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mercoledì 2 gennaio 2013

Destra e sinistra non esistono più

La lista di chi dice che destra e sinistra non ci sono più si è allungata. Ricordo tempo fa che era solito ripeterlo Bossi, diceva che lui sta in alto. Poi Grillo, evidentemente a corto di battute originali, ha detto la stessa cosa, destra e sinistra non ci sono più io sto in alto. Anche Monti ha detto che destra e sinistra non ci sono più, evidentemente sarà sembrato poco elegante al professore dire che sta in alto, doveva pur distinguersi dagli illustri predecessori e poi c'è sempre il fantomatico centro cui appellarsi.

Di solito i film prevedibili mi annoiano e l'esito di Monti al riguardo era più che prevedibile, perdonatemi l'autocitazione ma un anno fa scrissi di «una sorta di oggettivazione della tecnica che a questo punto non sarebbe "né di destra né di sinistra"». Il film era talmente banale che la previsione era fin troppo facile. C'è da dire che la situazione di quella che si chiama destra in Italia è talmente miserabile che tocca pure esultare se Monti si propone alla guida di una destra presentabile ma detto questo mi pare che l'agone elettorale non stia risparmiando neanche il compassato Monti dal fascino delle battute ad effetto e possibilmente senza troppi argomenti. Magari prima o poi si comincerà con le promesse elettorali del tipo che verranno abbassate le tasse!

Durante il periodo festivo ho letto un libro che ho apprezzato molto e che consiglio fortemente di leggere. Il titolo italiano è La misura dell'anima. Perché le disuguaglianze rendono le società più infelici, di R. Wilkinson, K. Pickett, edito da Feltrinelli nel 2009 e in edizione economica nel 2012.  Qui trovate una recensione del libro. Gli autori sono due epidemiologi con solide basi in economia. Il libro è fitto di dati e grafici che dimostrano come il grado di benessere nei paesi sviluppati non sia guidato dal reddito assoluto ma dal grado di diseguaglianza in ogni società. In altre parole non conta il reddito assoluto ma la posizione sociale all'interno del proprio contesto. Quando si parla di benessere sociale si intendono indicatori quali tassi di mortalità, durata della vita, incidenza di ansia, malattie cardiache, salute mentale, obesità, incidenza delle gravidanze adolescenziali, tassi di criminalità, uso di sostanze stupefacenti, mobilità sociale ecc. ecc. Nei cosiddetti paesi sviluppati tutti questi parametri sono correlati con la disuguaglianza economica, ovvero all'aumentare della forbice tra ricchi e poveri c'è una diminuzione del benessere e la cosa più stupefacente è che in molti casi la riduzione del benessere è trasversale, tocca i poveri in maggior misura ma anche i ricchi. Oltre un certo livello dei redditi non è la povertà assoluta a determinare i disagi sociali ma la disuguaglianza relativa dei redditi. Una correlazione non è sempre indicativa di una relazione causa-effetto ma il libro fornisce solide e convincenti argomentazioni per ritenere fondato che tra disuguaglianza e disagio ci sia una relazione di causalità. Ai risultati presentati nel libro è dedicato il sito http://www.equalitytrust.org.uk/ di cui è disponibile una versione in italiano.
Tra i paesi con minore disuguaglianza dei redditi c'è la Svezia e il Giappone, sono modelli economici e politici diversi, quasi antitetici, la prima con una forte tassazione ed una politica redistributiva, il secondo con un contenimento a monte dei redditi. Tra i paesi con maggiore disuguaglianza ci sono gli Stati Uniti, dove la tassazione è vista come fumo negli occhi, la politica redistributiva è scarsa e il contenimento dei redditi è praticametne nullo. L'Italia occupa una posizione intermedia tra questi estremi. Sarebbe interessante sapere in quale direzione porterebbe l'Italia la politica di Monti.

Il nocciolo del discorso politico moderno parte da quelle tre parole che furono la bandiera della Rivoluzione francese: Libertà, Uguaglianza, Fraternità. Ora, per farla brutalmente breve, se uno ritiene che l'uguaglianza sia premessa fondamentale per ottenere libertà e fraternità allora è di sinistra, se uno ritiene che la libertà è premessa fondamentale per ottenere uguaglianza e fraternità allora è di destra. I dati dicono che a partire dagli anni '80 c'è stata un'impennata della disuguaglianza sia tra paesi sia all'interno dei paesi sviluppati, la storia dice che in questi ultimi paesi la visione politica imperante è stata di stampo neoliberista che io definisco di destra ma magari il professore Monti definisce di centro. Monti all'inizio del suo mandato ha parlato di equità, come siano andate le cose è sotto gli occhi di tutti. E' vero che la maggioranza relativa in Parlamento era la stessa che votava per «Ruby rubacuori nipote di Mubarak» ma non mi pare che le iniziative di Monti fossero orientate a stabilire con forza la priorità dell'uguaglianza sulla libertà. La lotta all'evasione andrebbe sicuramente nella direzione della solidarietà ma solo se i proventi servissero a ridurre le disuguaglianze.

Fino a quando ci sarà qualcuno che parla di storia dei paesi e altri parleranno di storia delle genti allora ci sarà destra e sinistra, fino a quando ci sarà chi considera l'uguaglianza la premessa della libertà e della solidarietà allora ci sarà la sinistra, fino a quando ci sarà chi pensa che il benessere di molti è il risultato dell'arricchimento di pochi (assunto peraltro più volte smentito dai fatti) allora ci sarà la destra. Fino a quando ci sarà chi pensa che salvare un paese significa salvare la sua gente allora ci sarà la destra e fino a quando ci sarà chi pensa che salvare la gente significa salvare il paese allora ci sarà la sinistra.

