lo seguivo con il fiuto del cane randagio
e l'istinto selvatico del tempo.
Guardavo quello specchio d'acqua
alla luce di una luna macellata
Sapevo d'esser nato con lei,
scorrevo, si può dire, nelle sue vene.
Non è stato facile seguirla quando si faceva sotterranea,
sentivo il suo corso con i sensi tesi,
corpo e orecchio a terra per ascoltare le vibrazioni del mio sangue
e scorgere lontano il punto esatto della nuova risalita.
Ho imparato a non perdere di vista le sue anse tortuose,
come abbracci tra stagioni di magra e piene impetuose.
Un giorno qualunque la corsa si è fatta affannosa,
da vicino un giorno come tanti, tagliente come pochi da lontano
un giorno che decide il prima e il dopo,
una lama che recide la vita dalla morte.
...
L'acqua s'è inselvata,
l'ho persa e l'ho ritrovata
e poi ancora persa.
Nell'ora rapace del tramonto l'acqua è scomparsa,
ovunque volgo lo sguardo è un rivolo tra foglie macere.
...
La sorgente è lontana.
Basterà metà del sangue per risalire la corrente?
Una voce nella notte avverte:
sei teca di tempo sommerso,
affiora in superficie tuo malgrado
quando di notte vivi vite lunghe un verso.
E si va a capo
dimenticando di prendere fiato.
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