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giovedì 22 gennaio 2009

Che brutto tempo che fa

14 maggio 2008

In odore di categorie scadute potremmo dire che non hanno perso il pelo e neanche il vizio ma se una strategia si dimostra vincente perchè condivisa allora salutiamo con favore la nuova terza repubblica, la prima si è impantanata nell'immoralità (o nel protagonismo dei giudici?), la seconda nelle prove generali di rimescolamento, la terza perdurerà nello stato di massima entropia assicurata dal nuovo principio dell'omogeneità bipolare.
In questa neonata repubblica il dialogo sarà un monologo sostenuto da due o più (contro)parti con qualche marginale e inevitabile guastafeste, l'auspicata buona educazione sarà ottenuta con una accurata rimozione terapeutica dei criteri fondanti il discorso, goodbye Habermas. Più del contenuto conterà il contenitore, non dovremmo più preoccuparci di secolari dilemmi che hanno attanagliato il pensiero politico e filosofico, il vero e il falso saranno retaggi passati che scorderemo come è accaduto per quei lontani concetti della responsabilità penale e morale, qualcuno li ricorda ancora? La mia memoria è sempre stata un po’ difettosa e devo confessare che li vedo già piuttosto vaghi.
Diciamoci la verità (questa frase è chiaramente un ossimoro) erano concetti piuttosto impegnativi e se non ne siamo stati all'altezza allora può darsi che si trattasse di concetti fittizi, o certamente insidiosi. Per la verità (ricado ancora in errori di formazione) più di qualcuno ci aveva avvertito di questo, ma abbiamo avuto la presunzione di esaurire il problema in una disamina teorica, pensando pretestuosamente che un accordo, un patto bastasse a superare sul piano pratico l'infondabile, o quanto meno a metterlo da parte pur di definire i criteri di civile convivenza.
Siamo di fronte ad un cambiamento epocale, finalmente le aporie aperte dai grandi pensatori intorno al vero e al falso o intorno ai fatti e le interpretazioni trovano soluzione nella prassi politica non più attraverso stratagemmi criticabili delle regole a priori e del consenso a posteriori che in fin dei conti pretendono di ricondursi a quei concetti infondabili di verità e di fatto, bensì con una continua e rapida riscrittura delle regole (più rapida della loro lettura) e la solida pratica della consenso a priori, indipendente da premesse e conclusioni, goodbye anche a te Aristotele. Ad alimentare la dialettica politica e sociale sarà sufficiente la divisione tra la velina bionda e quella bruna e ad informarci dei restanti problemi ci penserà striscia la notizia o il parrucchiere sotto casa, lo spirito che si manifesterà non sarà proprio hegeliano ma almeno saremo in grado di afferrarlo subito senza ulteriori frustrazioni.
Per cui salutiamo questa legislatura, con ‘opposizione’ annessa, come un grande cambio di paradigma al quale non siamo ancora abituati per via di retaggi passati. Ad esempio mi ricordo ancora vagamente di personaggi il cui nome non poteva essere minimamente associato a fatti moralmente discutibili e la cui “intoccabilità” veniva prima della carica politica che ricoprivano, non dopo. Mi pare non si trattasse di una intoccabilità pretesa ma di una sacralità laica riconosciuta, personaggi che in verità (sic!, ahimè sono proprio inguaribile) avranno pure dato lustro all’Italia ma hanno fatto un gravissimo torto alla storia successiva facendo sorgere nelle menti più deboli assurde e insostenibili aspettative sulle qualità morali dei rappresentanti futuri.
Ma dobbiamo essere più indulgenti con noi stessi ed essere fiduciosi, se non saremo noi a capire questo tempo lo farà chi ci succederà.

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