"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
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"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
Sono stato folgorato da questa che sembra una
RispondiEliminacanzonetta ma in realtà è uno dei capolavori di Fabrizio De André tra l'altro attualissima.
Postai il video - quello dove si vedono anche i bambini - tempo fa a margine del mio blog.
Straziante.
RispondiEliminaUn'altra vittima della incomprensione e ottusità sociale. A 15 anni non si può morire di omofobia.. Eppure e' successo!! Una società omologata e unidirezionale porta anche a questo! Un paese civile non deve assolutamente accettare la discriminazione, qualsiasi essa sia! Bisogna parlarne e far capire ai ragazzi che siamo tutti uguali e che se proprio devono usare il 'benedetto' facebook lo facciano in modo intelligente, non prendendo in giro i compagni di scuola o chi a loro non piace. I social networks dovrebbe avere una funzione sociale non asociale o addirittura di morte!
RispondiEliminaQuesti pochi versi sono dedicati ai bambini che non vivono la loro infanzia, quando li ho scritti non pensavo al ragazzo di 15 anni che si è suicidato, ma a quei bambini che vivono in paesi dove si muore come si gioca. Non conoscevo ancora la notizia del ragazzo, una notizia che mi fa dire che anche questo è un paese dove si muore come si gioca, ogni bambino affronta la sua personale guerra e si nasconde quando i grandi gridano, si nasconde in attesa che i suoi anni lo trovino, se è fortunato.
RispondiEliminaOgni volta che un bambino muore o un adolescente muore per cause sociali, è il fallimento del sistema di vita. E' la tragica e beffarda impotenza e negligenza a cui tutti concorriamo, da cittadini e da genitori di figli intolleranti o imbecilli: una bastonata sulle spalle che ci spinge in basso.
RispondiEliminaLe persone ottuse, i gretti, i “limitati”, i volgari, gli intolleranti, chi prende a pretesto l’età, il colore della tua pelle, se sai coniugare bene un congiuntivo, da quale parte del mondo provieni, qual’è la tua religione e i tuoi valori, il tuo orientamento sessuale, il censo e la ricchezza, il tuo potere, i tuoi valori, le tue idee politiche, ..., esisteranno sempre, perché sempre ci saranno gli insoddisfatti, chi non sa vivere e chi pensa di acquisire a buon mercato un effimero senso di benessere sentendosi migliore di qualcuno che lui (e la cultura, o sottocultura a cui appartiene) considera inferiore.
RispondiEliminaSi sono create razze la dove non esiste nessuna razza ma un unico genere: quello umano; si sono create discriminazioni sessuali (sesso debole/forte/contro natura), la dove la natura ha il pregio di essere più ricca e di più ampie vedute di chi vorrebbe imbrigliarla nelle sue misere categorie sociali e moralistiche e la forza è distribuita in egual misura indipendentemente dal sesso e solo parecchi secoli di educazione religiosa hanno potuto farci credere senza convincerci che la donna fosse debole per natura.
Io sono convinto che le idee, anche quelle che ritengo più aberranti, debbano essere lasciate libere di circolare, anche perché le idee che tentiamo di soffocare prendono la strada della violenza e, poi, perché poter combattere dialetticamente contro ogni intolleranza, ogni scorciatoia della mente, ogni chiusura, ci rende desti, fa si che non ci assopiamo, perché il sonno della ragione genera leghisti ... perché in primo luogo dobbiamo combattere dentro di noi queste tendenze e la naturale diffidenza che si innesca quando ci si presenta qualcosa che è diversa da noi, che pretende da noi lo sforzo di capire.
In secondo luogo, ritengo che dovremmo fare di tutto perché queste idee si esprimano senza raggiungere i luoghi del potere, senza che gli si dia la possibilità di essere legge per tutti, precetti a cui tutti debbano adeguarsi.
Infine, e qui mi riferisco esplicitamente a quel ragazzo omosessuale che si è tolto la vita, credo che ci voglia molta più sensibilità e più disponibilità all’ascolto, a voler essere presenti, a funzionare come punto di riferimento per ogni adolescente che possa attraversare momenti laceranti, di assoluta disperazione.
Se quel ragazzo avesse avuto qualcuno a cui poter portare la sua disperazione, il suo sentirsi paradosso vivente, il suo drammatico dover scegliere fra essere così come senti di essere e l’accettazione da parte dei tuoi coetanei e forse anche degli adulti, credo non si sarebbe mai tolto la vita ... a volte basta una speranza, una via di fuga, qualcuno su cui sai per certo di poter contare.
Buon fine settimana.