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lunedì 16 marzo 2020

Covid-19

In questi giorni si rincorrono ipotesi su ipotesi sulla differenza della letalità (decessi su casi positivi) da Covid-19 tra noi e altri Paesi. Certamente ci sarà tempo per elaborare i dati quando la pandemia rientrerà. Lo faranno gli epidemiologi, i virologi in parallelo con esperti di altri settori della ricerca. La differenza del dato nazionale (7,3% al 15 marzo) e quello della Korea del sud (0,8%) è sorprendente. Considerando che questa patologia colpisce in maniera fatale le fasce d'età più alte la struttura per età è uno dei fattori che spiega la differenza ma ancora più determinante è il criterio con cui sono eseguiti i tamponi, da noi solo per chi manifesta sintomi, in Korea anche per gli asintomatici. Lo scarto di letalità tra noi e la Korea del sud fornisce informazioni sui casi asintomatici e positivi che potrebbero esserci al momento in Italia (circa 230.000 al 15 marzo, secondo questo calcolo), motivo in più per evitare spostamenti che facilitano la diffusione del contagio.
Una delle ipotesi emerse per la differente letalità riguarda la possibile correlazione con la concentrazione di polveri sottili nell'aria. Ipotesi da testare quando ci sarà un quadro più completo. Al momento, considerando che i criteri di esecuzione dei tamponi in Italia sono simili per le diverse regioni e che nelle regioni del sud i numeri sono fortunatamente bassi e quindi suscettibili di enormi variazioni, emerge una differenza della letalità tra le regioni che merita molta attenzione.


PS - con dati aggiornati al 16 marzo, ore 18:00

Non è tempo di cantare vittoria. I contagi non si fermeranno se si allenta la presa sui comportamenti da rispettare. Nulla dice che nei prossimi giorni non ci sarà un effetto negativo dei recenti "viaggi" nelle regioni del sud, per tacere del rischio che il contagio rientri dagli Stati europei che finora hanno preso troppo alla leggera il rischio.
La Protezione Civile comincia a dare qualche segnale positivo ma questi segnali, ancora timidi, non vanno considerati come un messaggio di emergenza finita. Non è così.
Aggiorno il precedente grafico. Ho preferito mettere il numero dei decessi invece del numero dei positivi. Faccio notare quanto dicevo prima a proposito della suscettibilità al cambiamento dei numeri bassi; in Molise si registra un decesso che ha fatto schizzare la letalità da 0% a 4,8%.


Quanto ai segnali positivi sto seguendo da giorni l'andamento ma mi ero autocensurato per non essere responsabile, neanche in minima misura e indipendentemente dalla mia volontà, di suscitare comportamenti irresponsabili come hanno fatto colpevolmente alcuni politici e cosiddetti intellettuali.
Nei grafici è riportato l'andamento della media mobile di tre giorni del rapporto tra positivi del giorno x e positivi del giorno (x-1). E' una statistica semplice, dice quanti nuovi contagi ci sono in un giorno. Se in un giorno il rapporto è uguale a 1 vuol dire che non ci sono nuovi contagi rispetto al giorno prima. L'avvicinamento a 1 è quindi una buona notizia, anche se non bisogna fare l'errore di pensare che 1,1 sia molto vicino a 1, c'è una distanza enorme! Significa che in un giorno c'è il 10% in più di contagiati rispetto al giorno prima e siccome stiamo viaggiando su numeri alti quel 10% significa più di 3000 nuovi contagiati, fino a ieri. Il numero dice che il contagio sta decelerando, non che si sta fermando.
Ho fatto tre grafici diversi, per la Lombardia, per il gruppo di regioni con più contagi (Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Marche) e per tutte le altre regioni.


Su ogni punto è riportata la media dei contagiati per tre giorni. Le curve stanno continuando a crescere, fanno paura ed è se avere paura ci fa evitare i contagi è meglio avere paura, ma la loro velocità sta diminuendo.


Un ingrandimento del grafico con le medie mobili dall'inizio di marzo rende chiara la diminuzione della velocità anche se ci sono ancora preoccupanti differenze del valore assoluto tra le diverse regioni. Sebbene i numeri assoluti al Sud siano bassi si registrano incrementi giornalieri maggiori rispetto alle aree del Nord.

5 commenti:

  1. si fa davvero fatica a capire, anche perchè mi pare che gli stessi scienziati siano in ordine sparso

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  2. Penso sempre al rapporto fra uomo - natura - animali. Mi spiego con un esempio semplice. Se in una zona geografica ci sono 100 pipistrelli e di questi ne muoiono 30 (perché è dai pipistrelli che è partito tutto in Cina) è la natura che pensa a farne nascere altri 30 per bilanciare la situazione, la natura e non l'uomo.

    Al contrario quando l'uomo mette mano alla natura spesso combina guai seri vedi la sars, l'aviaria, la mucca pazza solo per citare gli esempi più recenti.

    Ci sono gruppi di scienziati in Cina, Europa e America (persone serie, auturevoli e credibili) che stanno ragionando sul fatto che alterare le condizioni climatiche, sconvolgendo la situazione del nostro pianeta, comporta reazioni che la natura mette in atto e che noi umani non conosciamo e non sappiamo come governare...la natura è molto più forte di quel che pensiamo perché esiste da migliaia di anni, da prima che nascesse l'Uomo Sapiens e la sua forza non è solo quella che vediamo (gli uragani, i terremoti ecc.).

    Infine, aspetto più pratico e concreto, noi cittadini italiani stiamo "pagando" più di 30 miliardi di euro di tagli fatti al settore della sanità da vari governi negli ultimni anni (governi di destra, sinistra, di centro ecc.) e questo adesso si rivela un errore strategico e che definirei anche geopolitico.

    Fra le varie fonti c'è un libro interessante scritto da David Quammen si intitola "Spillover" ed è stato scritto se non sbaglio nel 2012.

    Dobbiamo ringraziare le migliaia di persone che lavorno nella sanità e che stanno dando anche l'anima per salvare al gente...

    ...scusa, mi è uscito tutto un po' di getto, ma grazie per lo spazio e grazie per il tuo post così benfatto.
    Un salutone

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    Risposte
    1. Sono io che ringrazio te per l'attenzione e per i temi che sollevi. Consiglio la lettura di un interessante articolo pubblicato in un sito che consiglio vivamente di considerare come riferimento per una corretta informazione ambientale. L'articolo mette in relazione l'insorgenza e la diffusione di epidemie con altri aspetti solitamente trascurati dall'informazione. Grazie anche per il libro che consigli. Ti saluto.

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    2. Articolo molto interessante che ho letto avidamente ed ho già copiato sul mio PC e grazie per avermelo segnalato, e la fonte è più che aturevole
      Ciao

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  3. Grazie per questo post e per il link molto interessante sulla correlazione inquinamento atmosferico-epidemia.
    In natura quando una specie supera il limite, ricorrono "aggiustamenti" anche drastici. La storia umana con le varie carestie dovute agli squilibri nella distribuzione delle risorse e con le diverse epidemie come quella raccontata dal Manzoni, dovrebbe anche ricordare che la guerra è sempre in agguato.

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