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mercoledì 10 luglio 2019

Il finale della commedia borghese

Balzac fu osservatore acuto dell'epopea borghese. La sua opera è una summa della commedia umana, come egli stesso chiamò il suo corpo di scritti, nell'ascesa della classe borghese. Se si vuol capire come il denaro possa essere il motore "che move il sole e l'altre stelle" della borghesia allora Balzac è autore irrinunciabile. Con il Robinson Crusoe di Defoe comincia a delinearsi l'homo economicus e il minuzioso calcolo di efficienza e ottimizzazione delle risorse ma è con Balzac che vediamo la degenerazione di questo processo che, se all'inizio aveva lo scopo di elevarsi dalle angherie della sorte e della natura, alla fine avrà come solo scopo il continuo, asintotico, maniacale miglioramento delle prestazioni raggiunte. Balzac è lontano dalla matematizzazione dell'accumulo eppure vede con chiarezza profetica l'esito dell'affannosa affermazione tramite l'equivalente generale del denaro. Significativamente lo vede in un'opera che resta incompiuta perché la trama stava diventando sempre più complicata. I piccoli borghesi è un'opera metaletteraria perché più che nello sviluppo il suo valore è nell'essere rimasta incompiuta. L'artificioso e serpentino succedersi di eventi, l'accatastarsi di sorprese, colpi di scena e di espedienti meschini doveva interrompersi bruscamente. Balzac non ci pensa troppo, l'intreccio è diventato una matassa inestricabile, Balzac non sa come continuare, interrompe e comincia un'altra opera ma I piccoli borghesi continuano a dire che l'esito di quella storia non poteva essere altro che una brusca interruzione. I piccoli borghesi finiscono nel solo modo in cui potevano finire, annichiliti nel nulla costruito con le loro stesse mani attraverso la penna del loro autore. Lo scrittore passa ad altro e i personaggi di quell'opera finiscono nel nulla. Alla morte di Balzac altri tenteranno di completare l'opera ma saranno goffe caricature dell'affresco di Balzac e saranno presto dimenticate.
I personaggi di I piccoli borghesi sono incastonati in un flusso di eredità, investimenti, spese, acquisti di titoli e immobili, passaggi di cambiali e proprietà. Il carattere stesso dei personaggi è definito dalla storia e dalla geografia dei loro possedimenti, dai passaggi di proprietà e di carriere che rendono necessaria e inevitabile la stessa esistenza dei personaggi. La borghesia, con i suoi interminabili e affannosi traffici, con le sue ansie di affermazione, appare l'esito di una qualche razionalità superiore. Con Marx è l'esito del conflitto storico tra classi, con Balzac, che Marx ammirava, la borghesia è il quadro razionale di un meccanismo che assicura la circolazione della ricchezza. Il meccanismo trascende la stessa razionalità del divenire storico in cui le classi hanno un ruolo attivo e i personaggi appaiono mere pedine di una macchina il cui movimento è assicurato dalla circolazione del denaro. Con Balzac si potrebbe riscrivere la celebre provocazione di Richard Dawkins in Il gene egoista: «Noi siamo macchine da sopravvivenza, robot semoventi programmati ciecamente per preservare quelle molecole egoiste note sotto il nome di moneta». Dawkins non parlava della moneta ma dei geni ma la metafora con Balzac funziona benissimo.
La critica che Aristotele indirizza alla  crematistica ci dice che stiamo parlando di meccanismi antichi ma le rivoluzioni borghesi di molti secoli dopo determinano la diffusione della classe sociale che fa della "ricchezza che non ha alcun limite" il senso dell'esistenza. Molti si sono accorti delle degenerazioni di Mammona, soprattutto quel Marx che umanisticamente vagheggiò dell'emancipazione dai bisogni ma come spesso accade nella storia i sogni diventano incubi e il tentativo di raddrizzare il legno storto dell'umanità ha originato tragedie peggiori del male che si voleva curare. Pur tra mille incidenti e brusche virate della storia è stato costruito un tessuto di principi che garantisse la civile convivenza, l'eguaglianza e la solidarietà. Le classi popolari, un tempo fuori dalla storia, sono assurte a protagonisti della storia diventando borghesi ma i discendenti della famiglia Phellion sono stati rapidamente messi in minoranza. Sono i "professoroni" che si appellano a principi stantii. Ora è il tempo dei Théodose de La Peyrade, dei Thuillier e delle Brigitte. Le antiche pulsioni hanno prevalso e si è finiti presto nelle mani di banchieri del popolo di ogni risma. E le classi popolari? Le classi popolari, colpevoli e vittime di questo rivolgimento, dopo aver partorito il proprio divoratore sono state nuovamente espulse dalla storia. Espulse da truffatori e arrivisti che indossano gli abiti del popolo, da vecchi e nuovi aristocratici che restano invisibili e continuano a prosperare sulle miserie del mondo.
I mascalzoni del popolo che beneficiano del disagio sociale sono fantocci perfetti per vincere, sia pure temporaneamente, la sfiducia che serpeggia nel tessuto sociale e lo sfibra. Sfiducia nella politica, nella scienza, nelle istituzioni, sfiducia alimentata ad arte per rivolgere la rabbia dei penultimi contro gli ultimi e distrarre l'attenzione già poco coltivata nelle classi popolari dai problemi che strangolano la società. I finti amici del popolo, imbottiti di miliardi e supponenza, diventano presidenti degli Stati Uniti, diventano ministri degli interni plenipotenziari, mangiano alle sagre popolari e fanno affari con le lobby delle armi e del petrolio, promettono la riduzione delle tasse e avvelenano l'atmosfera dei figli del popolo con fumi tossici di anidride carbonica e di odio. I finti amici del popolo si mettono alla guida di macchine complesse senza aver passato l'esame della scuola guida perché sono convinti che basta essere giovani e figli del popolo per fare bene gli interessi del popolo. La classe borghese progressista ha dimenticato il ruolo che ha avuto nelle rivoluzioni borghesi, si è allontanata dal popolo e il popolo, l'informe Proteo, l'ha sfiduciata. Il popolo ha sfiduciato una parte di sé stesso come in una malattia autoimmune in cui i confini tra corpo estraneo e corpo aggredito non sono più distinguibili e la cura è un'impresa non sempre possibile.
La colpevole, fugace e intermittente fiducia del popolo va da un Masaniello all'altro che, al grido "Viva 'o Re 'e Spagna, mora 'o malgoverno", guida la rivolta di...

