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venerdì 15 gennaio 2021

Dialoghi di/versi

Passeggiando con un amico nelle campagne salentine ho proposto un gioco: uno scrive un verso, l'altro risponde con un altro verso, senza vincoli di tempo. Si risponde o meno secondo la disposizione del momento. Un verso ciascuno, come le mosse di una partita a scacchi. La scacchiera è whatsapp o, meglio, la scacchiera è il paesaggio geografico e emotivo e whatsapp è solo il mezzo di questo scambio epistolare. Una bandierina apre il primo verso. Una bandierina chiude l'ultimo, apposta da chi considera concluso lo scambio.

Niente di nuovo sotto il sole. La tradizione è lunga, a partire dalle ottave in rima per passare ai renga giapponesi e alle gare di stornelli salentini ma il gioco che propongo non ha regole se non quelle menzionate. Non c'è rima o metrica che non sia quella dettata dalle suggestioni suscitate dalle passeggiate, vere o virtuali, e soprattutto non c'è alcuna tenzone ma uno scambio di vedute. Non sono a conoscenza di esperimenti letterari di questo tipo tra i poeti, intendo quelli veri.

Quelle che seguono sono le passeggiate tra me e Fabrizio. I titoli sono l'iniziale dell'autore del primo verso e la data di inizio. Sono state ricopiate così come sono state scritte, senza badare alla punteggiatura o altro. Continueremo con questo gioco fino a quando non si deciderà di smettere. 

Il gioco ha una sua portata terapeutica che in qualche modo richiama la diaristica psicoanalitica che molto spazio ha avuto nella letteratura del novecento. Qui più che cercare sé stessi in un diario si tratta di farlo in un dialogo. Un dialogo diverso dal solito.

 

[A - 27/12/2020]

La strada curvava sulle pietre di sale
Ossa di tempi antichi e anziani
piegati sui loro passi e sugli anni
A danzare curvi con la terra
nella festa di attesa e ritorno.
Il cielo cambiava
al ritmo dei dolori
Passanti, come nuvole
barocche e sorridenti
Case in campagna di insetti architetti
si esce la mattina al pianto del sole
e quel pianto si riflette su strada secondaria
bianca di tufo
E tronchi argento di fichi, silenziosi d'inverno
Disegna sulle mie mani la linea
Dove porti tu, linea?
Mi troverai alla fine del cammino
Ora ho solo un passo dopo l'altro
e soffio di vento tra i capelli.


[F - 28/12/2020]

Generosità è dare il vuoto,
riempirlo di fatica e santità
mentre il cordoglio si trasforma
bocciolo di rosa bianca
Sui suoi petali lacrime di giorni
spine nelle mani, mappe di città abbandonate.

 

[F - 29/12/2020]

Lasciare andare
le foglie al loro viaggio
Maestre d'amore passeggero
e perdonare tutto, persino noi
noi foglie
Avide di vento
Mai fermi anche quando immobili
sui vortici che disegniamo
e non siamo.
Rintocco di campane ci porta a casa
ne ricordiamo il suono
delle memorie che abitiamo
Il tempo che siamo.


 

[F - 29/12/2020]

Narciso viene, accecato da se stesso, ma non sa di non esistere
Acqua nell'acqua, forma senza corpo
Non vede più te
nei tuoi occhi il suo tormento
Un giorno amore troverà il suo luogo, senza di sé
nell'acqua.

 

[F - 30/12/2020]

Compari piccola ogni giorno, nera espandendoti
Sui vicoli ciechi che portano altrove
Uno di loro porta su binari
Che tagliano in due la città
La sera le sue linee si confondono
Di qua i vivi di oggi, di là quelli di ieri
Hanno gli occhi tuoi, sono quelli che ci fanno vedere i nostri passi di sera
Occhi chiusi sugli occhi.

