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martedì 11 novembre 2025

Di santi e mestieri

Dalle mie parti la distinzione tra sacro e profano è un vezzo degli ultimi duemila anni, troppo pochi per chi ha radici in terreni ben più profondi. È da quelle radici che prendono linfa episodi dove anche il blasfemo è sublime preghiera. A Taviano, pochi chilometri dal mio paese, il santo patrono è San Martino. 
Qui, negli anni di siccità, si usava mettere nella bocca della statua del Santo una sarda salata, perché anche lui sentisse i morsi della sete, come li sentivano i suoi fratelli. Oltre alle preghiere per la pioggia si ricorreva a questa sollecitazione, per ricordare al Santo che toccava a lui intercedere. 
Società antiche, dove ognuno faceva il suo mestiere, e non c'era ragione alcuna perché un santo facesse eccezione. Inutile dire che sono in pochi ormai a ricordare questa tradizione. Il sacro antico è arretrato, ha ceduto il posto al nuovo sacro. Dei mestieri nessuno sa più quale sia il suo, neanche i santi. 
Buona festa di San Martino, buon vino novello.
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