La confusione tra naturalismo metodologico e naturalismo filosofico è indice del delirio di onnipotenza scientifico originato da quell’innocente e disperato bisogno di inscrivere la complessità degli eventi in un orizzonte di prevedibilità. Arduo capire se questo rappresenta l’infanzia o la senilità della scienza, più facile sospettare qualcosa sullo scienziato che cade in simili malintesi. Giustamente i filosofi redarguiscono gli scienziati per questi errori e, in effetti, farebbe un gran bene avere maggiormente presente la cosiddetta fallacia naturalistica che David Hume ravvisò nel confondere essere e dover essere. Ma poiché errare è umano, anche la filosofia non rinuncia al privilegio.
Maurizio Ferraris[1] in un bellissimo libro di qualche tempo fa dedicato all’ontologia del telefonino, attribuisce alla filosofia di Kant la confusione tra ontologia ed epistemologia, ossia tra l’essere e gli strumenti della conoscenza dell’essere. Questo peccato originale, che trae origine dal soggettivismo di Cartesio, si estenderebbe, attraverso Nietzsche e Heidegger, fino alla filosofia di Gadamer e Foucault per diventare, in ambito post moderno, la negazione dell’essere. Per la verità il principio della negazione dell’essere è già in Anassimandro quando affermò che “i fattori da cui è la nascita per le cose che sono, sono anche quelli in cui si risolve la loro estinzione, secondo il dovuto, perché pagano l’una all’altra, esse, giusta pena ed ammenda, della loro ingiustizia secondo la disposizione del tempo” (fr. 1)[2]. Da Anassimandro la filosofia ha fatto molta strada e la negazione dell’essere si è molto articolata, quindi oltre alla fallacia naturalistica degli scienziati sarà indispensabile tener d’occhio anche la fallacia ermeneutica dei filosofi che, non meno insidiosa della prima, confonde l’essere e il potrebbe essere, ben celati dietro l’essere e il non essere ancora. Sul fronte realista non mancheranno filosofi dotati di idonei strumenti interpretativi per evitare la confusione tra ontologia ed epistemologia che l’ermeneutica riserva!
[1] Maurizio Ferraris, Dove sei? Ontologia del telefonino. Bompiani, 2005. pp. 193-204.
[2] Alessandro Lami, a cura di, I presocratici. Testimonianze e frammenti e frammenti da Talete a Empedocle. Rizzoli, 1991. p. 129.
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Ragione ed essere , due binari paralleli. Provare a farli incontrare è ancora adesso impossibile nonostante i tentativi fallaci che scienza e filosofia hanno tentato nel tempo. Forse manca un tassello avulso da entrambe e che una volta compreso permetterebbe il loro reciproco collegarsi fondendosi in un'unica realtà.
RispondiEliminaRagione ed essere? Manca a me qualche tassello per capire ma forse è meglio che siano separati. In uno dei tanti tentativi di farli incrociare fu fatta rotolare la testa di Lavoiser!
RispondiElimina