3 commenti:

  1. Post molto bello, che mi sono goduto riga per riga, e che sottoscrivo dall’inizio alla fine: con molte meno parole di quelle che avrei usato io, e molto più elegantemente di me hai espresso ciò che anch’io ho venuto maturando, soprattutto in questi ultimi mesi.
    Non è facile mettere insieme la Politica di Aristotele e i minibot, la democrazia ateniese e il populismo e il sovranismo che caratterizzano la cultura dell’Occidente in questo scorcio di secolo: chi è dotato di un’intelligenza media, almeno, capisce che stiamo sfiorando il baratro e veleggiando verso l’abisso … nave senza nocchier in gran tempesta … ma nessuno sembra volere o saper fermare questa nave, affascinati, quasi ipnotizzati da tanta assurdità e d’altro canto masochisticamente avvinghiati ad una forma metafisica di autopunizione, per la colpa di aver permesso tutto ciò, di non aver fatto abbastanza per contrastarlo.
    La borghesia è stata la classe più legata al denaro e alla matematizzazione e alla geometrizzazione dell’esistenza umana, nel periodo in cui è stata in auge c’erano solo due classi sociali: quella borghese, e quella che voleva diventare borghese (il popolo e ciò che rimaneva della nobiltà e dell’antica stirpe guerriera, che si sono tuffati senza alcun pudore nel mondo del benessere e del consumismo più sfrenato).
    Oggi il denaro è un concetto sempre più sfumato, non è più legato ad un lavoro o ad un rischio (nel caso del banchiere o del mercante), ma è sempre di più legato all’apparire, alla fama, al successo d’immagine che riesci a creare intorno a te; ed è così che Fedez e la Ferragni, pur essendo il nulla e manifestando il nulla, guadagnano in un anno quello che a stento io guadagnerei in dieci; è così che se sei Morgan, possono pure sfrattarti di casa, ma anche lo sfratto contribuirà a darti fama e successo e, naturalmente ad aprire per te nuovo credito ovunque; è così che puoi essere il più imbecille degli uomini e scommettere duemila euro con un altro imbecille perché si butti in mare con tutto lo scooter, e troverai sempre il critico d’arte, summa di tutte le imbecillità che acclamerà il tuo gesto imbecille come una forma elevata d’arte, una performance, un’istallazione vivente con imbecille scommettitore sul molo, imbecille che scommette in mare con lo scooter, imbecille critico d’arte che osanna il gesto e media imbecilli che lo propagano.
    Questa è la nuova moneta, e Salvini è il suo profeta!
    I 49 milioni di euro (quarantanove milioni di rimborsi elettorali???), i presunti soldi presi da Putin, le speculazioni in diamanti della Tanzania, la laurea per il figlio scemo acquistata a Tirana, …, non vanno presi né alla lettera, né facendone un calcolo numerico del valore, e forse nemmeno a livello simbolico metaforico, vanno prese sul piano “segnico”, significano qualcosa, ne accertano e documentano l’esistenza … l’esistenza del nulla (Salvini, Bossi, Di Maio, Renzi, Sgarbi, Fedez, Ferragni, Balotelli, …), coosì come tempo fa è girata un’immagine, forse una foto, forse altro, che documentava l’esistenza di un buco nero.
    Ciao

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  2. "ho venuto maturando" è una svista, volevo concludere in altro modo che non con maturando, poi non ho adeguato l'incipit

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  3. Sì, stiamo sfiorando il baratro, quello etico, ambientale, sociale e non ultimo quello economico, di tutti il meno importante ma il solo che verrà in qualche modo elaborato come per un lutto, senza peraltro digerirlo. Nihil sub sole novum verrebbe da dire, le follie dell'umanità non sono una novità odierna, cambiano registro, come cambiano registro le epoche ma il cammino è quello, con gli immancabili zig zag e passi di gambero della storia. Una performance dici, una performance metafisica direi in cui forse anche Dio tifa estinzione, per rifare errori nuovi, per errare meglio direbbe Beckett. Ormai niente va più esaminato con gli strumenti della razionalità, siamo in una tempesta ormonale in cui l'oggetto del desiderio di turno può permettersi di tutto, anche quello che ieri sarebbe stato oggetto di linciaggio. Pensa alla reazione scomposta e maniacale dei grillini ai miserabilissimi scontrini di Marino e pensa alla catatonia nei confronti dei 49 milioni rubati dalla Lega e dei finanziamenti illeciti dalla Russia. Più che sul piano segnico suggerirei di guardarle sul piano clinico, siamo in un manicomio e i dottori sono scappati, oppure impazziti come i pazienti. E noi? forse siamo noi il nulla ma ancora non vogliamo arrenderci. A presto

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