Il mio treno è sui binari, si prepara a percorrere distanze meno siderali da un passato a un presente che non possono separarsi, come le gocce che non vogliono cadere dalla pensilina.
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
sabato 4 dicembre 2021
La stazione
Dalla pensilina cadono gocce d'acqua sulla banchina dei treni, cadono lente, senza impazienza. Sembra quasi che oppongano resistenza alla caduta e staccandosi dall'ultimo lembo della tettoia ogni goccia si allunga, come voltandosi indietro, per aggrapparsi al filo d'acqua che a malincuore cede alle forze fisiche che lo costringono alla forma destinata alla caduta. Quattro ragazze di cinquant'anni, allegre e ignare dello stillicidio alle loro spalle, a turno immortalano in un selfie i loro sorrisi coperti dalle mascherine e verificano quale sia venuto meglio per ripetere l'operazione con la naturale finzione della prima volta. Il sole si infila a stento lungo i binari tra un treno che arriva e un altro che parte. L'ultima stella ha lasciato da più di un'ora la scena con l'illusione di essere qui e adesso, proprio mentre la guardo, e invece è viva perché la sua luce ha percorso distanze siderali con un ritardo che nell'impasto della notte piega il passato sul presente. Questa vertigine fa presto a diventare delirio. Potessi fuggire lontano da una stella a velocità inimmaginabili la farebbe vivere in eterno? È questa l'eternità? Una inarrestabile fuga alla velocità della luce. Perdiamo le stelle a cui siamo troppo vicini, quelle stelle da cui non è possibile allontanarsi. Sapessi farlo, forse...
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Prosa, poesia e filosofia in mirabile combinazione. Pensavo che le stelle cui siamo troppo vicini ci confondono di così tanta luce che ne perdiamo i contorni, e non le distinguiamo più, abbagliati e resi ciechi. Finiscono per sfuggirci anche le minime gocce ormai orfane di pensilina, squagliate sulla banchina.
RispondiEliminaConcordo con il commento qui sopra e aggiungo che, da persona che negli anni ha tanto viaggiato in treno in Italia e all'estero, ogni volta che entro in una stazione penso sempre ai tanti viaggi fatti, alle città che ho visto, alle persone che ho incontrato.
RispondiEliminaE se partivo di sera immancabilmente guardavo il cielo dal binario dove mi trovavo, per poi osservare il cielo dal binario della stazione di arrivo e le stelle erano lo spettacolo che seguiva tutto il viaggio.
Bello questo post che ho letto con interesse e curiosità.
Un salutone e alla prossima