Ricordo da bambino la merceria dove mia madre comprava gli articoli che le servivano per i lavori di cucito. Mi piaceva andare con lei alla merceria perché era un negozio particolare, diverso da tutti gli altri. Entravo in un mondo incantato con cassetti colmi di gemme di bottoni dalle mille forme e colori, cataste di gomitoli di lana e rocchetti di cotone, rotoli di tessuti ricamati e scampoli di stoffa. Ripiani alti e fitti di oggetti che serviva una scala per raggiungerli e una memoria prodigiosa per ricordarli tutti. Alla richiesta di una sigaretta di cotone di un preciso colore o di un rotolo di tessuto la negoziante dietro il bancone non aveva esitazioni, indirizzava la sua mano nel cassetto che conteneva l'oggetto richiesto oppure andava immediatamente alla scala per raggiungere il ripiano giusto. Era come se l'intera merceria fosse contenuta nella sua mente o, ipotesi ancora più stupefacente, come se gli infiniti oggetti della merceria fossero il frutto della sua mente. Lei immaginava che l'oggetto richiesto fosse esattamente dove sarebbe andata a cercarlo ed ecco che il bottone della più improbabile forma si trovava proprio nel cassetto che avrebbe aperto. Accadeva anche che il bottone giusto non fosse nel primo cassetto ma questo accadeva per uno scopo preciso, certo non perché la venditrice avesse dimenticato dove trovare quello che cercava. Apriva il primo cassetto e diceva "qui no", apriva il secondo e con un sorriso diceva "qui no", quasi mai andava oltre il terzo cassetto e quei "qui no" ero certo li dicesse per me. Lo faceva per portarmi fuori strada e per cancellare dalla mia immaginazione la possibilità che gli oggetti fossero proprio dove lei li cercava.
Negozi affascinanti le mercerie, non ne vedo più tante oggi. Sembrano essere sparite e forse continuano a esserci solo nella memoria o nei sogni.
- Buongiorno signora. Cosa le do oggi?
- Buongiorno a lei. Dopo tutto quello che ho comprato da lei è venuto il momento di prendere un rotolo di tempo.
- E' sicura? Ci ha pensato bene? E' una decisione importante.
- Lei sa benissimo che non è questione da pensarci e non si tratta neanche di una vera decisione. Quando arriva il momento, volente o nolente, tocca prendere il rotolo di tempo.
- Lo so. Lei sa anche che del rotolo non può scegliere nulla. Non il peso, il colore, la tessitura o altro.
- Sì, lo so e questo mi rincresce.
- Lei lo può srotolare solo quando è a casa sua. Se non le piace può gettarlo via, se decide di tenerlo potrà cucirsi il suo abito. In entrambi i casi non può chiedere altri rotoli e noi non ci vedremo più.
- Anche questo mi rincresce.
La signora prende il suo rotolo di tempo e va via ansiosa di arrivare a casa per srotolarlo. Dietro al bancone uno sguardo pieno di tenerezza e comprensione la accompagna mentre esce dal negozio per l'ultima volta.
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
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Finale struggente.
RispondiEliminaEssere avvolti dal tempo. ..
RispondiEliminaUn post poetico e dal finale struggente come lo definisce Alberto e non c'e aggettivo più appropriato.
Mi ha emozionata questa visione magica della merceria.
Un delicato racconto come un antico acquerello - Se mi permetti lo inserisco sul blog Arpa eolica; fammi un cenno. Un caro saluto
RispondiEliminaGrazie per i vostri commenti. Francesco mi fa piacere che tu abbia pensato di inserirlo nel tuo blog, fai pure. Un saluto a tutti.
RispondiEliminaE' davvero bello questo post. Passo a leggerlo ogni giorno, anzi, ogni sera. E' molto tenero nella prima parte. Mi hai fatto tornare indietro con il tempo. Nonna mi ci portava sempre. Era un posto magico la merceria, si, ha ragione Nou. Te lo ricordi quell'odore, anzi, quel profumo particolare, intenso, che si sentiva quando si entrava? Sai, in paese da me c'è ancora una piccola merceria che sta resistendo anche ai cinesi ^.^. La gestisce una signora ormai anziana. Qualsiasi cosa tu le chieda. stai pur certo che in quel piccolo negozio tu la trovi.
RispondiEliminaLa seconda parte invece...
Non so, è un pò ... strana. Sei tu che ti vuoi prendere un rotolo di tempo? Ci vuoi lasciare per un pò? No. Non è così sicuramente. Vero?
Ti lascio un abbraccio grande.
Ti passo il link dell'inserimento su Arpa eolica http://arpaeolica.blogspot.it/2016/11/tra-i-colorati-bottoni-del-tempo.html#more
RispondiEliminaciao e grazie
mi hai fatto tornare in mente parecchie cose
RispondiEliminaSono contento di aver sollecitato i vostri ricordi e le vostre emozioni. Cara Nair, concordo con te, la seconda parte è strana e può essere letta come un commiato o come un arrivo. Tutti ci prendiamo un rotolo di tempo, tutti lo abbiamo preso. Un abbraccio a te.
RispondiEliminaLa mia amica Julia (http://iojulia.ilcannocchiale.it/) mi ha ricordato in un suo commento recente sul mio blog una delle più belle battute del film Forrest Gump: “Mamma diceva sempre, la vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita!”.
RispondiEliminaÈ un po’ come il tuo rotolo di tempo, sai solo che è giunto il momento di prenderlo, ma non sai che rotolo sarà, il colore, la morbidezza, la tessitura, la durata … anche in merceria, negozio affascinante come pochi perché dai suoi innumerevoli cassetti poteva saltar fuori qualunque cosa, ho il sospetto che neanche la merciaia sapesse cosa avrebbe trovato dentro un determinato cassetto. Si dirigeva in un cassetto preciso, con determinazione e sicurezza, non perché sapesse che li stava esattamente quel bottone, quella fettuccia di seta o quella spagnoletta di filo, ma perché era sicura che qualsiasi cosa avesse trovato, di qualsiasi stoffa o materiale fosse, di qualsiasi colore, era quella giusta!
Ciao
Sì Garbo, forse hai ragione, qualunque cosa avesse trovato era quella giusta, per il solo fatto d'averla trovata e per aver messo in conto che non sai mai quello che puoi trovare in un cassetto ;-) Ciao
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