(Mangia cioccolata, bambina;
mangia cioccolata!
Bada che non c'è altra metafisica al mondo se non la cioccolata.
Bada che le religioni tutte non insegnano più della confetteria.
Mangia, bambina sporca, mangia!
Potessi io mangiare cioccolata con la stessa verità con cui la mangi tu!
Ma io penso e, quando tolgo la carta d'argento, che è carta stagnola,
butto tutto per terra, come ho buttato la vita.)
Da Tabaccheria di Álvaro de Campos. In Fernando Pessoa, Un'affollata solitudine. Poesie eteronime. A cura di Piero Ceccucci. Traduzione di Piero Ceccucci e Orietta Abbati. BUR rizzoli, 2012.
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Questa poesia casca a pennello in questi giorni, perché per un motivo o per l'altro sto facendo un uso smodato di metafisica e come dice il poeta poche righe più in là "la metafisica è una conseguenza dell'essere indisposti."
In rete ho trovato una versione integrale della poesia tradotta da Antonio Tabucchi.
da bambino la cioccolata bianca era un irraggiungibile desiderio che si materializzava una volta l'anno forse
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