8 commenti:

  1. forse vogliono solo dire che da troppi anni il nostro sistema politico è come un'aquila con due ali, entrambe destre.
    (non ricordo chi l'aveva detto, forse George Carlin a proposito degli Usa)
    ma non sanno come dirlo.

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  2. Quella teoria conferma una cosa molto semplice che ho sempre pensato: che la socialdemocrazia di stampo scandinavo è intelligenza, mentre il liberismo esasperato è stupidità (stupidità violenta e criminale, oltretutto).
    Su destra e sinistra hai ragione, ma nel teatrino italiano sta diventando un gioco delle parti, una mera questione di spostamenti e assestamenti per imbrigliare voti come una rete cattura pesci (e l'elettore medio italiota non è certo più intelligente di un pesce) con Monti che invita apertamente il Pd a essere più di sinistra (in pratica gli dice: "Fatti più in là!") perché i voti cosiddetti moderati li vuole intercettare tutti lui...
    Mentre "quell'altro", il signor "Libera volpe in libero pollaio" arriva all'estremo tragicomico di voler solo candidati ricchi, perché secondo lui i poveri sono tutti corruttibili e potenzialmente disonesti, mentre i ricchi no, loro si sono arricchiti tutti onestamente e non gli serve più nulla, come infatti s'è visto negli ultimi decenni di italico sconcio e di italico sfascio...

    Buon 2013 comunque, mio caro Amico!

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  3. Ragionamento molto interessante, e che sintesi convincente. Io sono molto meno preparata in materia, ma mi pare di intuire che il vento, per forza di cose, sta cambiando. I tentativi di arroccamento dei repubblicani americani (anche su una riforma delle tasse all'acqua di rose come quella su cui Obama è stato costretto ad attestarsi come compromesso molto al ribasso) come quelli di restaurazione delle eminenze grigie alla Monti e Co. mi sembrano gli ultimi canti del cigno, la resistenza estrema di chi sta tentando di salvare il salvabile (atteggiamento che in Italia assume le sembianze originali e peculiari del gattopardismo, il che confonde e complica un pochino di più il processo...). Lo avverto persino nel cambio di registro della letteratura e del cinema contemporanei. Corsi e ricorsi si susseguono nell'andamento ciclico della storia: ora che il capitalismo ha certificato il suo fallimento, insieme all'individualismo, la sua condizione sociologica essenziale, il concetto di comunità tornerà alla ribalta, con tutto il quadro di valori che lo contraddistingue. Ci vorrà ancora molto tempo, il mutamento non sarà certo indolore e soprattutto non avrà esiti prevedibili, date anche le nuove variabili dei giovani colossi economici emersi nell'ultimo secolo, la Cina, l'India: ma ormai il meccanismo si è messo in moto, il nuovo giro sta per cominciare.

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  4. Onestamente affermo che non sono in grado di esprimermi con quanto scritto in questo tuo post e come bene hanno fatto nei loro commenti chi mi precede. Vorrei tanto dire tutto quello che mi ribolle dentro e potermi/sapermi sfogare ma non ne sono all'altezza.
    Due bazzecole però voglio dirle: la tanto decantata equità all'inizio del disastro Monti si è mai appalesata? Non mi pare, anzi al contrario tanto che, vedi ultima notiziola di ieri. mentre si fanno tagli alla sanità al Senato assumono medici specialisti per la cura "gratuita" dei politici. Un'altra perla che ho letto l'ha detta il berlufolle nella sua penultima e malefica intervista televisiva - che io evito accuratamente di ascoltare - quando ha affermato che lui non ha mai detto che ruby era la figlia del suo amico mubarak. Ma come? Ne hanno discusso persino in Parlamento, cialtrone che altro non sei.
    Anto' siamo messi molto male. Pensi che 'sto 2013 sia mwglio dei precedenti? Lo spero e me lo auguro e lo auguro anche a te e a tutti.
    Un caro saluto,
    aldo.

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  5. @Intherainbow...pensa che certi "compagni" mi hanno tacciata di essere di destra perché mi piaceva la musica di Lucio Battisti. Rimasi incapace di replica per la insensatezza della cosa! Non conoscevo la canzone di Gaber, ma già allora mi chiedevo: ma che cos'è la destra e che cos'è la sinistra? Ora ce l'ho la risposta: è l'anomalia italiana. La follia di chi vuol vivere sulla pelle degli altri (destra) e per questo non si può fare a meno della sinistra (opposizione). Non sono in grado di argomentare più di così, i radicalismi in entrambi gli schieramenti non vanno bene se non per "contenere" le differenze politiche. Ho sempre votato a sinistra, perché non posso non sentirmi solidale con chi ha meno di me e spero nel senso di equità che non può arrivare dalla destra per sua natura dominante e prevaricatrice sui deboli. Per questo continuerò a votare a sinistra, per il bisogno di giustizia sociale. Non so se la vedremo attuata, ma almeno spero, cercata.
    Ciao :)

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  6. Rispondo con un'altra canzone che viene dallo stesso album di Gaber da cui è tratto Destra e sinistra. Lui parlava della sua generazione, io della mia posso solo abbozzare un ritratto.
    Nou, se ascoltare Battisti significa essere di destra figuriamoci a leggere Nietzsche ma è più che certo che chi ti ha detto una simile scemenza si tiene lontano da certe letture e poi trovami uno che non abbia cantato "o mare nero o mare nero" sulla spiaggia davanti ad un falò!

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  7. Rimanderei, intanto, all'odierno articolo di Curzio Maltese su "la repubblica".

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  8. Ringrazio Adriano per il suggerimento dell'articolo di Curzio Maltese. Aggiungo l'articolo di Ilvo Diamanti.

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