 

[F - 31/12/2020]

È l'ultimo giorno del prossimo anno
carico di ieri in sfilata
di insani animali umani
di pane raffermo
e acqua di mare
D'altri continenti dietro casa
Abbiamo disegnato nuove mappe
Per perderci meglio.

 

[A - 31/12/2020]

Certo che ci vuole perizia
A rovinarsi una giacca, una vita che indossi come spurkia-karma
e implori in ginocchio che rifiuti la tua dichiarazione d'amore
Ma prenditi tra le braccia
e datti una sana pedata
Insieme
e ovunque.
E oltre
modo osceno questo oscuro proscenio
finalmente fuori di te, con voluta disattenzione
nemica indispensabile.

 

[F - 02/01/2021] 

Non tutto si può provare e all'attenzione ci si può educare,
ci vuole coraggio per la rinuncia
di sé
e terra da nutrire con le mani e gli occhi
Abbracciato
a un petalo di rosa
Con il ricordo di un fiore settembrino
reciso dalla luce di un sole distratto
ai margini della via ugentina
Camminando con le stagioni
Da lontano un uliveto del dopoguerra
Con il vento tra i capelli
a disfarli prima del fulmine
vertigine danzante di luce e morte
Ad essa, ci si può educare
senza studio e vocazione.


[F - 03/01/2021] 

Il mio maestro è un gatto, un gatto che non è mio
vibrisse di seta e occhi d'acqua
calore e gentile respiro
Insegna nei vicoli bui
la contemplazione del piccolo mondo
Parla di viaggi senza mete
Vero, suono e vento. Non importa ancora la meta?
La meta ignota fa fusa di gatto.
Grazia di Gatto Kannon, che ascolta il lamento del mondo.


[A - 06/01/2021] 

nelle pagine ingiallite
dei tuoi tanti diari, la tua bella scrittura è illegibile
voce di campana crepata
veste di voce che risuona nei giorni della memoria
insistenza di onde e risacca
Che mi portano con te
lungo le strade di foglie
Ti ho vista anche contadino, aravi solchi e, seppur da solo, indossavi una mascherina
Temevi contagi di terra e di vento
Ma la terra pura che solcavi era il tuo paradiso
e benedetta bestemmia innalzavi
così lasciavi cadere la differenza
dalle mani solcate di anni e luce
e carezze che davi al mondo
madre dei tuoi figli.


[A - 09/01/2021] 

Passa e spassa il tempo, vagabondo e sfaticato
Tu, fragile e incerta
sui passi che dici tuoi
piccoli e affaticati, per arrivare alla finestra
in tempo per non perdere la carovana di formiche
linee graffiate sui muri
codici da leggere con le mani
Linee che respirano, tratti che danzano un tempo
pentagrammi di sentieri e spartiti di vento
ci danno un orecchio, corpo d'ascolto
Usciamo la sera partoriti dalle nostre case
seguendo quelle linee fino al buio della notte
In testa il cielo come un cappello fuori misura. 


[F - 10/01/2021]

Non chiede niente in cambio
filo d'erba senza domande
i nostri passi si confondono
tra i singhiozzi delle pietre
abitanti granulari e compagne amiche
nei labirinti senza muri
cammino con la tua tenerezza accanto
in tasca la polvere dei miei giorni
passa tutto nell'amicizia che resta.


[F - 11/01/2021]

Troppe parole, poca bella imperfezione
si annida tra l'una e l'altra
ma una origine non c'è, all'inizio un altro inizio
perduti nei vaticini del lauro selvatico
che ci prevede e protegge
Partorimmo la luce del crepuscolo con le doglie negli occhi
Finalmente già risvegliati
nel sangue delle pietre.


[A - 14/01/2021]

Bianco su bianco è il segno
Sopra un campo bianco
trova riparo l'assenza
piena
di fiume in tumulto
senza Niente da raggiungere
nelle increspature della terra
senza meta scorre
un passo dopo l'altro
c'è solo questo
al termine del viaggio. 


 

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