dove i venti soffiavano attesa e tempesta.
Tra le crepe dei muri si annidavano voci
di aria filtrata e odore disinfettante.
L’avremmo strappato a morsi un altro giorno
se quei volti non ti avessero sorriso.
Non ci mancava il fegato di morire per errore.
Il mondo continua a girare come niente fosse
e niente accade al mondo che non sa degli abissi.
Viaggiatori clandestini di un granello di sabbia
attraversammo la notte scambiandoci i silenzi,
all'alba ti aspettava il cavallo di carta pesta
per portarti dove cominciò la sua corsa.
Confitti nella carne custodisco i tuoi occhi,
ansimante dopo neanche mezzo giro di valzer.
intensa, tocca l'anima*
RispondiEliminaAnna