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sabato 23 aprile 2022

In principio era il verbo uccidere

In principio era il verbo uccidere. Un correttore ortografico, T9 o T4, non ricordo bene, mutò la coniugazione. Cambiò l’infinito con il passato remoto per lasciare alle spalle colpe e rimorsi. La natura aveva insegnato tempo e modo. Non andava perso tempo, altrimenti la morte avrebbe bussato alla porta e toccava lasciarla entrare. Si fece un patto con la sorte, si barattò una vita per un’altra, così da rinviare il transito dell’ospite sgradito. È questo il sacrificio, sacrum facĕre. Muore un agnello, un Dio, un fratello, una madre. Muore un popolo eletto a sorte. Per ogni oscillazione di pendolo si celebra un sacrificio sull’altare della storia. L’agnello sgozzato non è sempre innocente. Se fosse nato lupo non avrebbe versato una lacrima per la vittima. È la storia che lo chiede. Tocca far funzionare il sistema e il valore aggiunto dell’industria della guerra è più alto di quello dell’industria di pace. È tutto nei tempi, nelle asimmetrie. Per buttare giù un edificio basta poco tempo, molto meno di quanto ne serve per costruirlo. Per buttarlo giù basta un uomo che lascia cadere distrattamente una bomba o preme il bottone per il lancio di un missile. Per costruirlo serve un esercito di uomini malpagati, armati di mattoni e pazienza. Distruggere è più facile che costruire ma l’officiante del sacrificio sa che non si può costruire senza distruggere e allora viva l’azione. Questo conta per chiudere la porta all’ospite ingrato. L’azione, fosse anche per interposta persona e a debita distanza geografica. Distruggere è agire. Costruire è agire. La pace è passiva o meglio, è azione talmente lenta da snervare per noia. Operazione a bassa resa per l’economia truccata. Tocca dare uno scossone ogni tanto. Muovere l’economia dei miti e quella degli armamenti. C’è bisogno di competenze straordinarie, ricerca assidua e personale dedicato. Niente di meglio per rimediare in tempi rapidi alla temibile recessione. E poi l’occasione è propizia. La terra è generosa di dittatori da scacciare. Semente antica, piantata con cura e con altrettanta cura coltivata per il raccolto quando i tempi sono maturi. Il mondo è complicato, si stupiva mia madre abituata a lavori ordinari. Preparare da mangiare, togliere la polvere dai mobili, mettere in ordine l’universo.

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