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sabato 26 agosto 2017

Le bagnarole


Queste sono le bagnarole di Leuca, costruite in riva al mare. Le figlie dell'alta società entravano qui per fare il bagno in una buca scavata perché prendere il sole non era elegante e poi farsi vedere da noi era sconveniente. Noi, figli di contadini, venivamo poche volte al mare ma il sole lo vedevamo tutto l'anno e lui era felice di vederci, ah se lo era, quando ci vedeva si metteva a urlare di gioia e bruciava la pelle che i nostri nonni erano vecchi turchi appena sbarcati per assediare queste coste. Il mare lo vedevamo poco che scavalcata la serra neanche pensavamo esistesse ancora il mondo. Il mare lo vedevamo poco ma quando capitava...che meraviglia, una vasca enorme di acqua verde, azzurra, rossa del fuoco del sole al tramonto. Una vasca immensa tutta per noi, piena di pesci che li potevi inseguire e di alghe, buone da succhiare. Poveri ricchi, chiusi in quelle bagnarole, che vita misera vi è toccata.

5 commenti:

  1. Io non avrei mai potuto entrare in quei tuguri: primo perchè sono orgogliosamente figlia del Popolo, secondo perchè sono meravigliosamente figlia del Sole, terzo perchè soffro di claustrofobia. Eh si, hai proprio ragione.Che poverelli sti ricchi! Poverelli anche adesso che hanno cambiato abitudini e invece delle bagnarole tengono le donne nei loro lussuosi yacht. Vuoi mettere il nostro pedalò! Non c'è confronto:-)))
    Ciao Antonio. Buon fine settimana!

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  2. Cara Nair, la cosa peggiore è che anche le classi "popolari" oggi aspirano a rinchiudersi in recinti di supposta sicurezza. Ognuno si costruisce la propria prigione in cui sentirsi finalmente al sicuro da minacce di povertà ed emarginazione, minacce tessute ad arte da chi costruisce la propria fortuna sulle paure degli altri. Oggi tutti aspirano a fare il bagno nelle bagnarole, lasciando il mare aperto ai disperati.
    Buon fine settimana a te.

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  3. non le conoscevo, interessante e tipico di altri tempi

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  4. Sembra la metafora dell'Occidente, che vorrebbe costruirsi un'enorme bagnarola dove godere dei propri privilegi, salvo poi uscirne per saccheggiare le materie prime altrui e sfruttare la povertà del mondo esterno per produrre i propri beni e le proprie ricchezze. Probabilmente anche allora era così: l'uomo che sfrutta il suo simile e poi giustifica questo sfruttamento con ideologie "naturali", religiose e sociali; però in quel tempo magari questo rapporto era esplicito: da una parte il padrone dall'altra il servo, da una il negriero dall'altra lo schiavo, ora non esistono più razzisti, né sfruttatori, né padroni, né negrieri, né capitalisti ... siamo tutti amici, disinteressati, attenti al benessere altrui ... nessuno si riconoscerebbe come fascista, nazista, sfruttatore, eppure oggi come mai lo sfruttamento dei beni e dei nostri simili è intensivo è impalpabile: è colpa della crisi, del mercato, dei buonisti radical chic, della Boldrini, dell'Europa, di kim Jong Un, del terrorismo, degli islamisti.
    Sono anch'io uno che come bagnarola vuole il mare intero;-)
    Ciao

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  5. Caro Garbo, la metafora che avevo in mente quando ho scritto questo post è esattamente quella che hai indicato. Un abbraccio.

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