lo volevo lasciare andare, ma lui è partito con la bici sopra l'argine e poi è sparito.
RispondiEliminaAmari ricordi analoghi vengono un po' a tutti. Importante come primo passo, credo, é onorare la memoria.
RispondiEliminaè un problema che tocca molti. Io ne sono stato solo sfiorato ma... mi ha segnato profondamente
RispondiEliminaIl suicidio lo conosco, ci lavoro a fianco, certe volte stendo la mano e quasi riesco a toccarlo, a sentirne l'essenza, l'ingannevole promessa di una via di fuga, la pace, il sollievo del peso della tua volta di cielo che sembra quasi stia per schiacciarti. Lavoro con persone che sono irresistibilmente attratte dal nulla, dalla morte, non ne hanno paura, mentre sono terribilmente spaventate dalla vita. La mia, poi, è la categoria dove in assoluto si annoverano più suicidi fra i professionisti; come i palombari di Delo andiamo a fondo scavando nel nostro inferno personale, negli inferni altrui, in tutto ciò che non riusciamo a fare nostro perché mette in crisi profondamente chi siamo.
RispondiEliminaCi tuffiamo per riemergere, ci teniamo qualche sicurezza in superficie (la supervisione, il riattivare la nostra analisi personale ... quando siamo in difficoltà, lo scambio, vitale, con i colleghi, una vita soddisfacente, degli affetti solidi ...), ma accade che talvolta qualcuno di noi non riemerga più ... stanco anche lui del peso della volta celeste.
E' triste pensare che la catena di solidarietà umana, gli affetti, non abbia funzionato a nessun livello, solo così perdiamo qualcuno per sua stessa mano.
Ciao
Davvero devastante per chi resta a farsi mille domante e, anche, a provare una sorta di rabbioso rancore...difficile. Davvero difficile.
RispondiEliminaSono sicuro che non potrei fare il tuo lavoro Garbo, forse non sarei un bravo palombaro.
RispondiEliminaJamie, Scoiattolo Volante, se sei lassù perdonami per questo bacio così tardivo. Leggo solo adesso della tua storia. Ma difficilmente la dimenticherò per il resto della vita.
RispondiElimina