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sabato 4 dicembre 2021

La stazione

Dalla pensilina cadono gocce d'acqua sulla banchina dei treni, cadono lente, senza impazienza. Sembra quasi che oppongano resistenza alla caduta e staccandosi dall'ultimo lembo della tettoia ogni goccia si allunga, come voltandosi indietro,  per aggrapparsi al filo d'acqua che a malincuore cede alle forze fisiche che lo costringono alla forma destinata alla caduta. Quattro ragazze di cinquant'anni, allegre e ignare dello stillicidio alle loro spalle, a turno immortalano in un selfie i loro sorrisi coperti dalle mascherine e verificano quale sia venuto meglio per ripetere l'operazione con la naturale finzione della prima volta. Il sole si infila a stento lungo i binari tra un treno che arriva e un altro che parte. L'ultima stella ha lasciato da più di un'ora la scena con l'illusione di essere qui e adesso, proprio mentre la guardo, e invece è viva perché la sua luce ha percorso distanze siderali con un ritardo che nell'impasto della notte piega il passato sul presente. Questa vertigine fa presto a diventare delirio. Potessi fuggire lontano da una stella a velocità inimmaginabili la farebbe vivere in eterno? È questa l'eternità? Una inarrestabile fuga alla velocità della luce. Perdiamo le stelle a cui siamo troppo vicini, quelle stelle da cui non è  possibile allontanarsi. Sapessi farlo, forse...

Il mio treno è sui binari, si prepara a percorrere distanze meno siderali da un passato a un presente che non possono separarsi, come le gocce che non vogliono cadere dalla pensilina.

2 commenti:

  1. Prosa, poesia e filosofia in mirabile combinazione. Pensavo che le stelle cui siamo troppo vicini ci confondono di così tanta luce che ne perdiamo i contorni, e non le distinguiamo più, abbagliati e resi ciechi. Finiscono per sfuggirci anche le minime gocce ormai orfane di pensilina, squagliate sulla banchina.

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  2. Concordo con il commento qui sopra e aggiungo che, da persona che negli anni ha tanto viaggiato in treno in Italia e all'estero, ogni volta che entro in una stazione penso sempre ai tanti viaggi fatti, alle città che ho visto, alle persone che ho incontrato.

    E se partivo di sera immancabilmente guardavo il cielo dal binario dove mi trovavo, per poi osservare il cielo dal binario della stazione di arrivo e le stelle erano lo spettacolo che seguiva tutto il viaggio.

    Bello questo post che ho letto con interesse e curiosità.
    Un salutone e alla prossima

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