Dal film Il giorno della civetta, 1968. Regia di Damiano Damiani
Il linguaggio del film di Damiani è già all'insegna del cosiddetto politically correct, Sciascia è un po' più esplicito:
"«Io» proseguì don Mariano «ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà... Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini... E invece no, scende ancora più in giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi... E ancora di più: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito... E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre... [...]»". Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta. Einaudi, 1961.
In ogni caso, tragica anticipatrice denuncia della mafia.
RispondiEliminapregna di realtà....
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