E' una questione di fisiologia della percezione. Una carta straccia la noti in un posto pulito, non in una discarica. L'Italia è sommersa da rifiuti che nessuno più avverte.
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
Caro Antonio,
RispondiEliminal'assuefazione si basa su meccanismi suggestivi, prima o poi un'anima candida o l' "anima bella" di hegeliana memoria si sveglia e ci informa che il re è nudo ... e che fa pure un po' schifo. A quel punto è il tipo di risposta che possiamo dare che traccia il futuro: l'italiano si sveglia e appende per i piedi il dittatore che ha appena osannato, lancia monetine al monarca che ha appena riverito, solo perché quest'ultimo si trova nella polvere. Non costruisci nulla su questi presupposti, molto invece sulla consapevolezza del perché siamo giunti a quel punto, sul perché ci siamo ridotti così in basso.
Un saluto
P.S. Dopo il tuo commento sto rileggendo Fromm.
Qualcuno ha detto che il fascismo è stata la biografia del popolo italiano. Hai ragione quando scrivi che sulla sola 'indignazione' non si costruisce nulla ma al momento sarebbe già un gran risultato. Se posso suggerirti un'altra lettura, sicuramente meno edificante di Fromm, non vorrei sembrarti presuntuoso indicandoti un mio post (cerca memento). Mi picerebbe che il dibattito continuasse su quel post.
RispondiEliminaUn saluto anche a te.
Scusate se (inter)rompo, ma a proposito di percezione e saturazione del segnale, il post mi ha fatto venire in mente un'altra faccenda, che sta dal lato opposto della monnezza ma magari aiuta a sollevare la testa (il riferimento all'Adelchi nel 150° mi garba di molto!).
RispondiEliminaSe voi entrate nella stanza di Leonardo agli Uffizi trovate L'Annunciazione, L'Adorazione dei Magi e Il battesimo di Cristo (col Verrocchio), una miscela di incommensurabile bellezza, perfezione tecnica, citazioni e rimandi religiosi e culturali, una spruzzata di botanica e di geologia. In tutta questa orgia leonardesca, i due capolavori di Luca Signorelli che gli sono vicini (peraltro in mezzo a un mazzo di dipinti di Pietro Perugino e altri sommi pittori) quasi spariscono. Se si trovassero da un'altra parte, coi Signorelli ci farebbero un museo e uno starebbe lì a guardarli per mezz'ora. E di queste situazioni, lo sappiamo, l'Italia è strapiena. Direte voi, sono cavoli tuoi se non sei capace di apprezzare Signorelli quando vicino c'è Leonardo. Avete ragione, però ci sto lavorando...
Ora, a parte la mia incapacità, due pensieri si impongono: la enorme responsabilità che abbiamo per gestire e soprattutto valorizzare, anche in termini di ritorno economico (pensiero da fare innanzitutto dinanzi alla scheda elettorale) tutto questo patrimonio, e la constatazione che, oltre al fascismo, anche questo è stato, e dovrebbe sforzarsi di continuare ad essere, il "volgo" italico. La linea da seguire c'è già, non dobbiamo sforzarci di disegnarla, basta guardarci bene attorno. A questo proposito, il MAXXI è stato votato come miglior edificio dell'anno 2010 al World Architecture Festival di Barcellona: «un edificio di cui si parlerà ancora nella storia dell’architettura dei prossimi 50 anni». Così dicono, il tempo dirà se hanno avuto ragione, ci basterà morire a circa 90 anni per saperlo...
Carissimo Franco, non inter(rompi) affatto, lo sai che fare quei nomi risveglia la mia sindrome di Stendhal ma, ahimè, quei nomi appartengono ad una Italia geografica non ancora politica. Ad ogni modo è sacrosanto richiamarsi a quei nomi e certamente non ne mancano altri da riconoscere come modelli dall'Unità in avanti. Faccio mio il tuo invito, richiamarsi ai modelli di bellezza (non solo estetica), che altro volere di più?
RispondiEliminaIn quanto al Maxxi, mi sono promesso di andare a vederlo, non l'ho ancora fatto. Spero non si tratti di un'altra pompa di benzina come quella che fa da teca all'ara pacis!